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Riserva Regionale Fontanile Nuovo



L'Area Protetta

Mappa di Avvicinamento
  • Ente Gestore: Provincia di Milano - Riserve Regionali
  • Sede: via Pancrazi, 10 - 20145 Milano (MI)
  • Didattica e Vigilanza: Direzione Centrale Ambiente - Direzione Progetto Sviluppo e Promozione Educazione Ambientale. Provincia di Milano - Corso di Porta Vittoria, 27 - 20145 - Milano
  • Tel: 02 / 77403268 - 77403264
  • Fax: 02/77403272
  • E-mail: parcosud@provincia.milano.it
  • Superficie: 37,4
  • Provincia: Milano
  • Istituzione: 1984


La Riserva Naturale Fontanile Nuovo fa parte del territorio del Parco Regionale di cintura metropolitana "Parco Agricolo Sud Milano", l'area ricade in Comune di Bareggio e la riserva risulta costituita da un Fontanile a due teste circondato da un piccolo bosco, e questo rappresenta l'elemento naturale principale. Le due teste di fontanile hanno un'origine temporale diversa, infatti la testa più antica ed anche di minore dimensione è stata scavata intorno ai primi decenni del XVII secolo, mentre la testa di maggiori dimensioni è stata realizzata nel 1882.
Data la sua collocazione territoriale, la Riserva diviene un elemento rilevante del paesaggio, considerando anche che nell'area insiste il "Parco dei Fontanili", parco di interesse sovracomunale approvato con decreto regionale del 4.6.86 n.228/E.C., che può essere considerato una porzione significativa della superstite fascia delle risorgive dell'Ovest Milanese, oltre alla presenza sempre nell'area Ovest di rilevanti emergenze naturalistiche quali il bosco di Cusago, relitto delle antiche foreste planiziali.


Clima

L'area della Riserva Naturale può essere inquadrata nella fascia a clima "temperato subcontinentale" con condizioni intermedie rispetto alle due stazioni prese in considerazione (Abbiategrasso e Milano).
Dall'analisi dei dati disponibili si evidenzia un andamento delle temperature piuttosto uniforme, in cui la media annua e compresa tra 13.1 °C e 13.7 °C, il mese più freddo risulta quello di gennaio con 2°C, mentre il più caldo risulta luglio con circa 24 °C; l'escursione media annua è di 22 °C. Per quanto riguarda il regime pluviometrico medio mensile, si ricade nella tipologia climatica "sublitoranea padana", in quanto si verificano due massimi, primaverile ed autunnale all'incirca corrispondenti ai mesi di maggio e novembre, mentre i minimi sono ascrivibili ai mesi di febbraio ed agosto. Questo tipo di andamento climatico, conduce a delle caratteristiche stagionali che determinano una stagione invernale fredda e molto spesso umida e nebbiosa con poche piogge, mentre la stagione primaverile si presenta in genere piovosa e l'estate calda e afosa.


Geologia

La pianura alluvionale che costituisce il settore in esame deve la propria formazione ad episodi sedimentari che hanno accompagnato le fasi glaciali quaternarie. In un periodo antecedente alle glaciazioni, compreso tra il Pliocene superiore il Pleistocene inferiore, le fasi di sedimentazione caratteristiche di gran parte della pianura lombarda avevano determinato la deposizione di un elevato accumulo di materiali a granulometria fine (limi, argille e sabbie come torbe e fossili) di ambiente transizionale di piana costiera (lacustre) e talora marino. In relazione alle cicliche fasi ingressive e regressive del mare, a tali sedimenti venivano ad intercalarsi, frequentemente, con notevole continuità areale, materiali ghiaiosi tipici di ambienti sedimentari di maggiore energia depositiva (pianure fluviali). Quest'alternanza di depositi prevalentemente argilloso-sabbiosi, compare costantemente nell'area in esame al di sotto dei 100 m.
All'altezza del settore di indagine ubicato nella media pianura, il fluvioglaciale wurmiano copre la totalità del territorio costituendo una unità morfostratigrafica rappresentata dal "livello fondamentale della pianura"; i fluvioglaciali Mindel e Riss sono sepolti sotto i sedimenti ghiaiosi wurmiani e la loro individuazione risulta perlopiù incerta.
Come caratteristico di tutta la fascia della media pianura milanese, all'interno del complesso ghiaioso si manifesta un progressivo aggradamento delle litologie verso classi granulometriche più fini, rappresentate da ghiaie in predominante frazione sabbiosa e da sabbie, procedendo sia verso sud sia in profondità, legate alla diminuzione dell'energia idraulica dei corsi d'acqua che hanno formato la pianura.


