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Parco Regionale dei Laghi di Suviana e Brasimone

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Re di Macchia

Da Castiglione dei Pepoli al bacino del Brasimone

  • Percorribilità: A piedi
  • Interesse: Flora, Panorama, Fotografia
  • Partenza: Castiglione dei Pepoli
  • Tempo di percorrenza: 3 ore
  • Difficoltà: T - Turistico
  • Lunghezza: 11.8 km

Il punto di partenza è la stretta strada che si distacca dalla S.P. 62 subito dopo le ultime case di Castiglione dei Pepoli, in corrispondenza della curva conosciuta come "la Canale", nei pressi del Fosso della Chiesa Vecchia. Lungo la salita si incontra una condotta per l'acqua facente parte del sistema idraulico della centrale di Santa Maria: fin dai primi deel Novecento, infatti, la ricchezza di acqua nel territorio è stata utilizzata per la produzione di energia elettrica. Di seguito il percorso si mantiene in quota, immergendosi in boschi di castagno, quasi interamente governati a ceduo, un tempo per ricavarne carbone, ora per ottenere paleria per l'agricoltura.

Per una buona parte l'itinerario ripercorre l'antica "Via Piana" che univa Castiglione dei Pepoli al Bacino del Brasimone per continuare verso Rasora o la Toscana; soltanto l'inizio del percorso e il tratto toscano in discesa hanno una pendenza elevata mentre il resto scorre sotto i nostri piedi a volte all'ombra del bosco a volte in ambienti più aperti. Chi invece volesse impegnarsi maggiormente può dirigersi subito dal centro del paese verso Monte Gatta seguendo il percorso CAI 003 per tornare a scendere verso La Serra, poco a monte del lago Brasimone, per immettersi nuovamente nel percorso CAI 001. Avvicinandosi al Brasimone si incontrano zone con rocce a sbalzo, libri aperti sul passato geomorfologico della valle; in questi ambienti, spesso freschi e umidi, è facile trovare specie vegetali rare e protette. Poco dopo, superato un traliccio dell'alta tensione, si incrociano, nei pressi dei ruderi di Ca' Ortedè, alcuni esemplari secolari di castagno, i cui frutti erano la base alimentare per gli abitanti della montagna nei periodi invernali. Camminando verso il crinale si percorrono campi nei quali è evidente il risultato di un abbandono più o meno recente: macchie boschive, folti cespuglieti ed incolti disseminati di arbusti.

Una sosta ristoratrice, immersi in un lembo di faggeta secolare appena fuori dal sentiero, è d'obbligo alla sorgente di Pian Colorè, un tempo rifugio dalla calura estiva per gli animali al pascolo.

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