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Oasi di Chinguetti



L'Area Protetta

Mappa di Avvicinamento
  • Ente Gestore: Municipalità di Chinguetti
  • Sede: B.P. 2001, Chinguetti Wilaya de l'Adrar - Mauritania
  • Tel. 00222 5400005
  • Sindaco: Mohammed Ould Amara

Il Paese








La Mauritania, posta tra il Marocco e il Senegal, appartiene per 2/3 al deserto del Sahara. Ha meno di 3 milioni di abitanti, la maggior parte dei quali vive di agricoltura e dell'allevamento di capre e cammelli. Oggi è un Paese povero, ma è stata per secoli la terra dei nomadi, dei grandi percorsi legati al commercio transahariano, delle carovane cariche di sale e di spezie. Era stata il Paese della "beduinità sapiente", come ancor oggi amano definirsi i suoi abitanti, perché fin dall'inizio del secondo millennio le tribù maure avevano creato scuole, collezionato biblioteche, radunato intellettuali arabi ed europeiper elaborare "il pensiero del deserto": era nata una simbiosi e un patto di reciprocità tra l'essere umano e il Sahara.

Terra degli Uomini, così la definiva all'inizio del '900 Saint Exupery, l'autore del Piccolo Principe. E' in Mauritania che l'aereo del Piccolo principe atterra in emergenza, è da quelle dune di sabbia che il bambino racconta del suo amore per un'unica, solitaria e irripetibile rosa.

Oggi il grande nomadismo è scomparso, i traffici transahariani sono stati soppiantati da nuove, moderne e veloci opportunità commerciali, e gli antichi manoscritti sono stati radunati nelle biblioteche pubbliche e private delle città storiche e della capitale. Solo a Chinguetti sono circa 3000 i volumi conservati: quasi quanto il numero dei suoi abitanti! Molti di questi volumi, se messi sul mercato, frutterebbero cifre interessanti per i loro proprietari (di fatto la loro vendita è proibita sia dalla legge tradizionale sia dal codice penale), ma il loro vero valore è che testimoniano un'identità culturale tanto profonda che neppure le difficoltà del sopravvivere quotidiano fanno scordare.

La povertà, la scarsità dell'acqua, le dune che invadono i palmeti e le grandi acacie dalle radici scoperte che sembrano vogliano andarsene altrove, verso terre meno aride, sono oggi i tratti ambientali caratteristici dell'altipiano di Chinguetti. Gli abitanti variano tra i 4 e i 6.000, a seconda delle stagioni, dato che esiste ancora un nomadismo pastorale che costringe le famiglie ad abbandonare l'altipiano durante la stagione secca, per portare il bestiame, capre e cammelli, a pascolare verso il Sud. Oltre alla pastorizia, l'economia locale è legata alla produzione dei datteri, venduti anche nel resto del Paese, e, in tempi più recenti, alla presenza turistica.

Le oasi del Comune di Chinguetti sono luogo di sosta abituale di molti uccelli migratori che svernano in Africae raggiungono l'Europa in primavera attraversando il Sahara. Tra gli altri la cicogna nera, molto amata dalla popolazione perché si dice che il suo passaggio preannunci l'arrivo della stagione delle piogge. Ma gli uccelli migratori sono sempre più a rischio, perché la desertificazione ha ridotto notevolmente le risorse ambientali:è ormai difficile trovare acqua e nutrimento in pieno Sahara.


La regione di intervento

L'altipiano di Chinguetti, a circa 450 m. sul livello del mare, ha una superficie di circa 16.000 km2, e comprende i comuni di Chinguetti, di Ouadane e di Ain Savra. Una strada asfaltata e alcune piste poco praticabili anche in auto fuoristrada uniscono Chinguetti con Ouadane (altra oasi di notevole importanza storica) e con Atar, il capoluogo regionale; viceversa non esistono piste di collegamento tra il capoluogo comunale e le diverse oasi del suo territorio, distanti fino a 60 km di dune dal centro urbano e percorribili in una giornata di auto fuoristrada.

