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Parco Nazionale della Val Grande



Atti del Convegno
  Wilderness e turismo integrato - Opportunità o conflittualità?

Intervento di Antonello Angeleri

Un buon pomeriggio a tutti. La prima considerazione che mi viene spontanea è il fatto che anche nel pomeriggio siate rimasti tutti qui e riempiate la sala. E’ una testimonianza dell’attenzione che rispetto a questi temi si ha in questo momento.
Un ringraziamento particolare, mi si consenta, a quel gran vulcano che è la Professoressa Franca Olmi che è riuscita in questa realtà ad attrarre l’attenzione di grandi esperti, di grandi personaggi, per dare un contributo che ritengo, come Assessore Regionale ai Parchi, sia prezioso non solo per il Parco della Val Grande, ma per tutto il settore delle Aree Protette.

Il tema che oggi è all’ordine del giorno è un tema fra i più complicati. Basti pensare che un incontro di questo livello probabilmente qualche anno fa non sarebbe stato neanche pensabile per un tipo di politica esclusivamente di tutela che correttamente si faceva in quel determinato periodo.
Oggi, fortunatamente, dopo una prima fase di stretta tutela del patrimonio ambientale a livello nazionale, e ovviamente la Regione Piemonte è stata una delle prime in questa direzione, ebbene, dopo questa prima fase, si valuta con attenzione quella che è l’opportunità, non tanto di una scelta politica quanto di una scelta di buon senso di continuare a tutelare nell’unica chiave possibile questi beni preziosi che la nostra terra ci ha donato.

Perché dico questo? Perché la situazione economica del nostro Paese è una situazione che noi tutti conosciamo, per cui non entro nel merito. E’ una situazione che non ci consentirà, se non troveremo altre strade, altre vie, di tutelare nel futuro quanto abbiamo salvaguardato molto bene in tutti questi anni.
E’ certo che la valorizzazione di un’area protetta, qualsiasi essa sia, risulta quanto mai difficile soprattutto quando si cerca di trovare un punto di incontro tra protezione dell’ambiente e promozione socio-economica. E’, come torno a ripetere, tema molto difficile e complicato. Però questa mattina io ho voluto essere presente proprio per ascoltare, anche da un punto di vista tecnico, coloro che ci possono insegnare in questa direzione; ebbene ho avuto modo di ascoltare gli interventi di Andreas Gotz, di Francesco Cetti Serbelloni e della professoressa Attila Peano che per l’Assessorato regionale rappresenta un preziosissimo punto di riferimento.

Ebbene ho avuto da loro alcune indicazioni, alcune valutazioni per tutte quelle che sono le aree protette piemontesi; con la professoressa Peano si sta lavorando per un’ipotesi che va in questa direzione che potrà essere di massima utilità per le aree protette piemontesi. La professoressa Peano è stata incaricata dall’Assessorato Regionale insieme ad altri valenti docenti di valutare le opportunità di valorizzazione di quelle che sono le aree protette e tra qualche mese questo lavoro sarà pronto e sarà un lavoro estremamente prezioso per capire quale potrà essere la strada da seguire nei prossimi anni per continuare questo importante lavoro di tutela.
Senza non considerare un dato che io vorrei, essendo presenti molti Sindaci e molti Presidenti di Comunità Montane, sottolineare e cioè: deve essere valorizzata e salvaguardata quella che è l’autonomia degli Enti Locali; l’autonomia di quelle realtà che in passato probabilmente sono state considerate in modo superficiale e che oggi devono essere veri motori di uno sviluppo concertato a livello regionale. Si deve conseguire questo risultato nella consapevolezza del lavoro che è sempre stato prezioso, ma che in questo momento lo diventa ancora maggiormente, delle Amministrazioni Locali.

Ben venga quindi il momento di fruizione di quelle che sono le aree protette. Io mi auguro che questo sviluppo ecocompatibile si possa realizzare anche perché credo che la valorizzazione delle aree protette possa passare solamente da questa strada.

Concludendo il mio intervento, voglio ringraziare ancora Francesco Cetti Serbelloni per una frase che ha detto e che sintetizza molto bene quello che è il pensiero dell’Amministrazione Regionale nel settore dello sviluppo delle aree protette.
“Un gioiello messo in una banca, in una cassetta di sicurezza, un gioiello stupendo che non si può far vedere, perde di valore.”

Ebbene penso che questo sia un’espressione calzante, che ci indica come si debba agire per far conoscere quel bene prezioso di cui il Piemonte è sicuramente ricco e che oggi è per noi un punto di riferimento, un bene irrinunciabile.

Antonello Angeleri - Assessore al Turismo e ai Parchi - Regione Piemonte