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Parco Nazionale della Majella




Radio Lupo

Notiziario Ufficiale del Parco Nazionale della Majella

Anno 1 - Numero 5 - gennaio-marzo 2001


Il Parco che vive

Fiore

Giuseppe Dionisio Commissario Straordinario del Parco Nazionale della Majella

Nell'assumere la carica di Commissario del Parco Nazionale della Majella mi è gradito rivolgere un saluto affettuoso a tutte le nostre popolazioni montane, ai civici consessi, agli Amministratori Provinciali e Comunali.
E' certo un evento straordinario il Commissariamento dell'Ente Parco ma vi è stato anche l'importante segnale che il Commissario nominato dal Ministro sia il candidato già indicato all'unanimità dalla Comunità del Parco per il ruolo di Presidente dell'Ente. Il Ministro dell'ambiente ha voluto, con questo atto, proporre alle popolazioni della Majella una gestione autonoma e condivisa di un bene che è certo patrimonio di rilevanza nazionale, ma che è anche e soprattutto una eredità del nostro popolo.
Questa scelta, espressione del territorio è, quindi, non solo una esplicita ammissione della raggiunta maturità e capacità di autogestione delle nostre popolazioni ma è anche un riconoscimento meritato al ruolo svolto dalla nostra Comunità in questi anni trascorsi.
Un ruolo che, come ho più volte sottolineato, è stato decisivo per la nascita e la crescita di una idea che è diventata speranza ed oggi è accettata e condivisa da tutti; una Comunità del Parco, quindi, protagonista e non poteva essere diversamente. Non vi è futuro per imposizioni ed atti calati solo dall'alto e la grande intuizione che i nostri Amministratori hanno avuto è stata quella di discutere e perseguire una opportunità, forse irripetibile, per elaborare un originale ed autonomo modello di sviluppo difendendo ambienti e risorse, usi e costumi di grande pregio ed originalità. Ricominciamo, quindi, con il cammino intrapreso. Alla Comunità spettano oggi compiti ardui. Innanzitutto concretizzare il piano di sviluppo Socio-economico le cui idee guida sono ormai ben definite.
Nella cornice del Piano del Parco vi sono spazi ancora inesplorati per una originale simbiosi tra tutela e crescita economica ed oggi la gente della montagna ha imparato ad apprezzare obiettivi di conservazione a cui si affiancano gli interventi che il Parco numerosi va realizzando.
L'orto botanico, i centri visita, l'utilizzo dei beni immobili acquistati, lo sviluppo occupazionale, la rete museale, la bonifica del territorio sono altrettanti momenti significativi di creazione di ricchezza e di opportunità per i nostri giovani. Non vi è più futuro per strategie dilapidanti di risorse ambientali e di ricchezze culturali che sono il frutto del sacrificio e del vissuto di innumerevoli generazioni di montanari. Il valore della nostra proposta sarà direttamente proporzionale alla nostra capacità di conservare i beni che abbiamo.
D'altro canto sarà cura della Dirigenza del Parco dare ogni possibile assistenza agli Amministratori che sul territorio vivono e che rimangono i primi referenti dei cittadini. Le loro conoscenze e la capacità di dialogare con gli amministrati sono un bene, anche questo da tutelare e valorizzare. Il consenso è l'obiettivo che ognuno per la sua parte deve perseguire e raggiungere.
La mancanza di partecipazione democratica e condivisione delle scelte può divenire esiziale per il futuro stesso dell'area protetta. Un Parco per vivere e crescere ha bisogno di una grande ed attiva elaborazione di idee che divengano, poi, patrimonio collettivo. Il mio ruolo, nei tempi concessimi e nello spirito della nomina Ministeriale, sarà quello di stimolare e ricercare un dialogo con le popolazioni locali; contribuire a costruire un Parco che vive non di luce riflessa ma capace di irradiare una sua luce originale ed autonoma, un punto di riferimento per uno sviluppo di qualità nuova. Il compito è certo non facile ma so per esperienza acquisita in tanti anni di Pubblica Amministrazione che quando tanti Amministratori, forze sociali concertano su questioni di così grande rilevanza, si raggiungono consensi, si elaborano idee stimolanti.
La salvaguardia al massimo livello della natura, della storia e tradizioni della Majella e della sua gente è il punto di partenza ineludibile per questa nostra ricerca e, come già è emerso nelle elaborazioni escaturite nella Comunità per la stesura del Piano del Parco, è intuito da tutti che non vi è alternativa percorribile.
Ci attendono per i prossimi mesi momenti di intenso lavoro: anche questo dovrà essere un segnale da dare alla gente della montagna. L'intelligenza e la volontà di tutti al servizio di una grande idea. Il nostro Parco vivrà e si affermerà se Amministratori, popolazioni locali, dirigenti dell'Ente, ognuno per la sua parte, avranno il coraggio e la decisione necessaria per lasciarsi alle spalle vecchie idee di sviluppo, incentrate sull'abuso del territorio, superate dalla storia, per guardare in avanti, a volte in un territorio incognito che ci sfida a costruire una migliore qualità della vita, che ci sprona al superamento dell'egoismo dei poteri forti.