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Felciata

La Felciata, in dialetto moranese 'a filicèta, ha origini antichissime e appartiene alle tradizioni della pastorizia di Morano Calabro. La Felciata prende il nome dalle felci da cui riceve il suo straordinario aroma. E' prodotta con latte di capra nel periodo estivo, addizionato con una piccolissima parte di latte ovino, quando i pascoli conferiscono il meglio in aromi, profumi e sapori.

Il latte viene filtrato con le felci e poi riscaldato nelle caldaie di rame (a 34 gradi). Quindi si aggiunge il caglio di capretto o di agnello, si lascia coagulare e, verso la fine, si sistemano i rametti di felce sulla cagliata. Quest'ultima, dopo circa mezz'ora è raccolta con la cucchiera (tipico attrezzo di legno d'acero) ed è trasferita in secchielli di legno di gelso o di noce, avendo cura di alternare strati omogenei di cagliata e felci. Oggi si usano anche contenitori di vetro o di ceramica.
La Felciata si mangia freschissima, appena fatta, quando è ancora tenera e calda. Questo prelibato formaggio da sempre ha arricchito le tavole dei nobili del luogo, tant'è che si usava chiamarla Pane degli Angeli. Inoltre, si racconta che gli artigiani del legno scambiasseto un caratteristico secchiello in cambio del golosissimo formaggio.

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