Il clima è di tipo sahariano / saheliano, con una pluviometria media, calcolata sugli ultimi 10 anni, di 55 mm. Le temperature sono elevate, raggiungono i 50° nei mesi di giugno e luglio; tuttavia le minime notturne dei mesi di gennaio e febbraio possono avvicinarsi allo 0° C. L'evaporazione potenziale è alta, stimata a oltre 3.000 mm/annui. L'altipiano è leggermente inclinato da Ovest verso Est e da Nord verso Sud; attraversato da numerose oued. Le dune si spostano velocemente a causa dei venti quasi costanti che, ad esclusione del periodo tra ottobre e dicembre, provengono da direzione Nord e Nord-Est. Il fenomeno è chiaramente visibile a causa dell'insabbiamento progressivo dei palmeti. Alcune riprese aeree degli anni '50 mostrano sull'altipiano una superficie di circa 120 ettari di palme: oggi questa superficie è meno della metà. La siccità, che ha interessato queste regioni negli ultimi decenni, ha eliminato buona parte del reddito tradizionale. Si stima attorno al 75% le perdite in capitale bovino, di un 30% in piccoli ruminanti e nel 25% in cammelli, oltre alla perdita di resa agricola nelle oasi.

Il suolo dell'altipiano è roccioso e sabbioso insieme, con depositi alluvionali ed eolici alternati a distese pietrose con scarsa materia organica. Dove la pioggia ristagna, grazie a conche e avallamenti naturali, troviamo terreni argillo-sabbiosi relativamente fertili e adatti alla coltivazione.
Le piogge, a carattere torrenziale quando arrivano, scorrono velocemente sul territorio con pochissima capacità di penetrazione nel terreno, dilavando e impoverendo la superficie.

Le principali specie arboree presenti sull'altipiano sono l'Acacia tortilis, la Capparis decidua e il Tamarix senegalensis, ma anche la Maerua crassifolia e la Boscia senegalensis. I pascoli sono costituiti prevalentemente da Panicum turgidum, mentre vicino ai ristagni di acqua si trovano specie tipo il Ficus gnaphalocarpa. Nelle erg sabbiose a est di Chinguetti, troviamo l'Aristida pungens e la Leptadenia pyrotecnica, ma solo in presenza di dune fisse, mentre nel reg del plateau si trovano l'Acacias flava e la Balanite aegiptica. Sui suoli rocciosi misti a sabbia cresce il Panicum turgidum e a volte l'Euphorbia balsemefera; infine sui suoli solo rocciosi si trova l'Acacia flava e lo Ziziphus lotus.
Le attività principali sono l'agro-pastoralismo, le colture alluvionali e l'orticoltura praticata sotto-palma.
L'allevamento è presente sottoforma di ovino-caprini e di cammelli. La pressione animale è costante e crea una situazione di sovra sfruttamento dei pascoli che provoca il calo e addirittura la scomparsa della copertura vegetale. Questo fenomeno è aggravato dall'uso di legna come combustibile da cucina. L'ambiente è sempre più fragile, minacciato dal degrado: la vegetazione è in calo continuo negli ultimi 30 anni; la fauna selvatica è anch'essa in via di estinzione, e comunque in forte calo.
La proprietà delle terre è sempre stata ed è tuttora, collettiva. Ogni tribù, o meglio ancora ogni frazione di tribù, ha il suo territorio e le varie famiglie hanno il diritto di coltivare parcelle del territorio considerato proprietà tradizionale e di costruire sulle stesse. Non esistono titoli a certificazione della proprietà delle terre, ma tale proprietà è rarissimamente contestata e, in caso di contestazione, è il giudizio dei capi tradizionali a dirimere la disputa, mentre solo in casi eccezionali si ricorre all'autorità amministrativa. Attraverso accordi verbali (molto rispettati), le tribù non proprietarie possono utilizzare, in caso di necessità, territori altrui.

Nel deserto tutto gravita attorno all'acqua, risorsa principale e indispensabile per ogni forma di vita umana, animale e vegetale. Forse solo in ambiente estremamente aridi è dato di capire l'importanza della risorsa idrica, e certamente solo in ambienti aridi questa risorsa è utilizzata senza sprechi e con senso di responsabilità.

