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Parco Naturale Regionale Sirente-Velino

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CINGHIALI, UN'EMERGENZA CHE VA GESTITA - Articolo pubblicato su "Piemonte Parchi" (Emanuela Celona)

Mentre la proliferazione dei cinghiali conquista l'attenzione mediatica nazionale, ci sono parchi impegnati nella loro complessa gestione. E' il caso del Parco Sirente Velino, in Abruzzo.

(Rocca di Mezzo, 23 Gen 19) Si chiama 'Wel_Boar_System" ed è il primo sistema di valutazione, monitoraggio e gestione del benessere animale dei cinghiali selvatici, catturati dal Parco naturale regionale Sirente Velinoall'interno dell'area protetta. Il progetto, nato dalla collaborazione tra Ente parco, Istituto zooprofilattico sperimentale di Teramo, Asl Avezzano–Sulmona-L'Aquila e Facoltà di Medicina dell'Università di Camerino, ha dato vita alla prima filiera eco-sostenibile, controllata e tracciata delle carni degli ungulati, puntando al contenimento della specie.

I medici veterinari del laboratorio "Relazione Uomo Animale e Benessere Animale" dell'Istituto zooprofilattico, in stretta collaborazione con il personale dell'Ente parco, hanno avviato un modello di valutazione, monitoraggio e gestione del benessere dei cinghiali selvatici catturati mediante recinti mobili, trasportati e regolarmente macellati: una modalità nuova, che vuole essere un ausilio per medici veterinari impegnati, a vario titolo (IZS, parco e azienda di macellazione) nel garantire elevati livelli di benessere animale lungo tutta la filiera (cattura, trasporto e macello).
Il protocollo usato – che utilizza un metodo potenzialmente esportabile in contesti urbani e adattabile (con le opportune modifiche e adeguamenti) anche ad altri ungulati selvatici in soprannumero - valuta i livelli di benessere animale lungo tutte le fasi del processo edeliminerebbe o ridurrebbe al minimo eventuali situazioni stressanti, addirittura in una maniera migliore e approfondita rispetto a quanto viene fatto per le specie zootecniche domestiche allevate dall'uomo.

Lo studio sul comportamento dei cinghiali 

Partendo dallo studio del comportamento dei cinghiali selvatici nei vari momenti e individuati i fattori maggiormente stressanti, sono stati poi suddivisi in categorie di rischio, è stato assegnato loro un punteggio di criticità crescente ed è stato convertito in tre categorie di benessere animale, in moda da intervenire su situazioni di criticità.
Il protocollo prevede il lavoro sul campo, lo scambio di dati e la ricerca negli ambiti di specifico e comune interesse, ovvero: la salvaguardia dell'ambiente, delle risorse naturali, del benessere e della sanità degli animali domestici e selvatici, dell'igiene, della qualità e della sicurezza degli alimenti e della sanità pubblica.
L'analisi di dati, i risultati e le evidenze scientifiche confermano l'idoneità e l'efficacia del sistema di cattura. È possibile, infatti, minimizzare la sofferenza degli animali oggetto del controllo con uno scarso/nullo disturbo sulle altre componenti delle zoocenosi, permettere il contenimento numerico degli ungulati con le massime garanzie igienico sanitarie, tracciabilità (singola, univoca e telematica) e sicurezza alimentare.

Da quest'anno il progetto si è arricchito della collaborazione della Facoltà di Medicina Veterinaria dell'Università di Camerino per lo studio e la valorizzazione delle caratteristiche organolettiche e nutrizionali delle carni dei cinghiali selvatici. Queste, infatti, ottenute da animali nati e vissuti in totale libertà, sono prive di residui di farmaci, ricche, ad esempio, di acidi grassi Omega 3, proteine di alto valore biologico, poverissime in grassi, diventando quindi una valida alternativa a quelle provenienti da animali domestici allevati in maniera intensiva. Qualità queste, sempre più richieste dal consumatore attento.

