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Parco Regionale W Ecopas



Punti di Interesse


Niger

Niger

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  • Forma di governo: repubblica.
  • Indipendenza: 3/8/1960 (già colonia francese)
  • Superficie: 1.186.408
  • Popolazione: 9.849.596
  • Capitale: Niamey
  • Altre città: Agadez, Diffa, Dosso, Maradi, Tahoua, Tillaberi, Zinder
  • Moneta: franco CFA (1 euro = 655,00 franchi CFA)
  • Lingua: francese (ufficiale), d’uso l’hausa, il djerma e il tamachek parlato dai Tuareg, il poular parlato dai Fulbe, il kanuri e altri idiomi locali
  • Gruppi etnici: Hausa 53,6%, Djerma 21,2%, Fulbe 10%, Tuareg 9%, Kanuri 4,3%, altri 1,9%
  • Religione: musulmani 98,7%, animisti 0,7%, cristiani 0,4%
  • Fuso orario: -1
  • Temp. media annua: 29,1 °C
  • Giorni di pioggia: 42
  • Risorse agricole: miglio, sorgo, riso, arachidi, cotone, gomma arabica, cipolle
  • Allevamento: bovini, ovini, caprini, camelidi
  • Risorse minerarie: uranio, cassiterite, carbone, ferro, manganese
  • Tasso di crescita demografica: 3.3% all’anno
  • Tasso di mortalità infantile: 123/1000 abitanti
  • Speranza di vita: 47 anni
  • Analfabetismo: 72 %

Cultura

Il popolo hausa non è un gruppo nettamente distinto dal punto di vista dell'identità linguistica. Più di 20 milioni di africani dell'ovest dicono 'buongiorno' in hausa come se fosse una cosa naturale e altrettanti la parlano come seconda lingua rendendola una delle più diffuse tra quelle parlate nell'Africa sub-sahariana. L'antica cultura hausa nacque nel cuore del Niger settentrionale, diffondendosi nel resto del paese. Altri gruppi etnici nigerini (in opposizione a quelli nigeriani) sono le tribù nomadi dei fulani e dei tuareg. I borro fulani, o wodaabé, sono il 'popolo dei tabù', così chiamato per l'intricata e spossante serie di tabù e codici morali che sottolineano la loro riservatezza e modestia, pazienza e forza d'animo, cautela, preveggenza e ospitalità. La storia non è stata molto generosa con il popolo tuareg: un tempo erano valorosi signori del deserto, ma oggi li si può trovare ad ammassare mattoni nei cantieri o a lavorare nelle miniere, mentre i ribelli si nascondono sulle montagne portando avanti la lotta per la sopravvivenza.
Gli inadan, artigiani straordinariamente dotati, che vivono in una sorta di vassallaggio o servitù rispetto ai tuareg, non vengono stipendiati ma sono stimati e apprezzati per la loro abilità nella lavorazione dell'argento e nella fabbricazione di selle, borse per cammelli, attrezzi, utensili e talismani. Fra gli oggetti realizzati dagli inadan particolarmente interessante è la Croix d'Agadez, una croce in filigrana d'argento che è un potente talismano in grado di proteggere chi la indossa dall'occhio del diavolo. Per questi e altri oggetti in argento il nobile tuareg si sdebita con doni e, se non manifestasse così la propria indulgenza verso chi l'ha servito, uno juju malvagio potrebbe colpire lui e la sua famiglia. È un tipo di relazione paradossalmente delicata, in cui sia il padrone sia lo schiavo occupano la sfera sociale più alta ma l'uno dipende all'altro quanto a stima reciproca, posizione sociale e sopravvivenza. Gli inadan hanno fama di maliziosi 'più antichi della memoria, coraggiosi come il corvo, birichini come il vento' ed è risaputo che possono lanciare una stregoneria, tezma o ettama, come ricompensa per chiunque si azzardasse a superare la sottile linea del rispetto che esigono.
La cucina del Niger difficilmente si imprimerà nella vostra memoria. Al nord la maggior parte dei pasti consiste in alcune combinazioni di yogurt, riso e agnello, mentre al sud riso, salsa, couscous, ragù o stufato sono i cibi più comuni. È comunque probabile che apprezzerete i piatti, nonostante tutto, per la singolarità dell'atmosfera nigerina. Tutto ha un sapore più buono se gustato sotto le stelle o coi piedi immersi nel calore della sabbia.


