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Riserva Regionale Marmitte dei Giganti



L'Area Protetta

Mappa di Avvicinamento
  • Ente Gestore: Comunità Montana della Valchiavenna
  • Sede: via della Marmirola, 3 - 23022 Chiavenna (SO)
  • Tel: 0343/33795
  • Fax: 0343/34334
  • E-mail: CMValchiavenna.AREE_PROTETTE@provincia.so.it
  • Superficie: 37,54 ha
  • Provincia: Sondrio
  • Istituzione: 1983


Il parco delle Marmitte de Giganti, che comprende la "Riserva Naturale di interesse regionale" e l'area limitrofa classificata di rilevanza ambientale, e situata sulle pendici del complesso montuoso che delimita ad est e l'estremità superiore della Valchiavenna e a sud l'inizio della Val Bregaglia. E' Percorribile seguendo vecchie mulattiere ed i sentieri che portavano alle antiche cave di pietra ollare. Tutta l'area presenta visioni paesaggistiche di particolare bellezza, aspetti geomorfologici imponenti ed affascinanti che danno origine ad un ambiente tra i più singolari dell'arco alpino, ricchezze di testimonianze di millenaria attività antropica, contenuti storici e preistorici di grande interesse, varietà ed esuberanza di vegetazione con particolare concentrazione delle specie più significative e rare raccolte nell'orto botanico "Paradiso".


L'aspetto geomorfologico dei fenomeni glaciali

l'attuale aspetto geomorfologico del territorio è un risultato dell'azione erosiva e modellatrice dei ghiacciai. Sono riconoscibili numerosi terrazzi orografici disposti a varie quote su tutto il versante sinistro del fiume Mera. Sopra la fascia alluvionale l'aspetto è caratterizzato dall'elevarsi di alcuni dossi rocciosi, aree ramificate anche a grossi massi, da pareti rocciose, da forre, massi erratici di granito e da un impluvio che separa i dossi dalle falde inferiori dei rilievi montuosi.
Sulle sommità delle rocce montonate, striate e lisciate, al centro e lungo i fianchi delle valli
glaciali si trovano le Marmitte dei Giganti, dette anche pozzi glaciali, di dimensioni e forme
molto variabili e contigue a canali, vasche e catini i intercomunicanti. Sono, secondo gli esperti, le più belle e numerose espressioni del fenomeno evidenziato in tutte le regioni europee interessate dalle grandi glaciazioni quaternarie.
Nell'area del Parco sono presenti cunei di rocce mafiche ed ultramafiche dette "Pietre Verdi di Chiavenna" (ofioliti) che rappresentano frammenti dell'antica crosta oceanica del bacino della Tetide sviluppatasi circa 150 milioni di anni fa. Una caratteristica peculiare della zona è la presenza delle frane costituite da massi di dimensioni ciclopiche interessanti sempre i litotipi delle "Pietre Verdi" uscite dalla tormentata storia glaciale smembrate, fagliate e fratturate.


I Fenomeni Glaciali

I ghiacciai attuali non sono che una modesta testimonianza di quelli che a incominciare da circa un milione fino a 12.000 anni fa, ricoprirono in epoche alternate la catena alpina e tutta quanta l'Europa.
I fenomeni glaciali presenti nel Parco (rocce montonate e striate, canali di erosione e di gronda, "Marmitte dei giganti") costituiscono appunto le tracce di quelle antichissime glaciazioni. L'aspetto arrotondato e levigato delle rocce, infatti, fu causato dell'azione abrasiva svolta dal substrato dell'enorme massa del ghiacciaio in scorrimento, mentre i canali e le " marmitte dei giganti " (pozzi o catini scavati nella roccia viva, di forma cilindrica o più complessa e delle più varie dimensioni) si formarono per l'azione delle acque di fusione superficiale.


Durante la stagione calda la porzione superficiale del ghiacciaio fonde parzialmente, dando origine a veri e propri ruscelli; se essi nel loro scorrere incontrano un crepaccio, vi precipitano a cascata trasportandovi sabbia, ghiaia, ciottoli di roccia dura che, cadendo vorticosamente e fungendo da vera e proprio mola, scavano profondamente la più tenera
roccia del fondo.
Questo perché l'acqua ed i detriti esercitano, dove battono, una forza enorme, in quanto l'altezza della caduta può essere anche di qualche centinaio di metri: tale e infatti è lo spessore di un ghiacciaio vallivo.
A volte questi detriti si possono ancora rinvenire, ben arrotondati, sul fondo delle "marmitte", mentre disseminati in superficie si evidenziano frequentemente i chiari massi erratici di granito, trasportati dal ghiacciaio ed abbandonati al momento del suo ritiro.


Aspetti Paesaggistici e Vegetazione

L'Aspetto paesaggistico presenta gran varietà di quadri panoramici. Gli orizzonti visuali delle sommità dei dossi rocciosi offrono i valori scenici più elevati: le cime perennemente innevate dei monti che coronano la vallata, i declivi cosparsi di antichi nuclei abitati, la stupenda cascata dell'"aquafraggia", l'articolarsi delle architetture dei borghi di fondovalle.
Le specie arboree e arbustive che costituiscono il bosco comprendono varie entità autoctone con prevalenza di castagno, carpino, frassino, acero di monte, tiglio rovere, ciliegio, sorbo montano. Le varietà esotiche spontaneizzate sono presenti con la robinia pseudoacacia, la quercia rossa e qualche cedro deodara. Di particolare interesse è la vegetazione rupicola, che denota la presenza di microclimi dell'orizzonte sub-mediterraneo con numerosi esemplari di alloro, erica arborea, biancospino e opunzia.


La Pietra Ollare

Le "Pietre Verdi di Chiavenna" presentano, a causa delle diverse associazioni mineralogiche presenti, differenti gradi di durezza. La Roccia più tenera adatta alla lavorazione al tornio per la produzione di olle (pentole) è denominata Pietra Ollare. L'attività estrattiva di questa pietra è stata praticata per secoli in modo continuativo ed ebbe rilevante importanza per l'economia locale.


Le incisioni Rupestri

Sulle rocce levigate, sulle pareti verticali delle antiche cave, su massi isolati e in grotticelle si ritrovano innumerevoli testimonianze della plurisecolare presenza umana e dell'ininterrotta esigenza di comunicare mediante incisioni rupestri.
Grafie figurative e date si accompagnano a geometrie astratte, segni, sigle e simbologie spesso ancora del tutto ermetiche per la difficoltà di trovare il decodificatore atto a tradurre i messaggi.