Le carni sono ottenute da animali che, inseriti nei Sistemi Anagrafici Informatizzati del Ministero della Salute, vengono univocamente identificati e sottoposti a visite cliniche veterinarie fin dalla cattura e approfondite analisi sanitarie in fase di macellazione mentre i prodotti, dopo aver superato rigorosi e rigidi controlli, sono confezionati con l'applicazione del marchio del Parco Sirente Velino.

Questo sistema di gestione del benessere e contenimento numerico dei cinghiali selvatici è stato già presentato in vari congressi, convegni in campo nazionale e internazionale e ha riscosso grande curiosità e apprezzamento da parte di tutta la comunità scientifica. Per questo, abbiamo chiesto a Igino Chiuchiarelli (commissario del parco regionale) Paola Morini (biologa faunista) e Giuseppe Cotturone (medico veterinario) di raccontarci il progetto Wel Boar System.

Quando e perché è nato il progetto?

Nel nostro parco, come in molte altre aree, la problematica dell'impatto del cinghiale sull'agricoltura ha determinato la necessità di gestire il fenomeno. Nell'ambito dello specifico "Piano di gestione e controllo della popolazione di cinghiale nel Parco Regionale Sirente Velino" sono state avviate già dal 2015 le attività di controllo selettivo tramite cattura nelle aree agricole nelle quali è critica la presenza del cinghiale.
Si tratta in prevalenza di coltivazioni di agricoltura estensiva, anche se presenti colture di pregio come zafferano e tartufo, immerse in paesaggi agricoli tradizionali con un elevato valore anche in termini di biodiversità: gli ambienti rurali del territorio del parco, infatti, sono in una posizione geograficamente centrale e in connessione ecologica con il sistema di grandi aree protette centro appenniniche, a loro volta costituiti da un mosaico ambientale a elevata diversità biologica.
In questo contesto, per il successo delle misure di conservazione, risulta fondamentale la riduzione della conflittualità con le attività agricole e una gestione efficace dei conflitti tra animali protetti e agricoltori. Consapevoli che negli interventi di gestione e controllo selettivo del cinghiale la destinazione dei capi catturati, a valle del sistema, è un fattore importante per la costruzione di un percorso virtuoso in grado di coinvolgere tutti gli attori del territorio, il parco ha optato per costruire un processo indirizzato alla trasformazione e commercializzazione, attivando una filiera delle carni che può favorire lo sviluppo dell'economia locale: un parco è, infatti, anche un "laboratorio di sperimentazione" e la ricerca di best practies e soluzioni innovative ha trovato naturale collocazione.
In questo ambito, si inserisce il progetto "Wel_Boar_System" che cura tutti gli aspetti legati al benessere animale.

In che senso è unico nel suo genere?

Non ci risultano, a oggi, altri esempi o altre esperienze simili che integrano e approcciano gli interventi di gestione e controllo selettivo del cinghiale in un area protetta, con i temi di sanità pubblica, benessere animale e sicurezza alimentare. L'approccio è in linea, infatti, con i Regolamenti Europei recentemente approvati che, in un ottica "One Heath", prevedono l'unione di tematiche ambientali e di gestione faunistica come parte integrante del sistema e attuano una sinergia operativa tra varie professionalità e competenze.
Quali sono gli elementi fondamentali del protocollo?
In sintesi, menzioniamo alcuni passaggi. La valutazione dello stato sanitario e della trasportabilità degli animali è effettuata sul posto, al momento della cattura, dal veterinario di riferimento del parco. La valutazione del benessere animale, in maniera oggettiva e misurabile, è svolta a partire dalla cattura in ogni momento e fase della filiera in tempo reale, al fine di individuare eventuali criticità, monitorarle costantemente e risolverle tempestivamente, anche dando indicazioni al veterinario operante al macello.
La gestione igienico sanitaria corretta dell'animale, dallo stordimento fino alla produzione di alimenti pronti al consumo, è condotta sotto la supervisione dello staff veterinario competente, alla stregua di quanto avviene, o anche in misura superiore, per le specie zootecniche comunemente allevate e regolarmente macellate.
La gestione del processo è integrata con il monitoraggio sanitario degli animali per tutta una serie di patologie comuni alla fauna selvatica, agli animali domestici e all'uomo. Tramite una gestione coordinata tra diverse competenze - Ente parco, IZS, Università - è possibile garantire obiettivi di qualità per ciascun area di competenza e quindi, al termine del processo, la sicurezza alimentare del consumatore finale.
La promozione di una filiera corta e del marchio di qualità delle carni è destinata non solo a un mercato locale ma è adatto anche a una grande distribuzione. Da menzionare anche le indagini portate avanti dall'Università di Camerino nel settore delle analisi organolettiche, sensoriali e nutrizionali delle carni degli animali e sui metodi di conservazione, che mettono in evidenza una qualità superiore delle carni trattate nella filiera controllata.

