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Parco Nazionale dei Monti Sibillini |
Prodotti tipici |
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Acquista i prodotti agricoli tradizionali e di qualità visitando le aziende del Parco
Valorizzare i prodotti agricoli del Parco Nazionale di Monti Sibillini e far conoscere, più da vicino, la storia e le tradizioni di agricoltori che, con passione, si dedicano instancabilmente al loro lavoro. E infatti grazie a loro che la montagna ancora oggi rappresenta il luogo ideale in cui lagricoltura diventa cultura della tradizione, sapienza antica nel tramandare usi, consuetudini e metodi.
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Carta d'identità gastronomica |
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A cavallo tra Marche e Umbria, il parco dei Sibillini è crocevia di antichissime tradizioni gastronomiche: la civiltà pastorale si unisce alla norcineria (di cui l'Umbria è capitale indiscussa) e l'agricoltura resiste, con alcune produzioni simbolo, come la lenticchia di Castelluccio. Sui Monti Sibillini si producono salumi straordinari - coppe di testa, lonze e capocolli, salami lardellati, prosciutti - ma la storia di questo territorio è prima di tutto quella della transumanza: il formaggio più importante è il pecorino, ma si trovano anche le ricotte (fresche o stagionate) e, in misura minore, caprini o misti. L'elenco delle ricchezze gastronomiche del parco non finisce qui: questo territorio incontaminato offre antiche varietà di mele, eccellenti produzioni di miele, tartufi, funghi (russole, boleti, amanite, finferli), castagne, ceci, cicerchie, trote (allevate nel torrente Nera), farine (di grano, di granoturco e di roveia), pane cotto nel forno a legna, biscotti e, per finire, i due tradizionali fine pasto della zona: il Mistrà e il Vin cotto. La selezione delle "produzioni eccellenti" è stata effettuata da una apposita commissione di Slow Food che ha degustato e valutato i prodotti del Parco. Tratto da Atlante dei Prodotti Tipici dei Parchi realizzato da Slow Food in collaborazione con Legambiente e Federparchi. |
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Pane |
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Pane di maisFino agli anni trenta nei Sibillini il pane era quasi esclusivamente di mais. Ora è quasi introvabile ma qualche panettiere produce ancora queste pagnotte gialle, sode, fragranti e dall'intenso profumo di polenta. Qualcuno ricorda che un tempo era prassi comune impastare pagnotte di mais rotonde ed infornarle adagiate su una foglia di cavolo, per evitare che si attaccassero al fondo del forno. |
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Salumi |
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CiavuscoloQuesto singolare "salame da spalmare" (detto anche ciauscolo e ciabuscolo) è il salume più tipico delle marche. La ricetta tradizionale prevede di confezionarlo con carni tratte dalla pancetta, dalle costate e dalla spalla e di aggiungere una consistente percentuale di lardo (circa il 50% del totale, ma ci sono varianti molto più magre). |
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FegatinoCugino stretto del ciavuscolo, è una sorta di paté de foie dei poveri: le ricette sono svariate, ma grosso modo l'impasto è costituito da fegato di maiale, carne e poco grasso, è condito con sale e pepe, aromatizzato con buccia d'arancia grattugiata, poco aglio e noce moscata e infine insaccato nel budello naturale. |
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Razze autoctone |
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Pecora SopravissanaNata nel XIII secolo dall'incrocio tra arieti spagnoli di razza Merinos e pecore Vissane, dal territorio laziale la Sopravvissana si è diffusa in Umbria, nelle Marche, in Toscana e in Abruzzo. Di taglia media (60,70 chili nei maschi e 40, 50 nelle femmine), ha il vello bianco e la testa dal profilo leggermente montonino nei maschi e rettilineo nelle femmine. |
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Formaggi |
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Pecorino dei Monti SibilliniL'habitat del Parco è ideale per la produzione dei formaggi di pecora. In particolare qui si alleva la pecora appenninica, una meticcia robustica e rustica (derivata dal ceppo della sopravvissana) che dava un ottimo latte. La tecnica di caseificazione è quella classica del pecorino di montagna: al latte appena munto si aggiunge caglio di agnello o capretto. |
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Legumi |
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Lenticchia di CastelluccioLungo 7 chilometri e largo 3, l'altipiano di Castelluccio è un immensa distesa di erba e fiori a 1400 metri di altitudine. Una parte del territorio che si divide in Pian Grande, Pian Piccolo e Pian perduto, è coltivato da pochi contadini, in genere anziani, specializzati nella produzione delle lenticchie, un legume antico che cresce senza difficoltà anche a quote elevate e non deve essere trattato chimicamente. |
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Tartufi |
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Tartufo nero pregiatoComunemente detto "Tartufo Nero di Norcia e Spoleto", il Tuber melanosporum Vittadini è riconoscibile da altre tipologie (il Tuber brumale Vittadini o tartufo nero d'inverno, ad esempio, o il Tuber aestivum Vittadini, tartufo nero d'estate o Scorzone) per la sua scorza nera rugosa con verruche munte e la polpa nero-violacea con venature bianche. |
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Frutta |
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Mele Rosa dei Monti SibilliniLe mele Rosa sono un'antica popolazione da sempre coltivata sui Monti Sibillini. Sono piccoline, irregolari, leggermente schiacciate e con un peduncolo cortissimo.. il colore è verdognolo con sfumature che vanno dal dal rosa al rosso violaceo. |
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Dolci |
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Cacioni, Piegoni o PiegatiSi possono trovare sia dolci sia salati. Assomigliano a un grosso tortello dalla forma a mezzaluna. |
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Liquori e distillati |
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MistràNelle campagne marchigiane il Mistrà è un ammazzacaffè tradizionale, prodotto per distillazione alcolica e aromatizzazione, oltreché con l'anice verde - diffuso sui Sibillini - con finocchio selvatico e con frutta (mele, arance). |
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Conserve |
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Miele |
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A seconda del fiore da cui il nettare proviene il miele assume colorazione, caratteristiche, sapore e nomi diversi; per questo troviamo, nel Parco, miele di acacia, di castagno e di millefiori. Per ottenere un miele di qualità sono elementi necessari un ambiente incontaminato ed abbondanti fioriture spontanee. |