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Punta Campanella, 4 tartarughe pronte a tornare in mare

Saranno rimesse in acqua lunedì prossimo le Carretta caretta salvate quest'inverno dal Centro Tartanet del Parco Marino. L'evento, dalle 10,00 a Puolo, è aperto a tutta la cittadinanza.

(Massa Lubrense, 03 Mag 18) Sono pronte a tornare in acqua 4 tartarughe salvate nei mesi scorsi dal Centro Tartanet del Parco Marino di Punta Campanella. Reti da pesca, ami, plastica, impatti con imbarcazioni e le basse temperature del mare. Questi i pericoli maggiori per le tartarughe che restano ferite o intorpidite soprattutto durante i mesi invernali. Ognuna con la sua storia e il suo nome. Salvatore, maschio di grosse dimensioni, pesa 70kg. Ritrovato nella rete dai pescatori. non ha mostrato problemi particolari. Ora affronterà la stagione riproduttiva e sarà seguito attraverso un trasmettitore satellitare che gli sarà installato sul carapace. Prometeo, invece, è un esemplare molto giovane che aveva un pò di plastica nell'intestino. Calippo aveva molte ferite, una ventina, causate dall'accidentale cattura nella rete da pesca. L'ultima arrivata, Cicciotta, è stata recuperata a metà marzo e tranne qualche piccolo problema di galleggiamento non ha manifestato particolari problemi. Le 4 Caretta carretta sono state curate dagli esperti della stazione zoologia A.Dhorn a Portici e ora sono finalmente guarite e possono riprendere il loro affascinante viaggio nel Mediterraneo. Partiranno da Puolo, a Massa Lubrense, cuore dell'Area Marina Protetta di Punta Campanella e mare Bandiera Blu. L'evento, aperto a tutta la cittadinanza e a chiunque voglia partecipare a questo bello spettacolo della natura, si terrà lunedì 7 maggio a partire dalle 10 presso la Cala di Puolo con la presenza della Capitaneria di Porto. 
In 10 anni di attività il Centro di primo soccorso del Parco Marino di Punta Campanella ha recuperato e salvato circa 160 tartarughe, grazie anche alla preziosa collaborazione dei pescatori, soprattutto quelli di Salerno. Un'attività importante per salvaguardare una specie sempre a rischio a causa del forte impatto antropico lungo le coste campane.

Raffaele Di Palma

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