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Parco Nazionale della Val Grande



Atti del Convegno
  Convegno “Sport & Turismo…a spasso con l’Educazione Ambientale”

Intervento di Arturo Lincio

Attualmente il Parco Nazionale Val Grande è un’area debole a causa di tre fattori: popolazione esigua, economia marginale, attività produttive in difficoltà. Dunque, a fronte di una sempre maggiore richiesta di ambienti incontaminati e sani, gli Enti preposti alla valorizzazione del nostro patrimonio ambientale devono trovare la capacità di fornire strutture adeguate alle esigenze dei cittadini in termini di servizi.

Tenuto conto delle funzioni sociali di un Parco e della necessità di attivare più strette interazioni tra le aree protette e le zone limitrofe, occorre saper individuare e cogliere tutte le opportunità economiche e di sviluppo che un sistema “in rete” di aree protette può e deve conferire al territorio.

Come è noto, la Legge 142 prevede, all’articolo 6, che tutti gli Enti e le Amministrazioni pubbliche, quindi anche i Parchi, nell’esercizio delle relative competenze, si “conformino” ai Piani Territoriali di Coordinamento delle Provincie. E’ inoltre compito delle Province raccordare i piani tra loro perché siano comunicanti anziché a compartimenti stagni ovvero affinché sia riportata coerenza tra le pianificazioni dei Parchi ed il territorio provinciale circostante.

Solo individuando i rapporti tra aree circostanti e territori protetti è possibile raggiungere l’obiettivo di costruire un sistema provinciale di aree protette messe in rete. Questo ci aiuterà ad operare quel maggior coinvolgimento della gente che opera nei Parchi e attorno ai Parchi, che è oggi punto assai dolente, e proprio grazie ad una maggiore collaborazione tra Provincia e Parchi, ci aiuterà a meglio raggiungere obiettivi comuni.

La maggiore organizzazione dei servizi per la soddisfazione sia dei bisogni sociali di chi vive nei Parchi, sia degli utenti, è raggiungibile proprio attraverso il sostegno e la promozione delle attività economiche compatibili e da incentivare, mentre i Parchi dedicano generalmente a tali scopi troppo poche risorse. Penso che questo sia uno dei più importanti nodi da sciogliere perché se vogliamo garantirci che i risultati delle politiche che attuiamo siano corrispondenti ai nostri desideri e ancor più alle aspettative di chi guarda ai Parchi come punto di riferimento e di sperimentazione per nuove forme di sviluppo compatibile, dobbiamo certamente attuare forme e condizioni di operatività concreta.

Dalla nascita e dal momento giovanile dei Parchi, caratterizzato da un idealismo che ha avuto una sua validità per prevenire forme di sviluppo ritenute non compatibili, sono ora maturi i tempi per giungere ad una fase di maturità più aderente alla realtà sociale ed economica del territorio, alla sua storia e alla sua cultura, così da attivare per il futuro più forti “sinergie”, sino ad oggi non pienamente colte.

L’augurio per il Parco della Val Grande è che si possano cogliere appieno le diverse potenzialità, iniziando dallo sport, per offrire un ventaglio di opportunità soprattutto per i giovani, che devono pur trovare nei Parchi una maggiore disponibilità nei confronti delle loro esigenze – almeno di quelle giuste – di svago ed esuberanza.

Arturo Lincio - Assessore Parchi - Provincia V.C.O.