Ambiente

Il Niger è privo di sbocchi sul mare, dal quale dista più di 650 km. Confina a nord con l'Algeria e la Libia, a est con il Chad, a sud con la Nigeria e il Benin e a ovest con il Burkina Faso e il Mali. Pari a più del doppio della Francia, il Niger è per dimensioni il secondo paese dell'Africa occidentale, ma è uno dei meno popolati, con il 90% degli abitanti concentrato a sud, nella valle del Niger, lontano dal desertico nord. E’ occupato per circa due terzi dal deserto e per un terzo dal Sahel (la zona semidesertica a sud del Sahara). Solo una ristretta area a sud riceve acqua a sufficienza per i raccolti. La porzione di deserto, in rapporto a quella di semideserto, è in continuo aumento, ed esiste il rischio che il paese possa un giorno scomparire sotto una distesa di sabbia. In Niger le riserve d'acqua sono limitate, e il fiume Niger attraversa solo una piccola aerea del paese, confinante con Mali, Burkina Faso e Benin.
La rapida desertificazione del Niger è dovuta a una molteplicità di fattori: i devastanti periodi di siccità degli anni '70, l'eccessivo sfruttamento dei pascoli, l'abbattimento degli alberi per procurarsi la legna per cucinare, e le sabbie con un'alta concentrazione di quarzo puro che rende difficilmente utilizzabile il soprasuolo e poveri i raccolti. Questa situazione è particolarmente grave a nord e al centro, mentre più a sud la sopravvivenza degli animali del parco nazionale - ippopotami, giraffe, elefanti, bufali e leopardi - è affidata alle acque del fiume.
In linea di massima, il Niger può essere afoso quanto o più dell'inferno, con temperature medie intorno ai 30° C, che possono superare i 50° C nella stagione più calda (tra marzo e giugno). Il clima è così torrido durante questi mesi, da far evaporare la pioggia prima che tocchi il suolo. Il periodo più fresco, invece, è quello che va da dicembre a febbraio, con temperature notturne che nel deserto scendono sotto zero. Prima delle piogge inizia a soffiare l'harmattan, che porta una nebbia fine e polverosa che avvolge tutto. La stagione delle piogge, solitamente nel periodo compreso tra giugno e ottobre, può creare difficoltà a chi viaggia.


Benin

benin

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  • Forma di governo: repubblica presidenziale
  • Indipendenza: 1/8/1960 (già colonia francese)
  • Superficie: 112.622
  • Popolazione: 6.787.625
  • Capitale: Porto-Novo
  • Altre città: Natitingou, Cotonou, Parakou, Lokossa, Porto-Novo, Abomey
  • Moneta: franco CFA (1 euro = 655,00 franchi CFA)
  • Lingua: francese (ufficiale), d’uso idiomi locali: Fon, Gu, Yoruba e altri
  • Gruppi etnici: Fon 39%, Yoruba 12%, Adja 11%, Houeda 8,5 %, Bariba 8%, Fulbe 5,5%, altri 16%
  • Religione: animisti 61%, cattolici 21%, musulmani 12%, protestanti 2,3%
  • Fuso orario: -1
  • Temp. media annua: 26,7 °C
  • Prefisso Telefonico: 00229
  • Presidente: Mathieu Kérékou
  • Agricoltura:, cotone, cacao, manioca (tapioca), cereali, arachidi, palma
  • Allevamento: ovini, caprini, suini
  • Industria: tessuti, materiali edili prodotti chimici, petrolio greggio