Il Progetto

Nel nostro caso, la cicogna nera ha svolto egregiamente il suo ruolo e, come vuole la tradizione, si è impegnata a portare acqua alle popolazioni che l'accolgono durante la sua migrazione. Il Parco del Fenera ha recepito le richieste del Sindaco di Chinguetti di svolgere delle ricerche presso uno dei siti di transito della cicogna (il sito di Leghlaveh, luogo di sosta oltre che degli uccelli migratori anche delle famiglie di nomadi, circa tre/quattrocento persone) mirate al reperimento della falda freatica, onde permettere lo scavo di un pozzo ad uso umano e animale, e catalogare le specie vegetali autoctone ancora esistenti. La ricerca era necessaria e preliminare all'intervento di realizzazione del pozzo, per il quale si era impegnato il Comune di Pray (provincia di Biella).

La sinergia tra i due Enti, unitamente al contributo dato da Regione Piemonte, ha permesso di rispondere ai bisogni vitali della piccola comunità e, in parallelo, di migliorare le aree di sosta delle cicogne nere in modo che, aumentando numero el'ampiezza delle pozze, abbiano maggiore possibilità di superare la traversata del Sahara. L'intervento in loco è stato seguito dalla Onlus piemontese Terre Solidali, i cui soci e collaboratori operano da molti anni in Mauritania e nei Paesi del Nord Africa e del Sahel, che hanno attivato per il progetto collaborazioni e conoscenze in loco per ottimizzare le risorse disponibili.

Con l'apporto del Parco Fenera è stato svolto uno studio geofisico, affidato ad una piccola impresa mauritana, che ha permesso di individuare con esattezza la falda, ed è stata avviata una campagna di sensibilizzazione locale, in particolare diretta alle scuole, per rafforzare un sentimento di protezione e salvaguarda per le risorse dell'ambiente. Grazie alla collaborazione di un ricercatore italiano, sono state censite e fotografate le specie vegetali (alberi e arbusti) locali e, con la collaborazione degli anziani e delle donne del villaggio, è stato individuato l'utilizzo in campo medico di alcune specie. In particolare sono emerse informazioni su bacche e radici nel campo della medicina animale tradizionale.


Il ruolo della Municipalità

Il processo di democratizzazione in corso in Mauritania si basa tra l'altro sulla possibilità di trasferire parte dei poteri statali verso le istituzioni pubbliche decentralizzate, prime fra tutti i comuni: di conseguenza questi ultimi stanno cominciando a svolgere un ruolo significativo nel processo di sviluppo in atto nel Paese.

Ogni Comune copre uno spazio territoriale decisamente ampio, diremmo troppo ampio anche per un Paese dalle grandi distanze, e raggruppa numerose località spesso lontane fra di loro almeno una mezza giornata di auto fuoristrada. Nel caso di Chinguetti, il Comune si trova a gestire nuclei molto frammentati sul territorio che vanno dai 50 ai 700 abitanti. I vari villaggi sono rappresentati presso la Municipalità da un Consigliere Comunale eletto, e questo è di fondamentale importanza per permettere ai Comuni di svolgere un ruolo effettivo di conoscenza dei problemi e di coordinamento delle risorse.
Nonostante i Comuni siano incaricati del controllo e della gestione del proprio territorio, le risorse finanziarie e umane non sono in grado di sopperire alle reali esigenze. Per questo i Comuni debbono rivolgersi agli aiuti internazionali per contribuire al benessere delle comunità residenti.

Il Comune di Chinguetti è considerato all'avanguardia, ed è diventato negli ultimi anni un attore di riferimento importante per le politiche di rafforzamento delle collettività locali. Dopo l'esodo che negli anni '70 aveva ridotto il numero degli abitanti dell'altipiano a circa 6.000, di cui appena 3.000 a Chinguetti, la popolazione è oggi tornata a superare i 10.000 abitanti, quasi tutti semi-nomadi.
L'urgenza per la popolazione è l'acqua, la cui disponibilità darebbe modo di abbeverare il capitale domestico e di coltivare le terre.