Vegetazione

La flora della Riserva annovera poco meno di 300 specie di vegetali superiori e comprende diverse tipologie che possono essere schematizzate, partendo dall'ambiente acquatico per arrivare a quello terrestre, nei seguenti tipi vegetazionali: algale, idrofitica, stabili, arbustivo-lianosa dei margini boschivi e forestale di sostituzione.
La vegetazione algale è presente soprattutto durante il periodo estivo nelle teste dei fontanili dove la corrente è debole, ed è costituita prevalentemente da alghe. Anche la vegetazione idrofitica, costituita da piante superiori che vivono in ambiente acquatico, evidenzia uno sviluppo rigoglioso nel periodo estivo, in relazione ai cicli stagionali ed ai periodi di arricchimento in nutrienti del fontanile.
Fra specie che più comunemente si riscontrano si annoverano: il ranuncolo d'acqua (Ranunculus aquatilis), alcune specie di brasca (Potamogeton sp. pl.), e la gamberaja maggiore (Callitriche stagnalis). A questi proposito si ricorda che la vegetazione a macrofite acquatiche e quella elofitica in tutto il territorio lombardo sono sottoposte a protezione dalla legge regionale n°.33 del 27 luglio 1977, che ne vieta espressamente la distruzione, fatti salvi i normali interventi di ripulitura e manutenzione dei corpi idrici.
Riguardo ai prati stabili, questi occupano all'interno della Riserva una notevole estensione, mentre la vegetazione arbustivo-lianosa dei margini boschivi, denominata anche mantello preforestale, è rappresentata soprattutto da specie eliofile, quali il rovo (Rubus ulmifolius), il sanguinello (Cornus sanguinea), il biancospini ( Crataegus monogyna), il sambuco (Sambucus nigra). Si tratta di comunità in evoluzione verso il bosco, che preparano il terreno all'insediamento delle piante arboree e che tendono a scomparire quando le chiome degli alberi si infittiscono, ombreggiando il sottobosco. Anche in questo caso, si è in presenza di un aspetto vegetazionale che ha una notevole importanza quale rifugio per molte specie della fauna.
La vegetazione boschiva è rappresentata soprattutto da aspetti di sostituzione, costituiti essenzialmente da specie esotiche quali: la robinia (Robinia pseudoacacia), e pioppo ibrido (Populus canadensis), al suo interno sono frequenti le specie autoctone del bosco planiziale rappresentate da farnia (Quercus robur), carpino (Carpinus betulus), acero campestre (Acer campestre) e olmo minore (Ulmus minor). All'interno della Riserva e, precisamente nell'area di rispetto esistono superfici coltivate a ceriali secondo metodi ecocompatibili. Tutta l'area di riserva è perimetrata da una siepe costituita da specie arboreo-arbustive autoctone, con finalità anche faunistiche.


Fauna

La Riserva rappresenta un ambiente di rifugio di notevole importanza per molte specie animali, soprattutto per l'avifauna che risulta legata alle diverse tipologie ambientali. Tra le specie ornitiche più diffuse e rappresentative degli ambienti acquatici si annoverano: il Martin pescatore (Alcedo atthis), il germano reale (Anas platyrhynchos), la gallinella d'acqua (Gallinula chloropus). Mentre per gli ambienti legati al bosco si ricordano il rigogolo (Oriolus oriolus ), il codibugnolo (Aegithalos caudatus), il colombaccio (Columba palumbus), e l'usignolo (Luscinia megarhyncos). Per gli ambienti aperti come le zone a prato stabile comuni sono le specie come il fagiano (Phasianus colchicus) e l'allodola (Alauda arvensis).
Per la mammalofauna si ritrovano poche specie, e fra quelle più comuni abbiamo la volpe (Vulpes vulpes) ed il coniglio selvatico ( Oryctolagus cuniculus). L'erpetofauna si contraddistingue per la presenza della biscia dal collare (Natrix natrix), la rana verde (Rana esculenta) e il rospo smeraldino (Bufo viridis). Fra le specie ittiche maggiormente rappresentate e più diffuse nelle acque del fontanile si ricordano: la sanguinerola (Phoxinus phoxinus ), il luccio (Exos lucius), il vairone (Leuciscus souffia) ed il ghiozzo ( Padogobius martensii).