Rassegna del 22 Aprile 2005

Una rete ecologica nazionale costituita da tutti i parchi regionali

Da oggi si parlerà di aree protette alla prima assemblea nazionale dei Parchi regionali italiani in programma fino a domenica nel milanese, a Costano Primo, sul tema ”Parchi regionali per la rete ecologica nazionale”. Anche la provincia di Perugia è presente a questo appuntamento ed il vicepresidente Palmiro Giovagnola, auspicando una pronta modifica della legge quadro sulle aree protette, ha anticipato il contenuto del suo intervento e riferito tra l’altro: «La Provincia di Perugia investe moltissimo nella valorizzazione delle aree naturali protette e proprio tale esperienza ci spinge a condividere pienamente le richieste presentate da Upi, Anci, Uncem e Federparchi ed altre associazioni circa la necessità di provvedere senza altri ritardi alla modifica della legge quadro nazionale sulle aree protette 394/91. Anche la legge regionale oggi risulta inadeguata a far decollare un sistema di aree prpotette regionali che dovrebbero rappresentare laboratori socio economici oltre che ambientali e tramutare pertanto una giusta valorizzazione delle richhezze naturali in occupazione e fonte di reddito per le giovani generazioni». Per il rappresentate della Provincia le aree protette possono rappresentare una scommessa per il futuro solo se il loro funzionamento sarà al passo con i tempi e soprattutto non rappresenteranno appesantimenti burocratici ed amministrativi. (Il Messaggero)

Lettera al vetriolo del sindaco all’esecutivo regionale oggi riunito a Cimolais

A movimentare la vigilia della Giunta regionale, che si svolgerà stamattina in trasferta a Cimolais, ci ha pensato il sindaco di Claut, Alceo Della Valentina, il quale ha scritto una missiva al vetriolo al presidente Illy e a tutti i componenti dell'esecutivo, nel quale lamenta la scarsa attenzione riservata ai Parchi. «La Regione ha appena pubblicato un bando per la qualificazione urbana e il recupero del patrimonio edilizio pubblico volti alla valorizzazione dei centri minori - è l'esordio del primo cittadino - pubblicizzandolo come intervento rivolto prevalentemente ai comuni comprendenti aree di Parchi o Riserve naturali. Infatti, al punto 2 del provvedimento si individuano come beneficiari "centri urbani minori, il cui territorio risulti compreso, anche parzialmente, nel Parco naturale delle Dolomiti Friulane, delle Prealpi Giulie, nella Riserva naturale del lago di Cornino, del torrente Cellina, nonché di centri minori non ancora caratterizzati da una specifica vocazione turistica". Poste queste premesse - incalza Della Valentina - ci si aspetterebbe che i criteri di valutazione e priorità fossero coerenti. Invece, all'articolo 9, si rileva che i comuni comprendenti aree di Parchi e Riserve sono di fatto esclusi dalla possibilità di essere beneficiari del provvedimento, dato che il punteggio ad essi riservato è irrisorio rispetto a quello, altissimo, per i comuni esterni». «Per questo motivo chiedo al presidente Illy - conclude il sindaco - se condivide la leggerezza con cui vengono strumentalizzati i temi ambientali e irrisi la gente e gli amministratori delle zone dei Parchi e Riserve naturali, per perseguire obiettivi diversi da quelli ufficialmente dichiarati. Mi piacerebbe inoltre sapere se la Regione, che in questi due anni non ha intrapreso alcuna iniziativa, intenda riconoscere alla nostra gente le priorità previste dalla legge 42, come aveva fatto la precedente Giunta regionale, con l'accordo di programma con i Comuni del Parco, l'accordo Stato-Regione, l'iniziativa Interreg e numerosi bandi che favorivano le nostre aree. Sarebbe, infine, utile sapere se i Parchi e le aree protette saranno inseriti nella promozione turistica regionale, totalmente dedicata al turismo tradizionale». (Il Gazzettino)

