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Parco Nazionale della Majella




Radio Lupo

Notiziario Ufficiale del Parco Nazionale della Majella

Anno 1 - Numero 3 - Luglio-Settembre 2000


Il Parco, un esordio positivo nel nuovo secolo

Escursionisti

di Giuseppe dionisio - Presidente della Comunità del Parco

L'estate volge ormai al termine e si può fare un primo, seppure incompleto, bilancio della stagione trascorsa, che ha segnato un punto di svolta rispetto ai precedenti in termini di presenze turistiche, iniziative e capacità di offerta riguardo ad una domanda che ormai supera i confini nazionali, per affrontare il giudizio più severo del mercato internazionale.
I primi dati che abbiamo riguardano le grandi aree, già a vocazione turistica consolidata, dove si sono registrate, con una punta massima in Agosto, più giorni - presenze rispetto allo scorso anno. Caramanico Terme, i paesi degli altopiani maggiori, quelli pedemontani del pescarese, del chietino e dell'aquilano hanno registrato affluenze record con incrementi significativi di stranieri, soprattutto tedeschi. Questa stagione buona, che si traduce in maggiore fatturato per i nostri operatori turistici, è indice di interesse crescente per la nostra area protetta da alimentare in futuro, perché assuma una forza sempre più consistente.
Importante appare il delinearsi di una circolarità nelle presenze tra i parchi nazionali abruzzesi che devono prendere coscienza della loro complementarità, per fare dell'Abruzzo in modo reale la regione dei parchi, custodi non solo di tesori naturali, ma anche soprattutto di storia, cultura e tradizioni, richiami irresistibili per il turista colto in cerca di stimoli intellettuali da abbinare al periodo vacanziero. Le comunità locali hanno intuito già questa verità e guardando ai parchi non più con l'ottica iniziale, errata come il tempo ha dimostrato, del deus ex machina capace di creare dal nulla un problematico benessere: oggi le aree protette sono vincolo di conoscenza della nostra terra, cornici entro cui nuove economie e giovani imprenditori si confrontano con originali vocazioni, inserendovi un lavoro, oltre che di ricerca dell'immagine e dei prodotti da vendere, anche di usi e costumi che sono l'anima stessa delle nostre popolazioni montane.
L'esempio migliore ci viene offerto dal moltiplicarsi delle manifestazioni popolari, come sagre, rappresentazioni in costume, mostre, piccole fiere che hanno il più delle volte il grande pregio di essere un mezzo "povero" ma non per questo meno efficace, per la visita ai luoghi, per avvicinarsi alla nostra gente ed alfine, quel che più conta, al patrimonio naturalistico dei nostri parchi.


Parcoproduce Questi avvenimenti meritano non solo una attenzione distratta, come di solito avviene, ma devono essere incoraggiati nelle loro forme più genuine in quanto assumono una funzione insostituibile nella valorizzazione del territorio nelle sue accezioni ampie e nell'accrescimento delle microeconomie zonali. La ricerca assidua che viene fatta dei "loghi" dei parchi a sostegno di queste manifestazioni, sono, d'altronde, il riconoscimento di un ruolo importante e della funzione trainante delle aree protette nell'immaginario collettivo, una sorta di presa di coscienza con l'identificarsi in un campanile più vasto che non ha, di converso, le accezioni deleterie che sinora hanno contraddistinto una ricerca pervicace e perlopiù dannosa di autonomie negative. Ai dirigenti degli Enti Parco ed ai consigli delle comunità resta la capacità di guidare queste iniziative, non tutte convincenti ancora per la verità, inserendo le più significative in un calendario abruzzese, con il concorso della Regione, da poter offrire ai nostri tour operator.


bocconcini Appare evidente, quindi, il ruolo positivo riconosciuto ai parchi come volano economico per una più rapida valorizzazione delle risorse del territorio. Le popolazioni locali hanno, cioè acquisito coscienza del ruolo forte delle aree naturali protette. Certamente ancora molto cammino rimane da percorrere perché vengano pienamente comprese e indirizzate nei giusti canali tutte le potenzialità, ancora latenti in gran parte, ma, alla fine di questa stagione, tracciando un primo consuntivo, ci sembra di poter essere ragionevolmente ottimisti sul futuro che ci attende. Sono convinto che la sfida vera verrà in seguito, quando dovremo migliorare e affinare le nostre capacità imprenditoriali, offrendo una più diffusa ricettività, la nostra ricchezza museale, una natura incontaminata e, nel contempo, vivibile, in concorrenza, in un mercato agguerrito, con imprenditori e amministratori abili, preparati già a queste sfide, di aree in avanzato grado di sviluppo turistico.
Una certezza, però, l'abbiamo, confermataci anche dall'esito lusinghiero di questa stagione trascorsa: le presenze numerose registrate nella nostra area sono venute perché attratte e incuriosite dalla originalità della nostra gente, della nostra storia e dall'integrità del territorio.
L'offerta di questi "prodotti", da fare congiuntamente ad altri parchi abruzzesi, integrandola con il bene mare è la carta da giocare per fare dell'Abruzzo una delle mete turistiche appetite nel nuovo secolo.