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Area Marina Protetta Isole di Ventotene e Santo Stefano

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Punti d'interesse

Ventotene

Pandataria, dal termine greco Pandoteira cioè "dispensatrice di ogni bene" e poi Pandotira, Pantatera, Ventatere, Bentetien, Vendutena, Ventotiene e alla fine Ventotene. A queste ultime variazioni lessicali non deve essere stata estranea l'assonanza con il termine "vento" che la caratterizza. La presenza dell'uomo su Ventotene è testimoniata a partire dal tardo neolitico (4000 anni fa), in quanto si trovava sulla rotta dell'ossidiana, (materiale utilizzato per la realizzazione di lame e utensili), tra le isole siciliane, la Sardegna e Palmarola, ad avvalorare questa tesi, sono state rinvenute tracce di schegge lavorate di questo minerale in località "Cala Rossano" e "Fontanelle".

Altre informazioni

Foto aerea dell'Isola di Ventotene
Foto aerea dell'Isola di Ventotene
 

S. Stefano

Dopo l'insediamento delle due colonie, di Ponza e Ventotene, nel 1790 iniziò la costruzione dell'ergastolo di S. Stefano. Artefici della progettazione furono sempre Antonio Winspeare e Francesco Carpi, il quale soprintese ai lavori. La manodopera era costituita totalmente da detenuti ai ferri (forzati) i lavori durarono sette anni così nel 1797 la struttura fu ufficialmente inaugurata come ergastolo per crimini comuni. L'architettura dell'ergastolo ancora oggi dopo oltre due secoli rappresenta un unicum nel suo genere. L'ergastolo di S. Stefano è un'originale soluzione alle teorie di quel periodo, secondo le quali solo con il completo dominio di una mente su l'altra era possibile il recupero del detenuto.

Altre informazioni

Ergastolo in Santo Stefano di Ventotene
Ergastolo in Santo Stefano di Ventotene
 

Carcere Borbonico di Santo Stefano

Fu voluto da Re Ferdinando IV alla fine del '700. L'ingegnere che ne curò la costruzione fu Francesco Carpi che lavorò assieme a Antonio Winspeare, ispirandosi ai principi illuministici del "panopticon". Nel 1795 fu completata la costruzione sull'isola del carcere borbonico di Santo Stefano e nel 1979 fu inaugurata la sua apertura.

Ergastolo in Santo Stefano di Ventotene
Ergastolo in Santo Stefano di Ventotene
 

Il porto romano

Il porto romano è un'opera di ingegno dimostrativa di come si possono rispettare le caratteristiche di un territorio pur traendo da esso le condizioni di vivibilità della comunità che decide di insediarvisi.

Il porto romano di Ventotene
Il porto romano di Ventotene
 

Villa Giulia di Punta Eolo

Villa imperiale voluta da Ottaviano Augusto dove furono esiliate diverse donne appartenenti alla famiglia Julia e Flavia: Giulia, Agrippina Maggiore, Livilla, Ottavia, Flavia Domitilla.
Donne che per circa un secolo hanno abitato Ventotene fra gli sfarzi e le bellezze dell'isola stessa e della villa nata per essere residenza estiva dell'Imperatore. Ben visibile è l'area delle terme, dove si possono ammirare le strutture del calidarium, tepidarium, e frigidarium che affacciano su un meraviglioso tramonto sulla vicina isola di Ponza.

La zona dove sorgeva Villa Giulia
La zona dove sorgeva Villa Giulia
 

Cisterne Romane

L'Acquedotto Romano consisteva di sei grandi Cisterne e condotti, totalmente scavati nel tufo. Oggi ne restano solo 2 visibili: la Cisterna di Villa Stefania e quella dei Detenuti. Si trovano a pochi minuti di cammino da Piazza Castello, si estendono per circa 700 mq la prima e oltre i 1200 mq l'altra. Ancora intatte grazie all'utilizzo del cocciopesto di cui sono rivestite. Furono riutilizzate nel corso dei secoli e sono ricche di segni della presenza dell'uomo con dipinti, edicole votive, firme e graffiti.

Interno della Cisterna dei Detenuti
Interno della Cisterna dei Detenuti
Interno della Cisterna di Villa Stefania
Interno della Cisterna di Villa Stefania
Particolare della Cisterna dei Detenuti
Particolare della Cisterna dei Detenuti
Particolare della Cisterna dei Detenuti
Particolare della Cisterna dei Detenuti
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