Vademecum sui parchi

Urbino

E’ stato presentato ieri mattina, nell’aula magna del campus scientifico “Sogesta”, il secondo quaderno del centro di Geologia dell’università degli studi “Carlo Bo”. Il vademecum, a cura di Erika Roccato, docente di geografia regionale dell’ateneo urbinate, è una rassegna su quattro parchi naturali delle Marche (Conero, Sasso Simone e Simoncello, Gola della Rossa e di Frasassi, Monte San Bartolo) la loro storia, il territorio e gli interventi regionali per la loro tutela. “E’ un’analisi geografica – ha spiegato l’autrice – dei quattro parchi, uno studio scientifico e storico approfondito. Fino ad oggi queste realtà paesaggistiche sono state rese protagoniste solamente di opuscoli e libri promozionali, e mancava uno studio approfondito, una bibliografia specifica”. (Corriere Adriatico)

Parchi italiani a confronto per scegliere il loro futuro

Dal 22 al 24 aprile, a Castano Primo (MI), presso l’auditorium “Angelo Paccagnini”, la prima assemblea nazionale dei Parchi Regionali Italiani

Il ruolo delle aree protette come “motore” dello sviluppo sostenibile in Italia e in Europa, quale futuro per i parchi fluviali inseriti nella Rete ecologica, il riutilizzo di infrastrutture dismesse per favorire la “mobilità dolce”. Sono questi alcuni dei temi che saranno affrontati nella Prima Assemblea Nazionale dei Parchi Regionali Italiani, promossa da Federparchi – la Federazione italiana Parchi e Riserve Naturali – in collaborazione con il Parco del Ticino, e in programma da venerdì 22 a domenica 24 aprile presso l’Auditorium “Angelo Paccagnini” a Castano Primo (piazza XXV aprile). Il Parco del Ticino, riconosciuto dall’Unesco come Riserva della Biosfera dall’Unesco, è il parco fluviale più grande d’Europa. Con il suo presidente Milena Bertani ha intrapreso una serie di azioni di tutela e salvaguardia del territorio finalizzate ad incrementare il turismo e l’agricoltura sostenibile. Proprio in quanto “modello” di riferimento per il sistema italiano dei parchi, è stato scelto come sede della prima conferenza nazionale delle aree protette. Il programma dei lavori è disponibile sul sito www.parcoticino.it o su www.parks.it “L’assemblea si pone come il momento più alto e qualificato – commenta Milena Bertani, presidente del Parco del Ticino e cooordinatore regionale di Federparchi Lombardia – per suggerire e confrontare le proposte da cui derivino le linee guida per valorizzare il nostro grande e straordinario patrimonio ambientale. In questo quadro il Parco del Ticino offrirà il suo contributo per lo sviluppo del turismo nei Parchi, la realizzazione di una Rete ecologica Europea, lo stato di avanzamento del progetto comunitario relativo alle aree protette fluviali”. (market press)

Bellassai contro Schintu «Il Parco del Circeo bersaglio di attacchi strumentali e faziosi»

