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Parco Nazionale dei Monti Sibillini

www.sibillini.net
 

Parco Nazionale dei Monti Sibillini: misure di conservazione dei Siti Natura 2000.

(Visso, 15 Apr 16) Il Parco ha adottato le misure di conservazione dei siti di interesse comunitario ricadenti nel territorio dell'area protetta. Il provvedimento ha suscitato una serie di reazioni ed interpretazioni, anche contrastanti, per cui si ritiene opportuno fornire alcuni chiarimenti. L'adozione delle misure è obbligatoria in attuazione della direttiva comunitaria "habitat", e a causa del  ritardo nell'adozione, l'Italia (e non il Parco) è sotto procedura di infrazione da parte della CE. Le misure di conservazione adottate dal Parco riguardano soprattutto le attività agro-silvo-pastorali e turistico - ricreative e tengono conto di moltissimi studi e valutazioni effettuati nel corso degli anni, nonché del Piano del Parco.  A tal proposito va smentita l'osservazione del Sindaco di Castelsantangelo sul Nera, Mauro Falcucci, che definisce "inesistente" il Piano del Parco. Anche se l'iter di approvazione non è completato, il piano è stato infatti già approvato dal Consiglio Direttivo del Parco e adottato dalle Regioni Marche e Umbria  (il Piano è consultabile nel sito web del Parco).  Tornando alle misure di conservazione va precisato che esse ricomprendono, anche in un'ottica  di  semplificazione norme già vigenti, come ad esempio la regolamentazione del campeggio. Solo in pochi casi si è  reso necessario integrare le norme con misure specifiche, per gestire fenomeni in crescita, come l'aumento della frequentazione con mountain bike di aree di particolare fragilità ambientale, che presentano tra l'altro rischi oggettivi per la sicurezza dei fruitori. Va ben chiarito che la limitazione della fruizione con mountain bike   interessa sostanzialmente sentieri che raggiungono le creste più impervie dei Sibillini, come il M. Priora, il M. Vettore, il M. Sibilla e il M. Bove, e siti molto delicati, come il lago di Pilato e le Lame Rosse. La frequentazione di questi siti con le mountain bike è in costante aumento, nonostante le strategie di fruizione del Parco mirino a disincentivare flussi consistenti in tali aree. Al fine di prevenire il rischio di una diffusione incontrollata di mountain bike nei siti sensibili e contenere i possibili fenomeni erosivi conseguenti, le misure di conservazione hanno previsto il divieto di transito con questi mezzi nella sola zona A di "riserva integrale". Anche in zona A, comunque, è possibile transitare su strade sterrate d'alta quota, come quelle del Fargno, di Passo cattivo e della Sibilla. Si tratta, quindi, di una restrizione limitata a poche aree,  e necessaria per la salvaguardia di habitat molto sensibili, come le fragili praterie di alta quota e specie di interesse comunitario, come il camoscio appenninico.

Va invece sottolineato che il Parco incentiva e favorisce una fruizione responsabile e sostenibile del territorio, come dimostra il sistema di fruizione che  vede realizzata una rete di 386 km di sentieri da percorrere a piedi e di ben 423 km di percorsi per mountain bike, tutti provvisti di segnaletica e sui quali viene effettuata manutenzione.

Un ulteriore chiarimento merita la tempistica dell'entrata in vigore delle norme adottate. Le misure sono state pubblicate sul Bur Marche e Umbria e sul sito istituzionale del Parco per la fase di consultazione che prevede un tempo di 30 giorni per presentare eventuali osservazioni. Solo al termine di tale procedura si avrà la definitiva approvazione regionale.

Nell'ottica di partecipazione ai processi decisionali che il Parco adotta, si intende promuovere l'incontro con i portatori di interesse al fine anche di valutare eventuali modifiche migliorative delle misure.

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