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Le Moline

(San Lorenzo Dorsino, 28 Feb 20) La piccola e nascosta frazione di Moline si colloca nella Riserva di Biosfera Alpi Ledrensi e Judicaria e fa parte del comune di San Lorenzo Dorsino. Raggiungibile sia in automobile che a piedi, è collegata al paese da una strada asfaltata: una delle opzioni per giungervi è quella di partire da località Promeghin, fiancheggiando l'ampia vallata delle Giudicarie Esteriori, dove è impossibile che lo sguardo non cada sugli abitati di Sclemo, Fiavè e Favrio con la sottostante piana di Campo Lomaso, e Comano. Proseguendo in discesa nel bosco disseminato di carpini e castagni, si intravede il santuario della Madonna di Deggia e, poco più avanti, si incontra il sentiero che porta alla Falesia Dimenticata: siamo al di sopra della forra del Limarò, un canyon spettacolare.

In questo luogo si incrociano i sentieri di San Vili e di Frassati, i quali al giorno d'oggi non sono più una via di comunicazione con scopo commerciale come un tempo, bensì spirituale e culturale. Il primo collegava il capoluogo trentino a Madonna di Campiglio; il secondo, partendo dal Santuario della Madonna delle Grazie di Arco, passava per le Giudicarie Esteriori, da Fai della Paganella scendeva in Val d'Adige e, attraversando il torrente Noce, si concludeva in Val di Non, all'eremo di San Romedio, per un tragitto lungo ben 95 km.

 Nell'Ottocento la frazione di Moline rappresentava il centro preindustriale di San Lorenzo in Banale. Essa, infatti, si trova in corrispondenza del torrente Bondai, e come tutti sanno, prima dell'avvento dell'energia elettrica si sfruttava la forza dell'acqua. Fino a più di un secolo fa, essa era indispensabile per far funzionare gli strumenti da lavoro, tra cui:

  • macine (erano di pietra pesantissima);
  • forge del fabbro, (il martello che picchia il ferro ha bisogno di una grande energia per essere sollevato);
  • segherie di tipo veneziano (lama per segare i tronchi con riduzione dell'attrito e conseguente velocità).

Come suggerisce il toponimo, inoltre, in questa zona erano presenti due mulini. C'erano anche una scuola, che raggiunse addirittura quota 40 alunni, tre osterie, i pistori (4 fratelli panettieri). Con il passare del tempo, però, le attività si spostarono nel borgo odierno di San Lorenzo: qui, nel 1911, venne costruita una nuova Chiesa, e quella antica venne trasformata in un mulino, dove venne quindi trasferita la principale attività delle Moline.

Anche la strada delle Moline un tempo era molto trafficata: essa, infatti, collegava Riva del Garda a Cles ed era una via di comunicazione molto frequentata. La costruzione della galleria che avvenne negli anni 1920-21, contribuì in maniera importante al progressivo ma inevitabile isolamento delle Moline, poiché cambiò drasticamente la viabilità della zona. A partire dagli anni Settanta e Ottanta, si registrò il definitivo abbandono delle Moline. Con il nuovo Millennio, però, alcune famiglie sono tornate a vivere in questo luogo ameno ed incontaminato: alcune stabilmente, altre stagionalmente, svolgendo attività locali legate al territorio.

E per chi avesse piacere di approfondire l'argomento si consigliano i seguenti libri, ricchi di spunti interessanti e di ulteriori approfondimenti:

A. Folgheraiter, I villaggi dai camini spenti. Viaggio nella periferia del Trentino del terzo millennio. Vol. 2, Curcu e Genovese, 2013

C. Cornella – M. Baldessari, La bella terra : piccola guida al Banale verso Castel Mani, Dorsino (TN), 2014 



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