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I laghi della Val Cedra

Nel Parco Regionale delle Valli del Cedra e del Parma, noto anche come Parco dei Cento Laghi per sottolineare la presenza di numerosi specchi d'acqua

(Parco dei Cento Laghi, 18 Gen 21) I laghi della Val Cedra sono in parte compresi nel Parco Regionale delle Valli del Cedra e del Parma, noto anche come Parco dei Cento Laghi per sottolineare la presenza di numerosi specchi d'acqua. Alcuni di essi sono ben noti e frequentati, altri più piccoli e remoti meriterebbero una maggiore conoscenza.

Anche per loro, come per quelli della limitrofa Val d'Enza, si trovano situazioni rappresentative delle diverse fasi del percorso evolutivo. C'è da dire in proposito che quando è stata innalzata la diga sull'Enza agli inizi del '900 creando l'invaso idroelettrico del Lagastrello, anche in questi piccoli laghi si è provveduto ad erigere uno sbarramento per aumentarne la capacità e poterli usare con lo stesso scopo. Ora sono stati fatti tornare tutti alle loro dimensioni naturali (nel caso del Verde e del Ballano la linea degli alberi che resta distante dalle rive fa intuire questo passaggio).

Prato Spilla è il posto ideale per raggiungerli, visto che sono disposti quasi a raggera intorno a questa località.

Quelli più a est sono il Lago Verdarolo e il Lago Scuro di Rigoso (lo Squincio è appena al di là di una piccola cresta che separa la valle dell'Enza).

Il Lago Scuro di Rigoso non ha immissari né emissari e d'estate le sue acque si abbassano moltissimo, arrivando a seccare nelle annate più siccitose. Purtroppo, in una di queste (era l'estate del 2003) qualche sconsiderato si è inerpicato fino lì con un fuoristrada per tagliare e portare via i tronchi fossili di abete bianco di epoca glaciale che si potevano ammirare lunghissimi adagiati sul fondo, e che costituivano uno spettacolo unico nel suo genere.

Il Lago Verdarolo poco distante è un lago di discreta ampiezza, ma poco profondo. Per questo motivo le sue rive sono popolate da piante acquatiche che finiscono con limitare sempre più il suo perimetro. È comunque ancora in grado di mantenere una discreta popolazione di carpe e di trote.

Il Lago Palo, raggiungibile risalendo la pista da sci e poi inoltrandosi nel bosco, è un lago di non grandi dimensioni, ma piuttosto profondo e con rive sassose. Questo gli permette di conservarsi in uno stadio meno avanzato di altri che si sono originati nello stesso periodo di fine glaciazione. Oltre alle trote è presente una nutrita colonia di vaironi, un piccolo ciprinide di montagna oggi purtroppo in netto declino, e per questo tutelato da leggi molto restrittive sulla pesca.

Il Lago Ballano è l'unico che volendo può essere raggiunto in macchina. Per questo motivo si è deciso di ripopolarlo periodicamente con trote adulte e permettere la pesca dietro versamento di un contributo acquistabile presso l'adiacente piccolo rifugio, diversificando così l'offerta turistica. Nelle sue acque ci sono anche delle tinche, e alcuni esemplari raggiungono discrete dimensioni, cosa abbastanza insolita visto che questi pesci in montagna soffrono spesso di nanismo.

Il Lago Verde può essere raggiunto dal Ballano percorrendo un sentiero molto diretto ma piuttosto ripido dovendo risalire i quasi 200 metri di dislivello, oppure con un percorso più lungo nel bosco partendo da Prato Spilla.

Il paesaggio che si coglie quando appare osservandolo dall'alto è veramente spettacolare. È insieme al Ballano il più grande tra quelli citati ed è ancora in buona salute.

Oltre alle trote è presente una colonia di Scardole, come anche al Lago Santo nella vicina Val Parma. Questo ciprinide, diversamente dal vairone, è tipico della pianura e la sua introduzione è probabilmente legata alla pesca col "vivo" oggi vietata. È curioso notare che questi pesci qui da noi nel loro ambiente naturale siano praticamente scomparsi.

(Errico Chiari. Comunità redazionale diffusa)

Lago Verde. (Foto Errico Chiari)
Lago Verde. (Foto Errico Chiari)
Lago Scuro di Rigoso. (Foto Appenninismo)
Lago Scuro di Rigoso. (Foto Appenninismo)
Lago Palo. (Foto Andrea Ferrando)
Lago Palo. (Foto Andrea Ferrando)
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