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Parco Nazionale della Majella




Radio Lupo

Notiziario Ufficiale del Parco Nazionale della Majella

Anno 1 - Numero 3 - Luglio-Settembre 2000


SALLE: assunti in gestione dal Parco i terreni comunali

Salle

di Teodoro Andrisano

Prosegue con successo la politica di acquisizione di terreni di pregio naturalistico da parte dell'Ente Parco; il giorno 29 agosto 2000 è stata sottoscritta con il Comune di Salle la Convenzione per l'assunzione in gestione dei terreni di proprietà comunale localizzati all'interno del territorio del Parco.
Oltre 1.000 ha fra boschi di faggio e pascoli di alta quota sulle montagne del Morrone di proprietà comunale sono passati in gestione diretta al Parco, che così ha portato a quota 11.377 ha la superficie complessiva presa in gestione, pari all'incirca al 15.35 % della superficie del Parco Nazionale della Majella.
Si può ben affermare che quasi la metà della superficie del Parco Nazionale della Majella risulta oggi essere affrancata dalla possibilità di modificarne l'attuale destinazione e di subire interventi che non siano di pura riqualificazione naturalistica. Il tutto con il pieno consenso delle comunità locali che non vedono intaccati i propri diritti tradizionali di pieno accesso al territorio e all'esercizio degli usi civici, assicurandosi allo stesso tempo un reddito annuo certo e costante, ottenuto senza rischi di sorta.
La cosa non è di poco conto se si considera che tradizionalmente gli unici introiti ricavabili da queste proprietà provengono dall'affitto dei pascoli non appetiti dai locali ad allevatori forestieri e alla cessione dei boschi a qualche cooperativa per il taglio del bosco ceduo o, più di frequente, per l'effettuazione di interventi di miglioramento dei boschi, assicurando così alla popolazione la legna da ardere per uso civico a costi contenuti.
I benefici per il Parco sono molteplici:

  • eliminazione di possibili contrasti o conflitti su aree di pregio naturalistico;
  • buoni rapporti con le comunità locali;
  • miglioramento della naturalità del territorio, anche per il solo fatto che viene lasciato a riposo;
  • piena disponibilità di territori di scarso interesse per i locali, perché di scarsa fertilità, lontani o difficilmente raggiungibili dai centri abitati (pascoli di alta quota, brecciai, creste rocciose, boschi di protezione, ecc.), dove però sono localizzati gli elementi di pregio naturalistico più qualificanti per il Parco e per la sua immagine;
  • possibilità di effettuare senza contrasti interventi di miglioramento e riqualificazione naturalistica degli ecosistemi di pregio, impiegando quando possibile manodopera locale;
  • impedire l'accesso ai pascoli in quota, non appetiti dai locali, ad allevatori forestieri, estranei al territorio, spesso portatori di problemi di ogni tipo e poco o punto accetti dalla popolazione locale.