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Riserva Regionale Torbiere di Marcaria



L'Area Protetta

Mappa di Avvicinamento
  • Ente Gestore: Consorzio Parco Naturale Oglio Sud
  • Sede: Via Umberto I°, 136 - 26030 Calvatone (CR)
  • Tel: 0375/97254
  • Fax: 0375/97507
  • E-mail: parco.ogliosud@unh.net
  • Superficie: 138,21 ha
  • Provincia: Mantova
  • Istituzione: 31 maggio 1989


Cenni Storici

Le Torbiere di Marcaria rappresentano una delle ultime testimonianze di ambienti paludosi, una volta molto estesi, lungo l'Oglio. Tra il XII e XIII secolo la Corte di Marcaria era circondata da zone umide e boschi. In particolare vi era la Torbiera di Marcaria ancora non del tutto sfruttata che doveva presentare ampi tratti ancora intatti del tipico ecosistema torbigeno. La Torbiera di Marcaria è stata sfruttata, per l'estrazione di torba ad uso combustibile, senz'altro fin dalla metà dell'ottocento.
L'attività di escavazione è durata, come testimoniato da alcune persone che vi hanno lavorato, fino al primo dopoguerra. Tra l'inizio del secolo e la seconda guerra mondiale l'estrazione della torba è senza dubbio stata una delle attività predominanti per Marcaria. La torba veniva estratta tra giugno e ottobre. Inizialmente si provvedeva allo "scrosto" dell'area da escavare, si puliva cioè il terreno dallo strato superficiale di carici con l'ausilio di vanghe. Gli uomini poi provvedevano ad estrarre il materiale manualmente utilizzando particolari attrezzi detti "ferri", che consentivano di estrarre parallelepipedi di torba lunghi circa 90 cm. Le donne tagliavano, con grossi coltelli, in tre pezzi il "parallelepipedo" di torba, li trasportavano in carriole o ceste in punti dove venivano disposti ad essiccare; questi in 8/10 giorni erano asciutti. Successivamente tagliavano ancora in tre pezzi i "parallelepipedi" essiccati e i pani di torba erano così pronti per essere utilizzati come combustibile. Lo scavo, effettuato dagli uomini, era profondo generalmente fino a due volte la lunghezza del "ferro", circa 1.80 metri. Nel primo dopoguerra il giacimento si è praticamente esaurito o comunque non sembra sia valsa la pena continuare a scavare. Si è passati così, per il riscaldamento, alla legna e poi, ai giorni nostri, al metano. Durante l'escavazione pare siano state rinvenute nei differenti strati della torbiera molte corna di cervo e legni o tronchi più o meno intatti. Pare che nessuno di questi reperti sia stato conservato. Negli ultimi quarant'anni l'area della torbiera è stata utilizzata per la coltivazione della canna e, nei tratti marginali, per altre coltivazioni come quella del pioppo.


Istituzione e Regime della Riserva Naturale

La riserva naturale "Torbiere di Marcaria" è stata istituita con Deliberazione del Consiglio Regionale del 31 maggio 1989 - n. IV/1390, ai sensi della l.r.86/83, in seguito alla relativa proposta d'istituzione di riserva naturale dell'11 giugno 1986 (n.spec. 8044/8681).
La riserva naturale "Torbiere di Marcaria", in base all'atto istitutivo regionale, è classificata "orientata" ed ha le finalità di:
  • a) tutelare le caratteristiche naturali dell'area palustre;
  • b) disciplinare e controllare la fruizione del territorio a fini scientifici e didattici.

La gestione della riserva è affidata, ai sensi dell'art.13, 4° comma della l.r.86/83, all'Ente di gestione del Parco naturale dell'Oglio Sud, a far tempo dalla data d'insediamento dell'Ente di gestione stesso.
In attuazione della Direttiva 42/93/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatica, la riserva è proposta come "Sito di importanza comunitaria" ed, in applicazione della Direttiva 409/797CEE, è in corso la designazione di "Zona speciale di conservazione per gli uccelli acquatici".


Vegetazione

La vegetazione della Torbiera di Marcaria è fortemente influenzata dall'utilizzo antropico dell'area (taglio delle canne, pioppeti...). Senza dubbio, soprattutto a causa della pratica che prevede il taglio del canneto e la successiva bruciatura delle stoppie poco prima dell'inizio della primavera (metà marzo), la flora risulta impoverita.
Gli specchi d'acqua, che presentano forme subregolari, testimonianza della passata attività di estrazione della torba, sono ricoperti, soprattutto nei periodi tardo-primaverile ed estivo da coltri di Lemna minor, Lemna trisulca, Spyrodela polyrriza, Salvinia natans, Azolla caroliniana. Tra le piante sommerse prevalgono gli aggruppamenti a Ceratophyllum demersum.


Vegetazione ad idrofite emergenti

(canneti, magnocariceti, prati/aggallati a Thelipteris palustris)

Le torbiere di Marcaria sono per oltre i due terzi ricoperte da vegetazione a idrofite emergenti. In particolare vi sono ampie zone a canneto nelle quali la cannuccia di palude, Phragmites australis, raggiunge coperture di oltre il 90%; tutta l'area è stata interessata fino a pochi anni or sono dalla coltivazione della canna. Vi sono poi discreti appezzamenti di magnocariceti, caratterizzati da diverse specie di carici quali Carex otrubae, C. riparia, C. vesicaria, C. acutiformis e C. hirta. Infine intervallati ai magnocariceti o sottoforma di aggallati sugli specchi d'acqua sono da segnalare tratti piuttosto compatti e uniformi della felce Thelypteris palustris.


