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Riserva Regionale Lago di Piano

 

L'Area Protetta

Carta d'identità

  • Riserva Regionale Lago di Piano:
    • Superficie a terra: 176.35 ha
    • Regioni: Lombardia
    • Province: Como
    • Comuni: Bene Lario, Carlazzo
    • Provv.ti istitutivi: DCR 1808 15/11/1984
    • Elenco Ufficiale AP: EUAP0311
  • Altre aree protette gestite:
    • ZSC Lago di Piano

 

 

Morfologia del Territorio

Durante le ultime glaciazioni del Quaternario, un ramo del ghiacciaio abduano (che modellò il solco del Lario) proveniente dalla Valtellina, si insinuò verso il Ceresio; erose i fianchi dei monti depositando le morene laterali ed invase la Val Cavargna e la Val Rezzo.
La piana, fu così modellata in una tipica valle glaciale aperta a forma di "U".

L'Origine del Lago
Dopo il disgelo un unico corpo lacustre occupò la conca originata dall'azione erosiva dei ghiacciai, ma dalla Val Cavargna e dalla Val Rezzo un forte afflusso di materiali detritici, vegetali, argilla e sabbia crearono una piana che separò le acque dell'attuale Lago Ceresio da quelle di un piccolo lago. Era nato il Lago di Piano.

La Struttura Geologica
L'area nella quale si inserisce la conca lacustre è costituita da una grande piega di calcari e dolomie mesozoiche, che coinvolge alcune formazioni triassiche e giurassiche. Al ritiro dei ghiacci le conche lacustri permisero la deposizione di molto materiale fine, oggi sepolto dai depositi alluvionali dei corsi d'acqua provenienti dai monti. Al di sotto di questa coltre vi è una spessa copertura di materiale limoso-argilloso sovrastante il substrato roccioso. La roccia che forma il versante settentrionale è costituita da dolomie e calcari dolomitici poco stratificati ma molto fratturati (Dolomia Principale); le rocce che formano il substrato della valle sono le Argilliti di Riva di Solto. Sui fianchi meridionali affiorano il Calcare di Zu (calcari dolomitici alternati con marne e argilliti), la Dolomia a Conchodon e il Calcare di Moltrasio.

 

Geologia, Idrogeologia e Clima

I Montecchi
Il fondovalle attuale è caratterizzato dalla presenza di evidenti dossi ovoidali. Chiamati dai geologi "montecchi" o "drumlins", sono il risultato di una differente resistenza opposta dal substrato roccioso alle colate di ghiaccio.
Due di essi sono visibili in Riserva: i montecchi Brione e Mirandola. Un terzo montecchio si chiama Criaggia e si colloca nei pressi dei confini orientali della Riserva.

Idrogeologia
Il peculiare clima territoriale, caratterizzato da una precipitazione media annua elevata (superiore ai 1500 millimetri), consente al Lago di Piano di ricevere una quantità di deflusso superficiale superiore a quella degli altri laghi provinciali, ciò dato anche dalla particolare conformazione del terreno con ripidi fianchi vallivi. Le acque non incanalate e parte di quelle che scorrono nei torrenti vengono assorbite dai terreni per la particolare permeabilità che favorisce l'infiltrazione. La caratteristica principale del lago è dettata dall'ottimo equilibrio tra afflussi e perdite, a cui si aggiunge la buona capacità di autoregolazione data dalla elevata porosità dei sedimenti sui quali il lago è posto.

Importanza di un piccolo Lago
Il lago nasce dal naturale affioramento di una falda molto ricca che riempie una depressione situata fra due conoidi fluviali. Ciò che rende il biotopo degno di conservazione, è la sua risorsa idrica non contaminata e ricca, ma in pericolo di estinzione a causa della progressiva urbanizzazione che comporta uno sfruttamento sempre maggiore delle risorse naturali (pozzi, cave).

Il Clima
Il clima della provincia di Como è tipicamente prealpino e può definirsi temperato-insubrico. Le stagioni di presentano: fredda-umida in inverno, temperata in primavera e autunno, calda-umida in estate. Non esiste una vera e propria stagione arida poichè i mesi più secchi si registrano nel periodo freddo.
La temperatura media mensile registra punte massime in luglio e minime in gennaio.

