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Riserva Regionale Fontana del Guercio



L'Area Protetta

Mappa di Avvicinamento
  • Ente Gestore: Comune di Carugo
  • Sede: c/o Municipio - via Cadorna, 3 - 22060 Carugo (CO)
  • Tel: 031/758193
  • Fax: 031/763667
  • E-mail: comune.carugo@tiscalinet.it
  • Superficie: 27,8 ha
  • Provincia: Como
  • Istituzione: 1986


Un po' di Geologia

La storia geologica della Riserva è importante per capire qualche cosa di più riguardo alle sue peculiarità naturalistiche, in particolare per quanto concerne i fontanili. E' possibile osservare una parete rocciosa un po' strana, qualche cosa a metà tra una roccia e un muro di calcestruzzo: si tratta di un bell'affioramento (per dirla come i geologi!) di quella che possiamo considerare la protagonista geologica della Riserva, la "Formazione del Ceppo". Da un punto di vista mineralogico, si tratta di un conglomerato, cioè di una roccia composta da un insieme di ciotoli di dimensioni diverse saldati tra loro da una sorta di cemento naturale (che in questo caso risulta piuttosto ricco di calcare, cioè di carbonato di calcio), il quale lascia però numerosi spazi tra un ciotolo e l'altro. Proprio questi spazi consentono al Ceppo di funzionare come una spugna e di impregnarsi d'acqua, quella stessa acqua che va a costituire la cosidetta "falda acquifera", responsabile della presenza in Riserva di ben 11 sorgenti, i fontanili.


Il bosco di Ontano nero

Il bosco di Ontano nero, o più pomposamente "l'Alneta", come viene chiamato dai botanici (dal nome della sua pianta più importante, l'Ontano nero che in "scientifichese" si chiama Alnus glutinosa) è un tipico bosco che si sviluppa su aree umide, nelle quali l'acqua del suolo, la cosidetta "falda acquifera", affiora in superficie quel tanto che basta per bagriarci le scarpe. Questo tipo di bosco era un tempo frequente presso le sponde dei fiumi o dei laghi, ove andava a costituire l'ultima fascia di vegetazione legata all'acqua (visibile ancora per esempio a margine dei laghi briantei) che sfuma poi nel bosco di querce e carpini (il Querco-carpineto) il quale costituisce un tipo di bosco che si sviluppa su suoli già piuttosto asciutti. Attualmente questo tipo di vegetazione è divenuta assai rara da noi, in quanto ha fatto la fine che hanno fatto le aree umide, sottoposte cioè a bonifica. In Riserva il bosco di Ontano nero occupava un tempo, con ogni probabilità, le aree immediatamente limitrofe alla Roggia Borromeo, prima di essere in parte asportato dall'uomo. Per ovviare a questo, si sta cercando di riportare l'Alneta della Riserva al suo originario splendore, piantando le specie di alberi ed arbusti che la caratterizzano.


Due ospiti di riguardo

All'interno della Riserva trovano rifugio numerose specie di animali, talune delle quali piuttosto rare o minacciate in tutto il territorio brianteo. In particolare, vista la grande ricchezza d'acqua dell'area protetta, sono presenti diverse specie di Anfibi, vertebrati legati all'acqua per la riproduzione. Tra le più interessanti abbiamo la Salamandra gialla e nera (Salamandra salamandra) e la Rana di Lataste (Rana latastei), due Anfibi che pur frequentando lo stesso ambiente, costituito dai boschi planiziali di latifoglie (in particolare dalla foresta di Querce e Carpini e dal bosco di Ontano nero) presentano un ciclo vitale estrememente diverso.


Il Gambero di Fiume

Nella Roggia Borromeo vive un singolare abitatore del fondo, assai più grosso dei precedenti pur essendo un invertebrato. Si tratta del Gambero di fiume, (Austropotamobius pallipes) Crostaceo Decapode che raggiunge i 12 cm di lungheza. La femmina di questa specie, porta le uova agglutinate tra loro sotto il telson (la "coda " del gambero) curandole sino alla schiusa.
Non si tratta comunque, al contrario di quanto si crede, di una specie esclusiva di acque pulitissime, potendo vivere anche in acque ferme o leggermente inquinate. Questo bel crostaceo va soggetto ad epidemie di peste del gambero che ciclicamente ne decimano, insieme con il forte inquinamento dei suoi habitat, le popolazioni. Va infine ricordato che il colore del gambero non è rosso in natura ma bruno violaceo o bruno verdastro: la colorazione rossa viene assunta solo dopo cottura (la specie è assai ricercata dai buongustai, ai quali dobbiamo però ricordare che è protetta dalla legge)!