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Area Marina Protetta Tavolara
Punta Coda Cavallo

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Scavi archeologici di Tavolara e isola Proratora

(Olbia, 21 Ott 11) Tra il 19 settempre e il 7 ottobre è stata effettuata, in collaborazione tra l'Area Marina Protetta di Tavolara – Punta Coda Cavallo e la Soprintendenza per i Beni Archeologici per le Province di Sassari e Nuoro, una campagna di scavi archeologici in due siti dell'Area Marina Protetta di Tavolara. I lavori sono stati realizzati grazie alla collaborazione di volontari e personale dell'AMP, la cooperativa Traghetti e Gite e la famiglia Bertoleoni.

Spalmatore di Tavolara

Sulla penisola di Spalmatore ceramiche recentemente rinvenute in superficie avevano fatto sospettare l'esistenza di un insediamento di Cultura Monte Claro, cioè di quella fase della preistoria sarda che corrisponde alla parte centrale e finale dell'Età del Rame (2500-2000 a. C., cioè circa 1000 anni prima dei più antichi nuraghi).

Lo scavo, diretto sul campo da Paola Mancini, è consistito in una prima campagna esplorativa del sito, ma già a questo stadio risaltano alcuni aspetti di grande rilevanza:

-          l'insediamento si conferma essere di Cultura Monte Claro, e quindi il primo in assoluto di questa fase della preistoria nel settore nordorientale della Sardegna e nelle isole circumsarde;

-          l'estensione, notevole per l'epoca (almeno 100 m lineari), e i materiali rinvenuti  consentono di proporne un carattere stabile; è molto probabile quindi che la Grotta del Papa, che si apre sulla opposta costa dell'isola di Tavolara, sia da interpretare come il luogo di culto di questo insediamento, vista la presenza nella grotta di figure umane stilizzate dipinte in rosso di datazione di poco anteriore all'insediamento di Spalmatore;

-           le caratteristiche del paesaggio antico circostante l'insediamento consentono di proporre nello sfruttamento delle risorse del mare (pesce, conchiglie, sale ecc.) la sua ragione di vita; si tratterebbe quindi del primo abitato Monte Claro della Sardegna a prevalente vocazione marina. E' anche da valutare la possibile funzione di scalo lungo una rotta che risaliva la costa orientale della Sardegna verso la Gallura. Non sembra un caso infatti che le ceramiche qui rinvenute trovino le similitudini più stringenti con un sito sempre di Cultura Monte Claro in territorio di Oliena (loc. Biriai);

-          questa similitudine tra le ceramiche di Biriai e di Spalmatore fa sospettare che nell'ambito della Cultura Monte Claro dell'intera Sardegna si possa delineare una differenziazione del settore nord-orientale (Nuorese e Gallura) rispetto alle altre aree.

 Isola Proratora

Anche l'insediamento di Proratora era già noto da precedenti rinvenimenti di superficie (strutture murarie e ceramiche d'età romana) e anche in questo caso lo scavo, diretto sul campo da G. Pisanu, nonostante il carattere preliminare pone in evidenza aspetti di grande interesse:

-          si tratta di un insediamento promosso dalla vicina città di Olbia e deputato, almeno nella piccola parte ora esplorata (ma anche per esso si stima una dimensione totale di certo maggiore), ad attività di vendita di alimenti, probabilmente prodotti in loco e destinati alle popolazioni indigene della opposta costa;

-          anche in questo caso è molto probabile che si tratti di risorse marine (pesce, conchiglie, sale);

-          la cronologia dell'insediamento all'inizio della presenza romana in Sardegna (prima metà del II sec. a. C.) fa sospettare che la scelta dell'isola per l'impianto del sito sia connessa non solo alla vicinanza delle aree di captazione del prodotto (come l' antistante insenatura di Capo di Coda Cavallo) ma anche all'esigenza di proteggere l'attività da scorrerie degli indigeni dell'interno, a quell'epoca non ancora sotto il pieno controllo di Roma;

Al termine dei lavori i saggi di scavo sono stati ricoperti per ovvi motivi di tutela:

In generale

Va sottolineato che non è un caso che siano due siti proprio dell'Area Marina a porre in risalto nella più antica storia della Sardegna l'importanza della "risorsa mare"  (fino ad oggi forse non adeguatamente valutata nell'ambito dell'economia delle antiche popolazioni rivierasche dell'Isola), dando così fondamento e giustificazione anche storico e culturale, oltre che paesistico-ambientale,  alla scelta di protezione e valorizzazione di questo  braccio di mare, e delle isole che lo costellano, che è ragione istituiva e obiettivo  dell'Area Marina Protetta di Tavolara – Punta Coda Cavallo:

Un'altra osservazione è meritevole di segnalazione. Le indagini archeologiche sono state effettuate grazie alla collaborazione di volontari che, pur se in piccola parte in quanto in numero certo non cospicuo, hanno comunque contribuito al tanto vagheggiato obiettivo dell'allungamento della stagione turistica ed, in questo caso, con un tipo di turismo di altissima qualità:

Programmi

E' prevista una divulgazione dei risultati degli scavi a vari livelli di target: edizione scientifica specialistica nelle sedi deputate, pagine web nel sito dell'Area Marina (http://www.amptavolara.com/) e della Soprintendenza (http://www.archeossnu.beniculturali.it/), agile edizione cartacea, realizzazione di pannelli nel percorso didattico già realizzato dall'Area Marina a Spalmatore per ciò che concerne gli aspetti ambientali.

E' prevista inoltre per il prossimo anno una seconda campagna di ampliamento e approfondimento delle indagini ora avviate.

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