 

Vegetazione e Flora

Il suggestivo Lago di Piano è situato nell'ampia incisione della Val Menaggio, paesaggisticamente si tratta di un ambiente ricco di fascino; la presenza di una vegetazione lacustre acquatica e interrante della Riserva Naturale può essere considerata un complesso esemplare del territorio:

  • il lamineto (ossia la vegetazione acquatica galleggiante) è costituito da dense colonie di Ninfea bianca, Nannufaro e Castagna d'acqua che riducono notevolmente la quantità di luce che raggiunge il fondo.
  • Questo fenomeno limita la presenza della flora macrofitica di fondo che rientra nell'aggruppamento Myriophillum-Nupharetum, un'associazione vegetale tipica degli habitat con acque lente mesotrofiche.
  • L'ambiente perilacustre è caratterizzato da elofite, piante a canna interranti e colonizzatrici dei margini del lago, che invadono il ninfeeto modificando il fondale con l'accumulo costante di materiale organico: il fragmiteto è un'associazione vegetale dominata dalla Cannuccia di palude (Phragmites australis), ma accoglie anche il tifeto costituito da Typha latifola; nel cariceto si trova, oltre alle carici, una genzianacea piuttosto rara Menyanthes trifoliata, che al lago di Piano è da considerarsi un relitto di un periodo remoto più freddo;
  • i prati igrofili, modificati dai tagli regolari, sono attribuibili all'ordine Molinietalia, ma la loro composizione floristica è molto diversificata di prato in prato in relazione all'impatto antropico subito;
  • l'arbusteto a Salix cinerea tende a costituirsi spontaneamente sui cariceti e sui molinieti; questi piccoli lembi di saliceto rappresentano la tendenza evolutiva della vegetazione erbacea perilacustre e sono particolarmente significativi in quanto ultimi esempi sopravvissuti in tutta la provincia di Como;
  • lo stadio forestale ulteriore è da collocare nell'associazione del Tilio-Acerion, cioè nei boschi mesofili di latifoglie miste.

Le formazioni forestali dei rilievi che contornano il lago, risentono degli usi selvicolturali e delle modificazioni apportate in un recente passato, tracce di ciò sono evidenti sulle pendici meridionali del monte Calbiga. Un tempo intensamente coltivate, oggi sono visibili terrazzamenti, muretti a secco, residui di coltivazioni di piante da frutto.
Questa zone è priva di insediamenti umani, che si concentrano invece sulla riva settentrionale.

 

Fauna

Un puzzle di habitat così diversificato, con "tessere ambientali" strettamente correlate e ravvicinate, permette un insediamento faunistico di tutto rispetto. La Riserva ospita numerosissimi invertebrati il cui habitat più rappresentativo è la zona umida. La presenza del gambero d'acqua dolce (Austropotamobius pallipes i.) è, tra le specie faunistiche considerate "minori", di grande pregio per la Riserva: ormai localizzato, questo piccolo crostaceo protetto dalla legge per la sua rarefazione, sopravvive ancora con una popolazione stabile e numerosa nelle acque più fresche e ossigenate della riserva.

Pesci
La specie tipica e tradizionale del lago è il Pesce Persico Reale, ma pur abbondanti sono le popolazioni di Luccio e Persico Trota. La Trota Fario è presente nell'immissario Cavettone, mentre il quadro ittico si completa con i ciprinidi (tra i quali abbondano Scardola e Tinca), altri percidi minori e l'Anguilla.

Rettili
I rettili non sono particolarmente numerosi in Riserva per via che le zone meno urbanizzate sono esposte prevalentemente a nord. Tra le specie innocue sono presenti sia la Biscia d'acqua dal collare sia la Biscia tassellata. Nei boschetti si incontrano raramente il Colubro d'Esculapio e il Biacco.
Lucertola, Orbettino, Ramarro e Vipera aspide completano la sezione.

