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Riserva Naturale Contrafforte Pliocenico

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L'Area Protetta

Carta d'identità

  • Superficie a terra: 757.40 ha
  • Quota minima (m): 100
  • Quota massima (m): 654
  • Regioni: Emilia-Romagna
  • Province: Bologna
  • Comuni: Monzuno, Pianoro, Sasso Marconi
  • Provv.ti istitutivi: Del. Regione Emilia-Romagna, n. 61 31/05/2006
  • Elenco Ufficiale AP: EUAP0916

 

 

L'Area Protetta

Gli aspetti geologici, geomorfologici e paleontologici, strettamente correlati alla straordinaria evidenza paesaggistica del lungo bastione roccioso, sono sicuramente la componente di maggiore rilievo naturalistico della riserva.
L'interesse botanico dell'area è legato in primo luogo alla presenza di specie mediterranee favorite dal microclima creato dalle pareti rocciose, con alcune specie floristiche decisamente rare, e alla coesistenza a breve distanza, in alcune vallecole dei versanti settentrionali, di specie tipiche di ambienti freschi e quote più elevate.
Dal punto di vista faunistico spiccano alcune rarità, in particolare uccelli, rettili e anfibi, la cui presenza è avvantaggiata da anfratti rocciosi e altri microhabitat poco accessibili.
Per il suo notevole valore in termini di habitat e specie vegetali e animali di interesse comunitario il territorio della riserva è stato riconosciuto nel 2006 come sito di interesse a livello europeo, mediante la definizione del SIC-ZPS Contrafforte Pliocenico, che comprende una porzione di territorio molto maggiore (2.628 ettari) rispetto a quella già molto ampia della Riserva (757 ettari).

Altre informazioni

Colombario di Monte del Frate
Colombario di Monte del Frate
Colombario di Monte del Frate
Colombario di Monte del Frate
 

Geologia e paleontologia

Le spettacolari arenarie della Riserva sono la testimonianza di un piccolo golfo marino del Pliocene (5-2 milioni di anni fa), quando l'odierna Pianura Padana era ancora un ambiente di mare aperto e profondo, a ridosso del quale la catena appenninica era già in gran parte emersa. Sulle rocce che affiorano nelle pareti del Contrafforte sono numerosi i segni che richiamano il loro luogo di origine: spiagge battute dal moto ondoso in cui sfociavano gli impetuosi torrenti appenninici.
I profili slanciati del Contrafforte, in particolare lungo il versante meridionale, sono l'esemplare risultato del modellamento erosivo avvenuto tra rocce di differente "durezza", con le soprastanti arenarie che si sono mostrate ben più resistenti all'erosione dei pendii argillosi alla loro base.

Altre informazioni

Erosione alveolare tipica della costa
Erosione alveolare tipica della costa
Monte Adone
Monte Adone
Parete arenacea presso Monte Adone
Parete arenacea presso Monte Adone
 

Flora e vegetazione

Le morfologie del Contrafforte hanno dato vita a una grande varietà di ambienti, con microclimi contrastanti, ai quali corrisponde una vegetazione che, oltre alle piante tipiche di collina e bassa montagna, comprende specie più rare e insolite. Risaltano le scure chiome sempreverdi del leccio, che punteggiano le pareti assolate e a volte formano macchie verdeggianti insieme ad altre piante tipiche dell'area mediterranea come fillirea, alaterno, erica arborea, cisto femmina e ginestrella comune.

Negli ambienti rupicoli, oltre a licheni, muschi e piccole crassulente, crescono erbacee dalle belle fioriture come garofano selvatico, saponaria rossa, vedovella dei prati, scilla autunnale e arbusti nani come elicriso, assenzio maschio, eliantemo degli Appennini e altri. È un paesaggio simile a quello della profumata gariga mediterranea, che spesso sfuma in praterie aride dominate dalle graminacee e punteggiate da ginepri, ginestre e olivelli spinosi, dove spiccano rarità floristiche come campanula siberiana, lino delle fate piumoso e diverse orchidee.

Altre informazioni

Sedum
Sedum
Erythronium dens-canis
Erythronium dens-canis
Bucaneve (Galanthus nivalis)
Bucaneve (Galanthus nivalis)
 

Fauna

Le presenze faunistiche di maggiore interesse sono legate ai bastioni rocciosi del Contrafforte, che sono stati tra i pochi luoghi di rifugio del falco pellegrino anche nel periodo più critico, durato sino alla fine degli anni '80.
Un altro raro falco che nidifica sulle ripide pareti è il lanario.

In inverno, quando lascia le zone montane per gli ambienti rupestri collinari, è presente il picchio muraiolo.
Gruppi di rondoni maggiori formano limitate colonie nei tratti più impervi. Ortolano e calandro, due piccoli uccelli tipici di cespuglieti e prati assolati, frequentano i versanti meridionali e le parti sommitali del Contrafforte, dove si muovono anche rettili come ramarro, luscengola e colubro di Riccioli.

Altre informazioni

Geotritone (Speleomantes italicus)
Geotritone (Speleomantes italicus)
Pieride del biancospino
Pieride del biancospino
Poiana (Buteo buteo)
Poiana (Buteo buteo)
 

Storia e paesaggio

Nell'area del Contrafforte Pliocenico le prime tracce di insediamenti stabili, risalenti all'Età del Bronzo, sono state rinvenute a Monte Adone. Diversi sono anche i reperti di epoca villanoviana ed etrusca. In epoca romana il territorio venne interessato dal tracciato dell'acquedotto di età augustea che condusse a Bologna le acque del Setta, attraverso lo scavo di uno stretto cunicolo lungo circa 20 km. Nella tarda antichità l'acquedotto cessò di funzionare e venne riscoperto solo nella seconda metà dell'Ottocento, grazie ad Antonio Zannoni, ingegnere del Comune di Bologna e archeologo, che ne curò il restauro e la riattivazione.

Di origine romana è l'insediamento di Brento (Castrum Brintum), che poi ospitò una roccaforte bizantina.
In epoca medievale la zona venne coinvolta nelle lotte tra comune cittadino e famiglie feudali, in particolare i conti di Panico, che ebbero per un periodo il castello di Battedizzo (successivamente distrutto da una frana); una rocca, appartenuta a feudatari e alla mensa vescovile bolognese, esisteva anche a Badolo. Nel '300 il territorio entrò poi definitivamente nell'orbita comunale e, ai primi del '500, nello stato della Chiesa.

Molto pesante fu l'impatto delle ultime fasi della seconda guerra mondiale, quando i bastioni rocciosi del Contrafforte si prestarono a essere utilizzati dai tedeschi, come ultimo fronte difensivo contro l'avanzata degli Alleati. Nella zona si svolsero cruente battaglie, che coinvolsero intere comunità, e paesi come Livergnano e Brento furono completamente rasi al suolo dai bombardamenti.

Altre informazioni

Colombario di Monte del Frate
Colombario di Monte del Frate
Badolo
Badolo
Versante nord La Rocca di Badolo
Versante nord La Rocca di Badolo
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