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Parco paesaggistico delle Saline di Sicciole

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L'Area Protetta

Carta d'identità

  • Superficie a terra: 700.00 ha
  • Categoria IUCN: V - Paesaggi terrestri e marini protetti
  • Stato: Slovenia

 

La parte settentrionale del Parco, dove si produce il sale, detta Lera, è divisa dal Canal grande dalla parte meridionale, chiamata Fontanigge.

 

 

Gli habitat

La zona di Lera è caratterizzata da habitat animali e vegetali delimitati dalla diversa salinita dei campi saliferi, dai canali e dagli argini delle saline.

La zona di Fontanigge si distingue per una maggiore varietà di habitat, quali canneti, praterie salate, vasche asciutte brulle o parzialmente ricoperte da vegetazione, isolette nelle vasche allagate, zone paludose e tipologie diverse di habitat lungo le sponde. Anche i ruderi delle case dei salinai sono invitanti per alcune specie. La zona di Fontanigge è delimitata da schiere di arbusti e da prati secchi e umidi di origine carsica, mentre gli argini marini ad ovest sono lambiti dal mare, la cui profondita è esigua.
Fondale antistante le saline
Fondale antistante le saline
 

Le piante alofite

Sul terreno salato delle saline crescono numerose piante alofite, che sopportano o addirittura necessitano una marcata concentrazione salina. Queste piante si trovano sovente alla foce dei fiumi e dei torrenti e nelle saline.

Nella zona di Lera le alofite sono presenti soprattutto lungo i margini dei campi saliferi e nei canali, mentre di rado i campi saliferi vengono ricoperti da agglomerati di salicornia. Nella zona di Lera, botanicamente piu interessante, crescono invece vere e proprie praterie di alofite, tra le quali prevale la salicornia fruticosa, con presenze importanti di atriplice portulacoide e di limonio. I margini delle vecchie vasche ed i canali sono ricoperti dal santonego, varietà di assenzio. Accanto ai canali si trovano singoli cespugli di salicornia fruticosa e suaeda marittima, mentre le sponde dei canali sono ricoperte dall'inula marina.
Le alofite dispongono di regola di foglie e fusto legnosi, poiché soffrono la siccità essendo l'acqua dolce non raggiungibile. La pianta alofita più attraente è il limonio, dai minuscoli fiori viola e dalle ghiandole simili a lacrime sulle foglie. 
Piante alofite
Piante alofite
 

La fauna

Nelle saline di Sicciole è stata sinora registrata la presenza di 272 specie avicole. Le saline rappresentano infatti una distesa acquea di cospicua entità, che gli uccelli migratori utilizzano come area di sosta o come sito per svernare. Quando in Istria, ed anche nel Mediterraneo s'iniziarono a restringere le superfici di questo genere a causa dell'urbanizzazione, le saline acquisirono l'importanza odierna quali siti ornitologici. Un ruolo preponderante in questo processo lo ha ricoperto l'abbandono della produzione del sale nel settore meridionale delle saline, senza però rinunciare alla manutenzione degli argini ed alla regolazione del livello dell'acqua, che ha permesso di instaurare habitat diversi. Un apporto è stato fornito anche dalle forze della natura, che hanno formato un insieme di ambienti simili, ma sufficientemente diversi tra loro, nei quali si sono insediati uccelli dalle differenti abitudini alimentari e di nidificazione. L'acqua marina, che s'insinua profondamente nella terraferma lungo i canali, apporta molto nutrimento, che puo essere consumato dagli uccelli nell'acqua bassa delle vasche salifere abbandonate.

Nonostante la loro importanza, gli uccelli non sono gli unici abitanti delle saline, nei cui habitat vivono numerosi animali minori, sulla terraferma e nell'acqua, molti dei quali sono presenti in Slovenia unicamente in questo sito.

Garzetta bianca
Garzetta bianca
 

La produzione del sale

Il patrimonio culturale delle Saline di Pirano è la testimonianza di secoli di vita e lavoro dei salinai nell'Adriatico nord-orientale. Le uniche saline del Golfo di Trieste a rimanere attive fino ai giorni nostri sono quelle di Sicciole e Strugnano, ed è per questo motivo che la loro testimonianza è tanto più preziosa. Il loro valore va ricercato nel patrimonio etnologico, tecnico, storico, urbano e territoriale presente nell'area.

Nel patrimonio culturale si annoverano i campi saliferi, i canali con gli argini e muri in pietra, i gradini e le chiuse, le case dei salinai, le stradine, i sentieri, i ponti, le pompe e così via. Le Saline di Strugnano e di Sicciole sono ormai le ultime saline della costa adriatica orientale dove il sale viene prodotto ancora con le tecniche tradizionali in ogni fase della lavorazione, compresa la raccolta giornaliera sul particolare biosedimento detto petola. 

Le saline dell'Adriatico settentrionale hanno influenzato sensibilmente per secoli la vita economica delle cittadine che vi si affacciavano. Sono state anche oggetto di contese e guerre, perché del sale si faceva largo uso, specie per la conservazione degli alimenti e nella produzione della polvere da sparo. Il sale era dunque molto prezioso e considerato una mercanzia strategica. Nel passato, oltre alle saline piranesi di Sicciole, Lucia e Strugnano, nel Golfo di Trieste, come pure lungo la costa istriana, erano attive parecchie saline di varie dimensioni (ad es. a Muggia, Capodistria ed Isola), che non erano oggetto solo di interessi politici ed economici, ma anche dell'umore della natura, la quale alle volte impediva per lunghi periodi la produzione del sale, mentre altre volte era magnanima, concedendo raccolti  più che abbondanti.

Oggi l'aspetto economico delle saline va interpretato alla luce di quello che è il loro valore naturale e storico: il sale prodotto per l'alto grado di qualità e contenuto minerale è apprezzato ad es. dai buongustai; la conservazione delle tradizioni legate all'arte dei salinai contribuisce a sensibilizzare le persone su quello che è il loro valore culturale; l'area compresa dal Parco è al contempo un oasi per specie animali e vegetali e per l'uomo un ambiente naturale intatto, a ricordo di quello che un tempo è stato il ricco patrimonio culturale e territoriale del Mediterraneo, che purtroppo sta scomparendo.

Il sale viene prodotto negli specifici campi saliferi, formati da bacini per l'evaporazione e bacini per la cristallizzazione. L'acqua di mare vi viene convogliata con appositi canali per caduta o con l'ausilio di pompe. Nella zona di Fontanigge tali pompe, dette semplicemente "màchine" venivano fatte funzionare con la forza del vento, che metteva in movimento delle grandi vele, mentre nella zona di Lera già cent'anni or sono gli Austriaci avevano messo in funzione le prime pompe a motore.

Di tutti i bacini esistenti, quelli per la cristallizzazione sono solamente un quinto del totale. È in questi che si forma il sale dopo che l'acqua di mare vi arriva passando per i bacini di evaporazione. I bacini per la cristallizzazione hanno inoltre un'altra caratteristica: il loro strato superficiale è formato da un composto biominerale detto petola (dello spessore di pochi mm, composto di un fango molto compatto misto a sostanze minerali), che di fatto impedisce il contatto dello strato di fango sottostante con il sale. 

Il sale viene prodotto con l'ausilio di attrezzi tradizionali, compresa la raccolta con particolari rastrelli di legno, con i quali il sale viene ammucchiato.

Altre informazioni

Saline
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