Uccelli
Questa Classe faunistica, è rappresentata in tutti gli habitat della Riserva. In totale sono oltre 120 le specie censite di cui almeno 60 anche nidificanti. Tra le specie acquatiche quelle più facilmente contattabili sono il Germano reale, la Folaga, la Gallinella d'acqua, il Cigno reale, l'Airone cinerino e lo Svasso maggiore.
Tra le specie interessanti si registrano passi migratori di Canapiglia, Fistione turco, Fischione e Airone rosso. Negli ambienti umidi nidificano il Tarabusino, il Martin Pescatore, il Porciglione, l'Usignolo di fiume e la Salciaiola (unico luogo delle provincia di Como ove si riproduce) e le Cannaiole, mentre svernano numerosi individui di Tarabuso. Di passo le Albanelle (reale e minore) il Falco di palude, il Falco Pescatore e, occasionalmente, la Cicogna bianca e la Cicogna nera. I limicoli invece, non sono particolarmente numerosi. Nelle fasce boscate e tra i prati si incontrano numerosi passeriformi: le Cince, i Turdidi, le Averle, i Lùi, i Picchi (verde e rosso maggiore), Verdoni, Cardellini, Fringuelli, Frosoni, Capinere, Ghiandaie, Upupe, Colombacci, etc... Sono peraltro da ricordare anche la Beccaccia, i rapaci diurni: la Poiana, lo Sparviere, l'Astore, il Falco pellegrino, e il Nibbio bruno. Tra i rapaci notturni nidificano la Civetta, l'Allocco e, nei pressi dei confini della Riserva, anche il Gufo reale. Tra le particolarità si rammentano avvistamenti di Biancone, Forapaglie macchiettato, Zigolo minore, Zigolo nero, Piro piro culbianco.

Mammiferi
La fascia boscata del Monte Calbiga permetta la presenza di numerosi mammiferi che frequentano tutti gli ambienti della Riserva sia per motivi trofici sia per la riproduzione. La specie più contattabile è senza ombra di dubbio lo Scoiattolo che, insieme alle arvicole, ai topi selvatici, ai ghiri e ai moscardini abbonda anche grazie alla presenza di numerose piante da frutto inselvatichite, noci, noccioli e castagni presenti in Riserva. I micromammiferi hanno popolazioni degnamente rappresentate e tra le specie più comuni vi sono il Toporagno comune e la Talpa europea, tre le particolarità, la Crocidura ventrebianco. La Volpe si riproduce in Riserva e non è difficile, nel periodo che intercorre tra Aprile e Giugno incontrare qualche cucciolata, accompagnata dal genitore, alle prese con le prime esperienze di caccia ai piccoli invertebrati nelle radure verso l'imbrunire. Le tane della Volpe a volte sono coabitate con il Tasso che, peraltro, ne è il vero proprietario essendo lui il "progettista" e l'autore dell'opera.
Il Riccio europeo è rinvenibile soprattutto nelle aree occidentali, in corrispondenza delle grandi aree private stabili e lungo il dosso del Brione. La Faina e la Martora a volte intersecano il loro habitat, soprattutto in inverno ma, prevalentemente, la prima frequenta gli ambienti rurali e le cascine abbandonate, mentre la seconda predilige il bosco maturo. Infine i grandi mammiferi della Riserva: il Capriolo (almeno una ventina gli effettivi stabilmente presenti entro i confini dell'area) e il Cervo, visibili soprattutto al mattino e alla sera nelle radure orientali e occidentali della Riserva.

Anfibi
Le popolazioni anfibie sono consistenti in Riserva, sia grazie alla presenza del lago (ove queste vi si riproducono), sia per l'estensione della zona umida e delle fasce boscate, anch'esse umide e isolate. La specie più diffusa in Riserva è il Rospo comune (raro e protetto in tutta la regione) il quale, una volta all'anno (in maggio) invade le sponde meridionali del lago per la riproduzione.
Nel bosco, soprattutto in autunno, si incontrano numerose Salamandre pezzate, mentre in primavera è altrettanto numerosa la Rana rossa montana. Negli arbusteti umidi si può osservare la Raganella e nelle acque più paludose (con abbondante presenza di vegetazione acquatica galleggiante) la Rana verde.

Cigni
Cigni
Foto di Fauna
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