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Parco Nazionale della Majella



Radio Lupo

Notiziario Ufficiale del Parco Nazionale della Majella

Anno 1 - Numero 2 - Aprile-Giugno 2000


Un secco no alla discarica di Caramanico Terme

Il Consiglio di Stato, con la consueta oculatezza e sensibilità, ha posto la parola fine ai progetti di riapertura della discarica di Caramanico Terme, il centro turistico di maggiore rilievo del Parco Nazionale della Majella.
Nonostante l'economia del comune sia fondata essenzialmente sui valori naturali, acque e paesaggio in primo luogo, nessuna seria politica di conservazione degli stessi è stata mai perseguita dalle amministrazioni comunali, competenti in materia di smaltimento dei rifiuti solidi e liquidi, tanto che l'intero territorio comunale risulta fortemente degradato da numerose discariche e microdiscariche per inerti e rifiuti solidi urbani ed i corsi d'acqua fortemente inquinati da rifiuti liquidi immessi senza depurazione alcuna o provenienti da impianti di depurazione malfunzionanti.
Di fronte alla gravità della situazione, che ha determinato la quasi estinzione della lontra dall'Orta-Orfento e rischiava anche di vanificare i progetti di restauro naturalistico dell'intero bacino imbrifero perseguiti dal Parco nonché l'intera economia dell'area, l'Ente Parco si è fatto carico di finanziare con proprie risorse di bilancio l'adeguamento dell'impianto di depurazione comunale per lire 410.000.000 e la bonifica della ex discarica per rifiuti solidi urbani in località Colle Bianco per lire 30.000.000.
Come risposta l'Amministrazione Comunale di Caramanico non ha trovato di meglio che proporre l'ampliamento della discarica. Un'offesa e una minaccia non solo all'ambiente ma anche al denaro pubblico impegnato per la riqualificazione dei guasti prodotti.
L'inevitabile no del Parco è stato, con una prassi ormai consolidata anche per le lottizzazioni difformi dalle previsioni di piano, impugnato davanti al TAR Abruzzo, sezione distaccata di Pescara, che con una decisione sorprendente ha dato momentaneamente adito alle velleità del Comune.
Il Consiglio di Stato, con decisione salomonica, che si riporta testualmente in parte "l'invito fatto dal TAR a riesaminare l'atto, e cioè anzitutto ad annullarlo è illegittimo", ha provveduto a riaffermare le competenze del Parco in materia contribuendo a garantire il rispetto della legge ed il diritto ad un ambiente sano da parte di tutti.