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H2PO Info

N. 8 - Maggio 2003


Pianificazione

H2PO Info Aree protette e manutenzione del territorio (II parte)

Sono diverse le definizioni che possono essere attribuite alla manutenzione del territorio. Da un punto di vista generale si può fare riferimento alla definizione dell’Ente nazionale italiano di unificazione (UNI), sulla base del quale per manutenzione si intende “la combinazione di tutte le azioni tecniche ed amministrative, incluse le azioni di supervisione, volte a mantenere o a riportare una entità in uno stato in cui possa eseguire le funzioni richieste”.
La distinzione poi fra manutenzione ordinaria e straordinaria può essere basata su un criterio di periodicità degli interventi e di consistenza degli stessi. Ad esempio sono da considerare manutenzione ordinaria gli interventi che devono essere effettuati con regolarità periodica, a breve distanza di tempo gli uni dagli altri, di limitate dimensioni in termini economici, ovvero inerenti lavori di non particolare complessità e finalizzati ad un mantenimento della funzionalità sotto vari aspetti (ecologici, idraulici, paesaggistici ecc.).
Ritornando alla distinzione fra i diversi ambienti in funzione degli obiettivi della manutenzione, di cui si è trattato nella prima parte, consideriamo gli ambienti a forte connotazione naturale e con minima presenza antropica, che costituiscono le “zone elette” dei parchi e delle riserve. Sarebbe sbagliato ritenere che, in queste aree, la manutenzione ordinaria sia superflua. Innanzitutto perché, al giorno d’oggi, anche la “minima presenza antropica” ha un peso non indifferente (sentieri e rifugi molto frequentati; utilizzazioni forestali effettuate con ausilio di mezzi tecnologicamente efficienti, ma di impatto ambientale rilevante ecc.). Inoltre perché le oasi ancora relativamente tranquille e ricche in diversità biologica, sono comunque estremamente sensibili a ciò che avviene negli ambienti limitrofi; talvolta le aree di elevato interesse naturalistico sono “accerchiate” da zone molto più antropizzate, con presenza di complessi industriali, infrastrutture e aree ad agricoltura intensiva, che esportano fattori inquinanti anche a notevole distanza (ad esempio lanche e zone umide in prossimità di importanti corsi d’acqua che subiscono gli effetti negativi dell’impiego a monte di fertilizzanti chimici; aree ad alta densità forestale attraversate da vie di grande comunicazione stradale).
Come già ricordato nella prima parte, oltre alla necessità di rimuovere o limitare le cause disturbo, occorre anche provvedere ad effettuare interventi che consentano di porre rimedio agli effetti negativi dovuti a tali disturbi. Ad esempio può essere necessario organizzare periodicamente vere e proprie ripuliture in aree golenali, boschi ripariali ed in genere fasce interessate da frequenti esondazioni , che sono causa del trasporto di rifiuti di ogni genere; tali pulizie sono spesso assai costose per l’ingombro o la particolare natura di tali depositi (e pertanto non sono sufficienti le pur lodevoli giornate di volontariato). Un capitolo a parte è costituito dalla manutenzione ordinaria che si svolge nelle foreste, riconducibile ai diversi trattamenti del bosco e, di conseguenza, a diverse tipologie di interventi selvicolturali.
Anche nelle aree ad elevato interesse naturale ed a bassa presenza antropica, qualunque sia il tipo di manutenzione ordinaria, questa può acquistare efficacia nel tempo, e determinare di conseguenza effetti duraturi, se inquadrata in specifici piani di medio – lungo termine, adeguatamente supportati da puntuali e costanti monitoraggi ambientali. E’ il caso della pianificazione forestale su diverse scale (regionale, territoriale o locale), ma non solo. Soprattutto nel caso dei corsi d’acqua e delle fasce di pertinenza è più che mai importante pianificare la manutenzione ordinaria, con il supporto di controlli periodici della dinamica di diversi fattori (ad esempio variazioni delle portate indotte da prelievi a monte, verifica degli indici di qualità, controllo dell’evoluzione della vegetazione “infestante” ed invasiva lungo le sponde ed i terreni adiacenti).
E’ evidente che tutto questo comporta dei costi, in termini di risorse economiche e professionali, da considerare non solo come ingombranti voci di spesa gestionale, ma come investimenti nel medio – lungo periodo.

R.D.