Vegetazione arborea-arbustiva
(a prevalenza di Salix cinerea, a prevalenza di Amorpha fruticosa)

In alcuni tratti il canneto è stato sostituito da fitti aggruppamenti a Salice grigio (Salix cinerea). Vi sono alberi isolati di Pioppo ibrido (Populus x euroamericana), resuidi di precedenti coltivazioni, e di Salice bianco (Salix alba).
In alcuni tratti marginali sono presenti altri arbusti come la Frangola (Frangula alnus); l'Indaco (Amorpha fruticosa), originario del continente americano è presente in formazioni lineari lungo le sponde dei canali principali e di specchi d'acqua originati da attività estrattiva nelle aree a Sud del canale Loiolo e occupa alcune aree incolte precedentemente coltivate a pioppo.
La più vasta formazione arbustiva degradata, presente fino al 1999 sul mappale n.52 del Fg. 34, insediatasi tempo addietro a seguito di abbandono colturale di un pioppeto e composta prevalentemente da Indaco e rovo, è stata oggetto di un intervento di recupero attuato dall'ente gestore nel febbraio 2000; la vegetazione presente è stata sostituita da impianto di bosco misto igrofilo composto da Ontano nero, Frassino ossifillo, Olmo campestre, Pioppo bianco, Pioppo nero, Salice grigio, Pallon di maggio, Sanguinella, Nocciolo, Evonimo. Sono in corso gli interventi di manutenzione ordinaria, consistenti nel controllo ripetuto della crescita della vegetazione erbacea infestante nel periodo primaverile-estivo e nella irrigazione di soccorso e sostituzione delle eventuali fallanze.


Invertebrati

Sono state rinvenute 35 specie di coleotteri idroadefagi (Mazoldi, 1986). La Torbiera di Marcaria viene considerato uno degli ambienti (tra quelli fino ad ora adeguatamente studiati) più ricchi di specie di coleotteri idroadefagi d'Italia; inoltre sono state rinvenute alcune specie estremamente significative quali: Hydroporus dorsalis noto per poco più di cinque località in tutta Italia; Hydroporus springeri e Nartus grapei specie rare e localizzate; lungo l'Oglio sembrano essere presenti solo a Marcaria; Agabus undulatus raro in Italia e Dytiscus mutinensis noto per la Lombardia solo in una stazione.
Questo tipo di habitat è confermato dalla presenza di alcuni molluschi acquadulcicoli caratteristici di acque eutrofiche e poco ossigenate tra i quali alcune specie di Planorbidae come: Planorbarius corneus, Planorbis carinatus, Segmentina nitida e Anisus vortex. Inoltre vi sono Lymnaea stagnalis, Radix auricularia, Viviparus viviparus e Physa acuta.


Anfibi e Rettili

Nella riserva sono state rilevate solo quattro specie di anfibi, tutte appartenenti agli anuri, ma non è da escludere la presenza di urodeli (Tritone). Vi sono la Rana verde molto comune, la Raganella, il Rospo comune e la Rana di Lataste. Quest'ultima specie è endemica della pianura padana e si è andata progressivamente rarefacendo a causa della scomparsa del bosco e delle zone umide sostituiti da terreni coltivati. A Marcaria la Rana di Lataste sembra piuttosto rara a causa dell'attività pregressa di coltivazione della canna; con la recente costituzione di bosco igrofilo in prossimità di piccoli stagni si verrà a costituire un ambiente idoneo al consolidamento e alla riproduzione della specie. Tra i rettili sono presenti la Biscia d'acqua, la Lucertola muraiola e il Ramarro.


Uccelli

Le Torbiere di Marcaria hanno assunto in questi ultimi anni una notevole importanza ornitologica per l'insediamento di una garzaia, su canneto, salice grigio e pioppi ibridi isolati. Nel 1999 è stata accertata la nidificazione di Nitticora , Airone rosso, Airone cenerino, Garzetta . Nel 1997 si è avuta la nidificazione sporadica di una coppia di Sgarza ciuffetto.
Le specie nidificanti, comprese quelle irregolari, probabili e possibili, sono 46; quelle svernanti regolari sono 37, quelle svernanti irregolari e incerte sono 6. I migratori esclusivi, compresi gli irregolari, sono 14; gli accidentali 3.
Tra le altre specie nidificanti, certe o probabili, ve ne sono alcune di rilevante interesse: Tuffetto, Tarabusino, , Marzaiola, Falco di palude, Porciglione, Nibbio bruno, Martin pescatore, Beccamoschino, Salciaiola, Cannaiola verdognola, Cannaiola, Cannareccione, Pendolino e Migliarino di palude. Inoltre importante la probabile nidificazione di Moretta tabaccata.
L'area viene frequentata regolarmente da specie non nidificanti ma di rilevante interesse, particolarmente il Tarabuso, l'Airone bianco maggiore, l'Airone guardabuoi, il Basettino.


Mammiferi

Nell'elenco sistematico che segue oltre alle specie accertate sono indicate anche le probabili con un asterisco (*) a fianco.
Riccio*, Toporagno, Crocidura ventre bianco, Crocidura minore, Toporagno d'acqua*, Talpa, Pipistrello nano*, Lepre*, Moscardino*, Arvicola campestre, Arvicola terrestre, Arvicola del Savi, Topo selvatico, Topolino delle risaie, Ratto delle chiaviche, Topolino domestico*, Nutria, Faina, Donnola.