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Parco Nazionale della Majella




Radio Lupo

Notiziario Ufficiale del Parco Nazionale della Majella

Anno 1 - Numero 1 - Gennaio-Marzo 2000


Le Comunità locali protagoniste dello sviluppo sostenibile

Paese

di Giuseppe Dionisio - Presidente della Comunità del Parco

L'Istituzione del Parco è stata salutata come una favorevole occasione per rilanciare l'economia asfittica dei nostri territori. I Comuni e le Comunità Montane, sono impegnate nella ricerca di una via originale che possa dare più consistenza alle speranze di una crescita economica equilibrata, che salvaguardi le peculiarità produttive di un antico artigianato e le ricchezze del vissuto umano; che dia speranze ai più giovani incoraggiandoli ad intraprendere mestieri ed attività associati alla gestione di un'area protetta, garantendo lo sviluppo ed insieme la salvaguardia, al più alto grado, di un ambiente che mantiene integri gli aspetti paesaggistici ed il pregio di elementi naturalistici altrove scomparsi.

La idea forte, quindi, che ha guidato la Comunità del Parco in questi anni è stata quella di coniugare conservazione e sviluppo, sfatando nei fatti la supposta inconciliabilità di due aspetti che si vogliono tra loro antitetici.

Il Parco non sta deludendo queste attese. Dopo i primi mesi di assestamento e di radicamento sul territorio ha iniziato ad essere punto di riferimento per una molteplicità di soggetti: Istituzioni locali, privati cittadini che vedono nell'area protetta una nuova opportunità per rimanere sul territorio e da questo trarne benessere. Molte sono state le sovvenzioni erogate a vantaggio dell'imprenditoria; ad attività collegate al turismo e alla microricettività. Una particolare attenzione è stata prestata agli interventi per il recupero dei nostri centri storici; all'agricoltura di qualità e molte le iniziative dirette dall'Ente Parco per la conservazione della natura. Sono state deliberate le convenzioni con i Comuni per la gestione di boschi e pascoli di particolare pregio naturalistico; l'acquisto di immobili ad alta valenza storica da adibire a centri visita o di accoglienza, non dimenticando, infine, i caselli e alcune stazioni lungo la linea ferroviaria Sulmona - Castel di Sangro, per un mirato progetto di valorizzazione di aree di indubbia vocazione turistica e storico culturale, che hanno nella ferrovia un originale e irripetibile approccio.

Il Parco comincia ora a dispiegare tutte le sue potenzialità, diviene giorno dopo giorno il punto di riferimento di ogni ipotesi sull'uso corretto di un territorio che racchiude in se i tesori di una ricca e originale cultura antropica ed una biodiversità da tutelare ad ogni costo.


Foto Questo patrimonio, oggi, non possiamo sperperarlo con l'improvvisazione, o peggio, isterilendoci nella diatriba perversa sull'efficacia della presenza, ai fini di un futuro sviluppo, di una area protetta. La Comunità del Parco sinora ha dimostrato di saper affrontare, in modo quasi sempre unitario, le varie difficoltà presentatesi. Dall' individuazione della sede del Parco ai progetti CIPE, dai criteri con cui delineare gli interventi Prusst alla stessa filosofia di sviluppo che doveva essere alla base delle scelte programmatorie. Aver scelto di partecipare attivamente alla stesura del Piano del Parco, condividendone e sostenendone l'impostazione di fondo, ne è stata la dimostrazione più evidente. Certamente abbiamo avuto e, tuttora abbiamo, difficoltà non ancora del tutto risolte, nella gestione di alcuni comparti delicati. Si discute ancora, in qualche Comune del Parco, sulla costruzione di nuovi impianti di risalita. Stiamo cercando di superare questo problema con i Comuni interessati, con intese mirate confrontandoci con gli strumenti pianificatori, assorbendone quando è possibile la stessa filosofia e progettualità. Questa riteniamo che sia la strada giusta per evitare alla fonte ogni contesa futura che assumerebbe altrimenti il carattere di una angusta visione campanilistica ed alla fin fine di un uso improprio e speculativo del territorio. I recenti incontri con il Comune di Roccamorice e l'intesa raggiunta con il Comune di Gamberale dimostrano che questa è la strada più giusta, che non mortifica le aspettative locali e salvaguardia il territorio protetto da ogni mira speculativa.

Il Parco Nazionale della Majella sta quindi dimostrando di essere in salute, che può dare in tempi brevi ciò che promette, nel rispetto delle volontà delle amministrazioni locali che hanno dimostrato di saper bene interpretare il ruolo che era loro demandato: progettare un nuovo sistema economico basato sulla tutela della biodiversità e sulla conservazione del patrimonio di memorie storiche. Ancora molto cammino è da percorrere, ma molta strada è stata fatta e le radici culturali che hanno attecchito e si sono propagate in questi anni costituisco il più grande dei patrimoni da salvaguardare per noi e le future generazioni.