Cultura

Il Benin ha una ricca storia culturale e per più di un secolo la sua produzione artistica tradizionale ha attirato l'attenzione di tutto il mondo. La cultura tradizionale prevedeva che l'arte fosse tesa a uno scopo spirituale, ma durante il periodo dei re fon gli artigiani furono incoraggiati a creare opere che evocassero l'eroismo ed esaltassero il prestigio dei sovrani. La storia di questo periodo veniva narrata su coloratissimi arazzi di cui è facile trovare ancora esempi moderni. Le lavorazioni in bronzo del Benin sono universalmente note tra i collezionisti anche se la loro qualità non è più quella di un tempo. Si racconta che l'arte di fondere il bronzo venne ostacolata da un capo ife che si infuriò per via di una statua, di bronzo appunto, del suo predecessore e decretò la pena di morte contro chi impiegava questo materiale. Diversi secoli dopo pare che il decreto sia ancora in vigore. I bassorilievi del palazzo di Abomey sono stati dichiarati patrimonio dell'umanità dall'UNESCO.
In Benin esistono diversi tipi di danze popolari, alcune religiose altre no. Ve ne sono con coreografie di gruppo ma la maggior parte sono individuali e incredibilmente espressive. Si danza durante feste specifiche come La Gani, in cui si festeggia la cultura e l'identità, ma anche in forme spontanee di celebrazione. Vale la pena di vedere i danzatori perché le loro cerimonie di esaltazione della vita sono una delle cose più affascinanti del paese.
La caratteristica culturale del Benin che più di altre ha attratto l'interesse di tutto il mondo è il voodoo, una religione animistica, seguita da circa il 70% della popolazione, che crede nei rapporti tra il mondo umano e quello degli spiriti: in nocciolo crede che gli spiriti siano presenti in tutte le cose.


Ambiente

Il Benin si trova nell'Africa occidentale e occupa 112.620 kmq di terre. Il paese è una lunga striscia di terra perpendicolare alla costa del Golfo di Guinea. A nord confina con il Burkina Faso e la Repubblica del Niger, a est con la Repubblica Federale della Nigeria e a ovest con la Repubblica del Togo. Il litorale meridionale è lungo 124 km e la maggior distanza nord-sud è di 672 km, dal fiume Niger alla Baia del Benin. Le sue dimensioni sono circa due terzi di quelle del Portogallo e leggermente più piccole di quelle della Pennsylvania.
Il paese è diviso in cinque regioni naturali: la zona costiera; la pianura detta 'la terre de barre'; la pianura alberata della savana; una regione collinosa nord-occidentale (l'Atakora), riserva d'acqua del Benin e del Niger; e le fertili terre del nord-est. Nel sud, lungo la costa, si trovano immense piantagioni di palme e noci di cocco.


Burkina Faso

mappa burkina

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  • Forma di governo: repubblica presidenziale
  • Indipendenza: 5/8/1960 (già colonia francese)
  • Presidente: capitano Blaise Compaoré
  • Superficie: 274.400
  • Popolazione: 10.312.609 (cens. 1996)
  • Capitale: Ouagadougou
  • Altre città: Kongoussi, Kombissiri, Dièbougou, Tenkodogo, Koudougou, Banfora, Zorgho, Bogandè, Fada N’Gourma, Bobo-Dioulasso, Ouagadougou, Orodara, Nouna, Koupèla, Dèdougou, Po, Boulsa, Ziniarè, Gorom-Gorom, Yako, Gaoua, Reo, Kaya, Dori, Leo, Djibo, Tougan, Diapaga, Ouahigouya, Manga
  • Moneta: franco CFA (1 euro = 655,00 franchi CFA)
  • Lingua: francese (ufficiale), malinke, more
  • Gruppi etnici: mossi 48%, fulbe 10%, bobo 7%, lobi 7%, mandingo o mandinka 7%, sènoufo o sènufo 6%, altri 15%
  • Religione: musulmani 50%, animisti 40%, cristiani 10%
  • Fuso orario: -2
  • Temp. media annua: 26,4 °C
  • Giorni di pioggia: 59
  • Agricoltura: cotone, arachidi, sesamo, sorgo, miglio, cereali, riso
  • Industria: sapone, acque minerali e birra, sigarette, tessuti, oro
  • Mortalità infantile: 123/1000
  • Speranza di vita: 49 anni
  • Analfabetismo: 80 %