Salvatore Bellassai, commissario straordinario del Parco Nazionale del Circeo replica con una lunga lettera a una serie di attacchi all’Ente da lui diretto comparsi su alcuni organi di stampa e su un canale televisivo pubblico, scaturiti “dall’abilità provocatoria di un consigliere regionale oggi di maggioranza, che ha ingannato la redazione di una apprezabile trasmissione, riproponendo documenti già passati al vaglio della magistratura ed archiviati prima di qualsiasi seguito giudiziario”. «Mi chiedo: - scrive Bellassai - è mai possibile che a distanza di anni si utilizzino organi di informazione come tribunale di appello per dare sfogo a rancori di una sconfitta giudiziaria per un esposto basato su informazioni parziali ottenute in maniera poco chiara evitando di ricorrere alle leggi sulla trasparenza degli atti amministrativi garanzia di chi chiede, ma anche dell’Amministrazione che detiene gli atti?». E ancora: Bellassai si scaglia contro il sindaco di Sabaudia, Salvatore Schintu, “primo cittadino della capitale del Parco e vice presidente della comunità” che ha espresso “legittime, ma intempestive perplessità ergendosi a paladino della comunità del Parco” contestando alcune opere realizzate e in via di realizzazione in conformità con la legge e cioè passando per gli organi tecnici del comune di Sabaudia. «Evidentemente - scrive Bellassai - a Palazzo la mano destra non sa cosa fa la sinistra». E incalza, aggiungendo «per memoria del sindaco, che il parere della comunità (in base all’articolo 10 della legge 6 dicembre 1991 n° 394) è chiamata ad esprimere solo parere consultivo e propositivo senza funzioni di controllo o addirittura di comando, come il sindaco Schintu sembra invece individuare, che risiedono invece nel presidente e nel consiglio direttivo dell’Ente». E per oggi il sindaco Schintu ha già convocato una conferenza stampa per evidenziare gli abusi commessi all’interno della Foresta demaniale del Parco. (Il Messaggero)

Villaggio della fratellanza nel Parco Nazionale del Vesuvio

Sorgerà un 'villaggio della fratellanza' nel pieno parco nazionale del Vesuvio (ente presieduto da Amilcare Troiano), costruito a misura di disabile, con zona notte, laboratori dove imparare un mestiere, ed un'area verde con percorsi 'speciali'. E' il progetto dei volontari della fondazione Ualsi (unione amici di Lourdes e santuari italiani), di Sant'Anastasia, che si occupano di disabili e malati della zona, offrendo la propria disponibilità anche nei pellegrinaggi a Lourdes.
Ed ora i volontari si offrono anche di accompagnare i bambini diversam dei disabili e degli ammalati". "I diversamente abili devono essere trattate come le persone sane - ribadisce il presidente della fondazione, Luigi De Simone - ed ogni barriera architettonica deve essere eliminata per consentire loro di vivere autonomamente".
Un’affermazione pienamente condivisa anche dalla mamma della piccola Annapia, che continua la sua battaglia in difesa dei diritti della bambina. "La dirigente scolastica ha sostenuto che a scuola ci sono bagni per i disabili - ha sostenuto - ma io non ne ho mai visti. L'ingresso dal quale accede mia figlia a scuola, è secondario, e spesso chiuso. Non è così che si abbattono le barriere, non solo quelle architettoniche".
Barriere che invece non esistono affatto nel futuro 'villaggio della fratellanza', che prevede una zona di soggiorno a misura di disabile, un'area verde che sarà realizzata grazie ad un accordo con il Cnr di Napoli nel pieno parco nazionale del Vesuvio, ed un edificio appositamente attrezzato per i laboratori, dove i diversamente abili potranno imparare un mestiere che garantisca loro un futuro migliore e più rosee speranze.
"Il villaggio è attualmente in fase di costruzione - ha aggiunto De Simone - e sorgerà su un'area di 14 mila metri quadrati. Una prima struttura è già stata realizzata, e qui si riuniscono i diversamente abili della zona per le giornate di preghiera e per le feste organizzate insieme con i gruppi di altre regioni d'Italia. Purtroppo i fondi per terminare la struttura scarseggiano: faremo appello al buon cuore di imprenditori, cittadini e quanti vorranno sostenerci in questa sfida alla modernità ed alla fratellanza".
"Nella struttura sarà realizzata una zona notte - conclude De Simone - dove i diversamente abili potranno soggiornare e quindi seguire le attività formative, assistenziali e sociali dedicate loro. All'esterno, grazie al Cnr di Napoli, sarà realizzata un'area a verde con percorsi per diversamente abili, in modo che anche loro potranno godere delle bellezze paesaggistiche ed ambientali del parco nazionale del Vesuvio". Per lunedì 25 aprile, infine, l'appuntamento dell'Ualsi è alla diocesi di Nola, per la giornata del malato, organizzata in collaborazione con la Valsi di San Giuseppe Vesuviano, che prevede, oltre alla preghiera insieme con il vescovo Beniamino Depalma, anche animazione, e momenti di aggregazione. (Il Denaro)

