(Garfagnana, 20 Lug 20) La verde valle della Garfagnana, incastonata come una pietra preziosa tra le austere Alpi Apuane e il maestoso Appennino, si snoda punteggiata da decine di borghi arroccati.
Nel cuore della valle, adagiata sulle pendici dell'Appennino Tosco Emiliano, c'è il Parco dell'Orecchiella, un luogo magico dove uomo e natura coesistono in armonia. Questo paradiso montano si estende su 516 ettari, compresi dal 2001 nel Parco Nazionale Appennino Tosco Emiliano e oggi parte della Riserva di Biosfera. Il comando Carabinieri Reparto Biodiversità di Lucca gestisce e amministra la riserva in collaborazione con il parco garantendo l'integrità e la fruibilità sostenibile dell'area protetta.
La vegetazione è composta da foreste di latifoglie e grandi abetaie. Maestose faggete dominano incontrastate, ampie radure popolate da peonie e gigli martagone interrompono la foresta rendendo lo scenario vario e magnifico. Salendo, la faggeta lascia spazio alle grandi praterie di crinale ricoperte di mirtilli, da qui la vista è splendida e spazia dalla Toscana all'Emilia Romagna.
Il magnifico aspetto odierno scaturisce da un processo storico, caratterizzato da molteplici interventi umani volti a contrastare il forte degrado ambientale avvenuto dopo il primo conflitto mondiale.
La grande povertà del tempo aveva portato a uno sfruttamento intensivo delle risorse naturali disponibili. Il disboscamento unito un'intensa attività pastorale aveva letteralmente desertificato l'area. Per risanare queste ferite nacque, nel 1927, la Foresta Demaniale dell'Alto Serchio e nel 1936 iniziarono i primi rimboschimenti che proseguirono negli anni Cinquanta e Sessanta. A seguito di queste opere furono attivate campagne di ripopolamento faunistico con il rilascio, nelle nuove foreste, di esemplari di cervi e caprioli.
Il progressivo miglioramento delle condizioni ambientali portò alla nascita del parco grazie all'istituzione delle tre Riserva Naturali Statali: la Pania di Corfino nel 1971, la Lamarossa nel 1977 e l'Orecchiella nel 1980.
Oggi i boschi ospitano cervi, caprioli, cinghiali ma anche tassi, volpi e istrici. Questo è il regno del lupo, schivo signore delle foreste, e dell'aquila reale che abita le pareti rocciose della Pania di Corfino.
Ci sono anche magnifiche unicità come la Torbiera di Lamarossa dove rarità botaniche, quali la pinguicola e varie specie di sfagni arrivati a noi dall'ultima glaciazione, crescono rigogliose.
Decine di sentieri, perfettamente tracciati e manutenuti esaudiscono i sogni di escursionisti e amanti della mtb.
Il centro visitatori è il fulcro della riserva e dall'Agosto del 2019 è gestito dal Parco Nazionale Appennino Tosco Emiliano. Questo è il punto di partenza di molti sentieri nonché la porta più accessibile del parco. Qui turisti e famiglie potranno visitare i musei dedicati alla fauna locale, ammirare mufloni, caprioli ed orsi all'interno dei recinti faunistici, godere delle policromie del giardino di montagna ed infine rilassarsi sui prati che circondano i laghetti.
L'ingresso a quest'area è a pagamento (intero 2€, ridotto 1€) ed è visitabile tutti i giorni d'estate dalle 10.00 alle 18.00. È inoltre possibile prenotare comodamente il biglietto sul sito www.geoticket.it.
(Stefano Lera)