E' un modello di gestione esportabile in altri territori?

Certamente sì. Laddove sia possibile ottenere condizioni di sostenibilità ecologica e di compatibilità con le prevalenti finalità di conservazione di un'area protetta.

Perchè si parla di filiera ecosostenibile, controllata e tracciata delle carni di cinghiali?

Perché il sistema di gestione ha una incidenza molto bassa e compatibile con la conservazione di altre specie e habitat presenti nel parco, che è anche l'Ente gestore dei siti della Rete Natura 2000 presenti sul territorio. Infatti, il nostro progetto di gestione è stato regolarmente sottoposto a procedura di VINCA e ha ottenuto un giudizio favorevole in ragione del suo elevato livello di sostenibilità.
I siti di cattura sono monitorati costantemente, anche con sistemi di foto-trappolaggio, verificando l'eventuale presenza di specie non target e programmando l'attivazione. La consistenza e struttura della popolazione oggetto di controllo sono monitorate dal 2001 e ulteriori indagini sono state avviate e sono tuttora in corso mediante monitoraggio radio telemetrico degli esemplari, catturati e rilasciati con radiocollare, anche per incrementare la conoscenza dell'uso dello spazio e dell'habitat della popolazione oggetto di controllo.
Alla gestione e sorveglianza dei recinti di cattura partecipano il Corpo dei Carabinieri Forestali e le Guardie Ecozoofile volontarie.
La filiera è controllata, tracciata e rintracciabile perché i nostri recinti di cattura sono registrati in Banca Dati Nazionale (BDN) del Servizio Sanitario Nazionale, geo-localizzati e individuati con codice aziendale unicovo. Gli animali sono identificati tramite l'applicazione di una marca auricolare con codice individuale, come avviene per tutti gli allevamenti di animali domestici. Tutto viene gestito in maniera telematica fino alla produzione delle carni e dei lotti di produzione riferiti ai singoli animali, al fine di garantire il consumatore finale.

Come viene monitorato il benessere del cinghiale?

Il benessere animale viene monitorato e garantito mediante il Protocollo "Wel_Boar_System" messo a punto grazie alla stretta collaborazione tra personale del servizio scientifico e veterinario del Parco, l' IZS di Teramo e la Facoltà di Medicina Veterinaria dell' Università di Camerino. Si tratta di un protocollo che ha ideato e standardizzato la rilevazione degli effetti sull'animale dei fattori maggiormente stressanti attribuendo delle categorie di rischio. In questo, modo tramite il monitoraggio dello stato del benessere animale lungo tutto il processo è possibile gestire in tempo reale eventuali fattori stressogeni. Siamo al lavoro per ottimizzare la raccolta dati e la gestione informatizzata tramite la creazione di apposite App e sistemi di interscambio rapidi ed efficienti lungo l'intero processo.

Quanto è importante la collaborazione tra enti?

E' fondamentale. Il "problema cinghiale" è uno dei problemi complessi che richiedono risposte articolate, dato che investono diverse competenze, attuabili solo mediante un approccio di network e mediante collaborazione tra Enti.
Il programma non sarebbe attuabile senza un rapporto continuo con il territorio e le realtà presenti: sono, ad esempio, le stesse aziende agricole a collaborare in alcune fase di gestione dei recinti di cattura. In questo senso è molto importante il processo partecipativo, sul quale siamo tuttora impegnati a lavorare.

CINGHIALI, UN'EMERGENZA CHE VA GESTITA - Articolo pubblicato su 'Piemonte Parchi' (Emanuela Celona)
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