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Parco Nazionale dell'Appennino Lucano
Val d'Agri - Lagonegrese

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Il cinghiale da problema a risorsa. Parchi a confronto per uno scambio di esperienze

(Marsiconuovo, 18 Feb 14) Si è svolto ieri mattina, presso la sede del Parco dell'Appennino Lucano a Marsico Nuovo, il seminario avente per tema le più recenti esperienze di gestione del cinghiale nei parchi italiani. L'ungulato che maggiormente popola i territori delle aree protette del nostro paese è da tempo al centro dell'attenzione degli enti parco che stanno elaborando intese e collaborazioni per affrontare e mitigare il problema. Il seminario dal titolo "Il cinghiale. Da problema a risorsa" ha visto dibattere intorno al tavolo direttori ed esperti di parchi di diverse aree italiane. A introdurre i lavori è stato il presidente del Parco Appennino Lucano Domenico Totaro che ha evidenziato la necessità di superare la logica dell'indennizzo dei danni provocati dai cinghiali, le cui richieste troppo spesso sollevano dubbi e diffidenza da parte di chi è chiamato a gestire fondi pubblici. Una logica che si può superare, ha ribadito Totaro in conclusione, promuovendo protocolli di interventi comuni tra i diversi parchi. A questo proposito il presidente ha proposto un tavolo tecnico con la Regione, che detta le linee per gli interventi, e la provincia a cui è affidato il delicato compito di regolare le attività venatorie. Proprio queste ultime sono state più volte citate dagli esperti e dai direttori del Parco di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli, Andrea Gennai, e dell'Arcipelago Toscano Franca Zanichelli. Per quest'ultimo parco, il cui perimetro coincide grosso modo con l'isola d'Elba, il problema dei cinghiali riguarda soprattutto l'impatto sul turismo, per cui a parte l'abbattimento il metodo più efficace rimane il trappolaggio. Il direttore Gennai si è soffermato molto sull'illustrazione del sistema della cattura sperimentato nel Parco San Rossore, dove è forte il coinvolgimento degli agricoltori, ma importante è anche il ruolo delle Asl, fondamentale per evitare la destinazione incontrollata delle carni dell'animale. A illustrare il programma per la gestione del cinghiale nel Parco Appennino Lucano è stato Federico Morimando, naturalista e tecnico faunistico, per il quale gli interventi più efficaci sono quelli di prevenzione. Il progetto presentato dall'esperto prevede anche finanziamenti per opere di prevenzione, tra le quali si preferisce promuovere le recinzioni elettriche piuttosto che quelle in metallo, senz'altro più impattanti sotto il profilo visvo. Al termine della prima parte del seminario si è tenuta una tavola rotonda, moderata da Nino Martino, responsabile della comunicazione del progetto sul cinghiale del Parco Appennino Lucano, alla quale hanno preso parte esperti e presidenti dei Parchi Lucani, funzionari della Regione e l'assessore provinciale Figliuolo. Dal dibattito è emerso il quadro della problematica degli ungulati sul territorio regionale e un confronto proficuo sulle attività messe in campo dai diversi enti.
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