3.6. IL Parco e il territorio.

 

I problemi che riguardano i Parchi "in quanto tali" sono tuttavia diversi nei diversi contesti geografici, socio-politici e istituzionali.

La dimensione e la collocazione geografica (in particolare il maggior o minor inglobamento di aree urbanizzate o intensamente antropizzate), la natura delle risorse e dell'ambiente, i rapporti col contesto socio-economico e territoriale, nonché il livello, la qualità e l'estensione dei processi di pianificazione che lo concernono, la storia stessa del Parco in quanto istituzione, influiscono in misura decisiva nel caratterizzare, aggravare o affievolire i problemi che, in ogni Parco, la pianificazione è chiamata ad affrontare. Modificazioni in alcuni di questi fattori (ad esempio, nella delimitazione territoriale del Parco) influiscono inevitabilmente sulla natura e la gravità dei problemi.

Per quel che riguarda il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, se si esclude il divieto di caccia, prescritto dalla legge quadro, l'avvento del Parco non ha modificato radicalmente le regole di utilizzo del territorio da parte delle popolazioni locali.

Anzi, l'Ente ha cercato di porsi sulla strada della continuità, lavorando per alleggerire al massimo le pratiche burocratiche (rilasciare i nulla osta per ogni opera che debba essere eseguita entro i propri confini e che richieda una specifica autorizzazione, ad esempio, opere edilizie, selvicolturali etc.) e anzi, laddove possibile, per velocizzare i tempi di intervento dell'amministrazione: i rimborsi per danni della fauna non vengono erogati più dopo un anno, ma dopo un massimo di due mesi.

Il Parco ha seguito sin qui la strada della collaborazione con le popolazioni locali e insisterà sulla ricerca di questo contributo anche nella fase di preparazione di importanti strumenti normativi (come il Regolamento, il Piano del Parco e il Piano di sviluppo economico-sociale).

Tuttavia, si sono verificati conflitti riguardanti la caccia che, unitamente all'apertura di cave e discariche, è una delle attività vietate entro i confini dei Parchi nazionali. Il Servizio di Sorveglianza del Parco, costituito dagli agenti del C.F.S., ha coerentemente fatto rispettare il divieto anche con l'ausilio della tabellazione cioè di una vasta rete di segnalazioni e di informazioni visive, di tutto il perimetro dell'area protetta che è in fase di completamento nel versante toscano. Si tratta di un'operazione capillare che sta evitando ogni possibile equivoco sui confini.

Tra i nuovi Parchi nazionali quello delle Foreste Casentinesi è l'unico ad essere già quasi completamente tabellato.

La mancanza di segnalazioni era stata infatti all'origine di una querelle con i cacciatori alla vigilia della stagione venatoria 1994-95, poiché all'epoca il Parco aveva a disposizione solo una carta in scala 1:100.000 allegata al decreto istitutivo dell'Ente e solo il territorio del versante romagnolo era già tabellato per intero.

Era d'altra parte inevitabile che la nascita dell'area protetta generasse qualche attrito: ma la reciproca buona volontà e soprattutto una serie di incontri tra il personale di sorveglianza, l'Ente Parco e le associazioni dei cacciatori hanno permesso a questi ultimi di conoscere approfonditamente i confini onde evitare qualsiasi disguido.

E, di fatto, sino ad oggi si contano sulle dita di una mano le segnalazioni alla Procura della Repubblica di cacciatori individuati in atteggiamento di caccia dentro l'area del Parco.

Anche il mondo agricolo si è sentito molto penalizzato dalla nascita di un Parco e, nonostante le attività agricole nel territorio del Parco siano relativamente marginali a causa del grande esodo dalla terra che si è verificato soprattutto tra gli anni '60 e '70, l'Ente è consapevole dell'importanza della loro esistenza per la conservazione di importanti lembi di paesaggio e agroecosistemi che aumentano la biodiversità del territorio.