Cultura

In Burkina Faso ci sono più di 60 gruppi etnici con caratteristiche sociali e culturali diverse, anche se tutti ci tengono a definirsi burkinabé. I gruppi principali sono i Bobo, che vivono nella zona della città di Bobo-Dioulasso, i Fulani, i Lobi e i Sénufo, ma il gruppo nettamente dominante è costituito dai Mossi. I Mossi discendono da un impero regale e l'imperatore, o moro-naba, ha un ruolo importante e grande influenza sociale. Alcuni discendenti dei Mossi sono musulmani ma il Burkina Faso è uno dei pochi paesi dell'Africa occidentale a maggioranza non musulmana, dove gran parte della popolazione segue ancora le credenze animiste tradizionali.
Ogni gruppo etnico ha la propria arte ma le tradizioni artistiche dei Mossi, dei Bobo e dei Lobi sono le più famose. I Mossi sono noti per le loro maschere di antilope incredibilmente alte (più di 2 m) e dipinte di rosso o bianco. Queste maschere vengono indossate durante i funerali e i lavori di raccolta e conservazione di alcuni frutti. Le maschere dei Bobo sono invece a forma di grandi farfalle, dipinte a strisce rosse, bianche e nere, usate per invocare la divinità Do nelle cerimonie della fertilità. I Bobo in realtà dispongono di tantissime maschere dai tratti animaleschi, ma quelle a forma di farfalla sono le uniche indossate da tutti. La tradizione dei Lobi è tra le più vive dell'Africa, compresi i riti d'iniziazione dyoro per i giovani maschi. L'arte dei Lobi è molto rinomata: le incisioni in legno sono simboli a protezione della famiglia.
Il Burkina Faso ha avuto un ruolo trainante per la rinascita dell'arte e della cultura africane. Il festival cinematografico FESPACO, che si tiene ogni due anni, esordì umilmente nel 1969 ma da allora è cresciuto fino a diventare in Africa occidentale un'elegante versione delle rassegne indipendenti del cinema di Hollywood, senza atteggiamenti imbronciati, produttori che dispensano baci, e guerre frenetiche di offerte. Un diverso festival culturale, che ha luogo l'anno in cui non si tiene il FESPACO, è dedicato alle altre arti sceniche: la musica, la danza e il teatro. Il Burkina Faso ospita inoltre il più grande mercato di artigianato del continente.
I buongustai che ritengono che gli alimenti solidi servano solo da condimento alle salse adoreranno la cucina del Burkina Faso: tutto è servito con salse. Questo in realtà pare bizzarro considerando i legami con la Francia, ma è davvero così: salsa con riso (riz sauce), salsa di verdure con riso (riz gras), una salsa a base di pesce (sauce de poisson), salsa con carne e melanzane (boeuf sauce aubergine) e salsa con montone e pomodori (muoton sauce tomatoe). Nelle zone rurali il topo selvatico (con o senza salsa) è considerato una prelibatezza.


Ambiente

Il Burkina Faso (un tempo Alto Volta) si trova ai limiti del Sahel, e confina con il Benin, il Togo e il Ghana a sud-est, con la Costa d'Avorio a sud, con il Mali a ovest e con il Niger a nord. Grande circa due volte il Colorado, è uno dei paesi più piccoli dell'Africa occidentale ma uno dei più densamente popolati. La popolazione è distribuita in modo diseguale e poco uniforme, ci sono lunghe distese di terre quasi deserte nel nord, mentre le regioni centrali e meridionali straripano di abitanti.
Gran parte del paese è piatto, arido e coperto d'arbusti. Verso nord, avvicinandosi al Sahara, la vegetazione lascia spazio alle dune sabbiose, mentre verso sud si trovano foreste e campi di canna da zucchero e verso est un altopiano sinuoso e boschi verdeggianti. I tre fiumi principali del Burkina Faso, il Mahoun (Volta nero), il Narizon (Volta rosso) e il Nakambe (Volta bianco), irrigano l'altopiano centrale scendendo verso est e verso sud.
Il disboscamento e la desertificazione sono causa di terribili siccità, spesso combinate con rapidi aumenti della popolazione e del bestiame e una persistente crisi economica. Il risultato è che intorno alla capitale si è creata una zona di 70 km completamente priva di alberi. Questo territorio è stato spogliato dai residenti che usano il legno come principale risorsa energetica. Solo qualche parco e qualche riserva sono sopravvissuti al furibondo attacco. Se si attraversano i principali parchi nazionali si possono ancora vedere elefanti, ippopotami, bufali, antilopi e coccodrilli.
Il clima del Burkina Faso è simile a quello degli altri paesi del Sahel con due distinte stagioni. La stagione secca va da novembre a maggio, la stagione umida da giugno fino a tutto ottobre. Il periodo più caldo dell'anno è tra marzo e giugno mentre da dicembre a febbraio soffiano incessantemente i venti harmattan carichi di polvere, rendendo il paesaggio fosco e poco fotogenico e la gente scontrosa e irascibile.