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Parco Nazionale dell'Appennino Lucano
Val d'Agri - Lagonegrese

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"Basilicata Pittoresque". La Divina Commedia tra i luoghi del Parco Appennino Lucano

(Marsiconuovo, 14 Feb 14) Basilicata Pittoresque è il titolo della mostra fotografica di Filippo Verova ospitata dal Museo Nazionale Archeologico dell'Alta Val d'Agri, fino al 30  aprile 2014. 
"C'é qualcosa di straordinario nel trasformare le idee in immagini, in visioni". Queste le parole dello scrittore Thomas Eliot tratte dal Saggio dedicato al Sommo poeta che, come ha ricordato il direttore generale dell'Apt, Gianpiero Perri, nel corso del suo intervento al Convegno inaugurale della mostra del brillante e creativo fotografo lucano, sono la sintesi di tutta l'opera dantesca: "Un'allegoria ovvero un modo più espressivo e ordinato di sognare". 
Piglio artistico e sapienza tecnica sono i due elementi fondamentali del lavoro del Verova e della sua idea di ambientare nei luoghi più affascinanti del Parco Nazionale dell'Appennino lucano alcune scene tratte dai canti della Divina Commedia, trasformandole in scatti fotografici che, come opere pittoriche, si mostrano in tutta la loro bellezza nella sala centrale del Museo: un sito culturale immerso nella florida vegetazione del territorio di Grumento Nova.
Ispiratosi alle tavole del noto incisore e pittore francese, Gustave Doré, che tra il 1861 e il 1868 illustrò proprio il capolavoro dantesco, il fotografo riambienta in Basilicata alcune delle tappe del viaggio di Dante e Virgilio nei tre mondi ultraterreni: Inferno, Purgatorio e Paradiso.
Gli ospiti della mostra potranno immergersi così in una dimensione visionaria, ripercorrendo alcuni episodi del racconto dantesco e ammirare molte delle località della Basilicata come autentiche protagoniste dell'intera opera.
Ed è così che la Darsena di Maratea è diventata palcoscenico naturale per rappresentare il passaggio dei peccatori guidati da Caronte lungo il fiume Acheronte verso l'Antinferno, luogo dove sono puniti gli ignavi: uomini che vissero "senza 'nfamia e senza lodo", come recitano alcuni versi del canto terzo dell'Inferno.
L'ipogeo del Castello di Laurenzana - risalente al XII-XIII sec. d.C. - ha ospitato, invece, le scene che raccontano le tristi vicende della lunga e atroce prigionia del Conte Ugolino (Ugolino della Gherardesca), nobile podestà della città di Pisa, alleatosi con i guelfi per interessi economici e poi imprigionato nella Torre della Muda dal suo avversario, l'arcivescovo Ruggieri di Pisa. I due poeti si trovano nel nono girone dell'Inferno dove sono puniti i traditori della patria e del partito.
Nel percorrere la mostra il visitatore potrà notare, in una delle fotografie esposte, l'affascinante struttura di Palazzo Manzoni (ex Convento di S. Tommaso) allestita per le scenografie  ispirate al canto venticinquesimo del Purgatorio in cui Dante e Virgilio, insieme al poeta latino Stazio,  incontrano i lussuriosi nella settima cornice del secondo regno ultraterreno. 
Uno sguardo attento merita lo scatto che raffigura la bellezza dell'Eden nella lussureggiante Oasi naturale del "Bosco Faggeto" di Moliterno dove Adamo ed Eva, simboli del peccato originale e tema del settimo canto del Paradiso, sono stati fotografati  magistralmente. Nel seguente canto Beatrice spiega a Dante i motivi della punizione di Dio nei confronti dell'umanità attraverso la distruzione di Gerusalemme e la morte espiatrice del Verbo di Dio, disceso in terra nella natura umana e divina di Gesù Cristo. 
Al vernissage tenutosi il 1 febbraio scorso per promuovere l'ultima fatica di Filippo Verova hanno preso parte il direttore generale dell'Apt, Gianpiero Perri; il presidente del Parco Nazionale dell'Appennino lucano, Domenico Totaro; il soprintendente per i Beni Archeologici della Basilicata, Antonio De Siena; il direttore del Museo Archeologico di Grumento Nova, Salvatore Pagliuca; la professoressa Nunziata Zampino, direttrice della biblioteca del CFFI di Muro Lucano e il sindaco di Grumento Nova, Vincenzo Vertunni.
Il progetto, voluto fortemente dalle personalità sopra citate, è un altro dei passi verso la valorizzazione delle eccellenze della Basilicata. Se è vero che "la bellezza salverà il mondo", come diceva il noto scrittore Dostoevskij, la cultura può divenire volano di sviluppo economico se si trovano le giuste sinergie tra gli attori pubblici e privati dei diversi territori coinvolti e se si investe maggiormente nella comunicazione delle straordinarie risorse culturali, archeologiche, naturalistiche di cui la regione può vantare. In tal modo Dante diventa maestro per il nostro vivere contemporaneo perchè, come ha ricordato il soprintendente De Siena: "Il visionario non è un folle ma un uomo capace di immaginare il futuro".
'Basilicata Pittoresque'. La Divina Commedia tra i luoghi del Parco Appennino Lucano
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