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Parco Nazionale dei Monti Sibillini

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Trentasei operatori abilitati alla cattura del cinghiale nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini

Le operazioni di controllo tramite cattura sono previste nell’ambito del "Piano triennale di gestione del cinghiale" che è stato avviato alla fine del 2012 e si concluderà alla fine del 2015

(Visso, 29 Nov 13) Si è di recente concluso il primo corso per l'abilitazione al prelievo selettivo del cinghiale tramite catture nel Parco Nazionale dei monti Sibillini. Si è svolto lo scorso ottobre in due sessioni (una a Visso ed una ad Amandola) e si è concluso con l'abilitazione di 36 operatori, prevalentemente agricoltori e allevatori del territorio Parco.

Il corso ha avuto l'obiettivo di diversificare le tipologie di intervento di gestione e controllo del cinghiale e di coinvolgere maggiormente gli imprenditori agricoli - i quali hanno espresso così la loro disponibilità a collaborare nella gestione di questo ungulato nel territorio del Parco – ed è stato promosso anche da Coldiretti che ha svolto un ruolo di assistenza e coordinamento nei confronti degli agricoltori interessati.

Le operazioni di controllo tramite cattura sono previste nell'ambito del Piano triennale di gestione del cinghiale che, avviato alla fine del 2012, si concluderà alla fine del 2015. Fino ad oggi le catture, effettuate da personale autorizzato, hanno rivestito un ruolo secondario rispetto all'abbattimento selettivo che ha invece costituito il principale metodo di controllo. L'abilitazione del nuovo gruppo di operatori di catture contribuirà quindi ad un maggiore impiego di questo metodo considerato, per altro, più adeguato nelle aree protette.

Ora, per cercare di rendere il più efficace possibile il controllo della specie e, al contempo, creare una fonte integrativa di reddito per gli agricoltori, è necessario adoperarsi per valorizzare il prodotto. E' indispensabile quindi uno sforzo concreto e, soprattutto, comune per creare e promuovere una filiera per la commercializzazione delle carni degli animali entrati nel piano di controllo che sia conforme alle norme vigenti. A tal proposito il Parco ed il Comune di Visso stanno lavorando insieme per fare del mattatoio comunale il primo centro di raccolta e lavorazione della selvaggina all'interno dei confini del Parco che potrebbe essere messo a servizio di gran parte del territorio dell'area protetta.

Questo è sicuramente il primo passo necessario al quale si spera presto si possano aggiungere anche altri (Enti, associazioni di categoria, ecc.) che a vario titolo possono contribuire alla valorizzazione di un prodotto locale. 

Ricordiamo, però, che il prelievo selettivo all'interno delle aree protette può essere effettuato solo al fine di "ricomporre squilibri ecologici"; nel caso del cinghiale, tali squilibri sono stati individuati nei confronti degli agroecosistemi, soggetti a consistenti danni arrecati da questa specie. Il cinghiale, però, estinto dai Sibillini (come da gran parte d'Europa) in tempi storici recenti e reintrodotto per finalità venatorie, è una specie autoctona e svolge un ruolo ecologico anche positivo. L'obiettivo del Piano di gestione del cinghiale nel Parco, quindi, è quello di raggiungere e mantenere una popolazione sostenibile in relazione al mantenimento degli agrosistemi tradizionali e agli ecosistemi naturali.

Trentasei operatori abilitati alla cattura del cinghiale nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini
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