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Il Po in Piemonte: un pezzo d'Italia che Giorgio Bocca non conosce

01 Marzo 2010

Abbiamo letto con stupore il contenuto dell'articolo di Giorgio Bocca sulla Repubblica del 27 febbraio 2010, dal titolo "Il padre Po avvelenato dai figli, in 5 anni l'inquinamento è triplicato" (http://www.repubblica.it/cronaca/2010/02/27/news/po_avvelenato-2445579/index.html?ref=search).


Vogliamo comunicare, con questa sintetica nota, che le affermazioni fatte sulla realtà del Po fra Casalgrasso e Moncalieri in Piemonte, non solo non corrispondono alla realtà, ma risultano anche non rispettose dell'enorme lavoro che tanti soggetti svolgono in quel territorio da oltre 10 anni, proprio utilizzando il "Progetto Po" dall'autore pure ricordato: dal Parco regionale del Po torinese, alla Regione Piemonte, alla Provincia, ai Comuni, all'ARPA, alle Società estrattive gestrici dei siti che collaborano, avendo accettato le regole del Piano del parco, nell'attuazione dei progetti in corso di recupero e che prevedono anche la prossima cessione a patrimonio pubblico delle stesse aree, una volta completate e chiuse le attività presenti. Tutte azioni che non stanno avvenendo nel sito colpito dal grave inquinamento nato sul Lambro e con il quale non appare quindi minimamente corretto essere paragonati.
Invitiamo pertanto il giornalista ad acquisire informazioni su quel territorio della Regione Piemonte da fonti più certe, per magari, perché no, parlarne dalle testate de "La Repubblica", cogliendo l'occasione far conoscere un pezzo d'Italia che funziona. Sono informazioni, ricordiamo, che peraltro sono ampiamente disponibili sulla rete semplicemente digitando Parco del Po torinese. Basta informarsi.


Piergiorgio Bevione e Ippolito Ostellino

Presidente e  Direttore del Parco regionale fluviale del Po torinese

info.parcopotorinese@inrete.it
www.parcopotorinese.it




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