I giovani del Gargano rinnovano il parco

Il presidente Gatta: «Un modo efficace per avvicinarli al territorio»

Il presidente del Parco nazionale del Gargano Giandiego Gatta ha il suo mini alter ego. Si tratta di Federico Biscotti, 14 anni, una passione per il computer e il gioco del bowling, eletto ieri quale baby presidente dell'Area Protetta dai minisindaci del territorio. Biscotti subentra a Marianna Di Miscia eletta lo scorso anno. L'alunno dell'istituto comprensivo «Manicone» di Vico ha raggranellato quattro preferenze su un totale di nove votanti sorpassando Antonella Tavaglione ferma a quota due. Emozionato e teso, Federico Biscotti nel suo primo intervento dopo la proclamazione, e prima di indossare la fascia verde, ha ringraziato tutti per l'appoggio ricevuto ed ha ribadito l'impegno a realizzare il programma proposto, tutto incentrato sull'aumento degli spazi verdi all'interno dei centri abitati e sulla tutela dell'ambiente. Il convegno-conclave si è tenuto presso l'aula magna della Comunità Montana del Gargano. Presenti oltre ad alunni, amministratori ed insegnanti, anche i vertici dei due enti sovracomunali vale a dire Antonio Mazzamurro che regge la Comunità Montana del Gargano e Giandiego Gatta, presidente Parco Nazionale del Gargano. Vivace ed emozionante lo scambio culturale fra ?piccoli e grandi?, questi ultimi stupiti dalla verve e dalla dialettica mostrata da quelli che hanno tutta l'aria di essere destinati a diventare i sindaci o i presidenti garganici del domani. Ha impressionato la scioltezza mostrata dal neo baby presidente del Parco Biscotti al momento di tratteggiare, a grandi linee, il suo programma. Tra tutti gli interventi dei vari mini sindaci e amministratori, ha colpito quello della baby presidente della Federparchi Donatella Rosa, 14 anni, di Ischitella. Grintosa la sua oratoria. Ma ad impressionare maggiormente è stata la determinazione con la quale ha sferzato gli amministratori adulti, sollecitandoli al rispetto degli impegni presi. Poi rammaricandosi della scadenza imminente del suo mandato (28 maggio prossimo), la stessa quattordicenne ha rivelato il suo vero sogno: intraprendere la carriera politica. Perspicace l'intervento sull'uso dei diserbanti effettuato da Mara Petrilli, minisindaco del Comune di Mattinata. «Oggi è una bella giornata perché ricca di emozioni, le stesse che questi ragazzi ci hanno dato con i loro interventi, dai quali abbiamo appreso molto» ha rivelato il Presidente Gatta. ?Lezione di stile? così ha sintetizzato Antonio Mazzamurro, presidente della Comunità Montana del Gargano ?l'emozione nell'ascoltare questi ragazzi mi conforta circa il futuro della classe dirigente di questo territorio?. Saverio Prencipe, assessore montano ha annunciato a breve l'istituzione della figura del minipresidente della Comunità Montana del Gargano. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Tutti tifano per l'orso in fuga sulle Dolomiti

Il plantigrado è un soggetto giovane, appena risvegliatosi dal letargo invernale ed è sicuramente in cerca di una compagna
Vano ogni tentativo di respingere l'animale nel parco Brenta-Adamello da dove si è allontanato


È ancora allarme orso in Alto Adige. Mentre la scorsa notte i guardiaccia stavano ancora cercando in val d 'Ultimo l' orso passato nei giorni scorsi sui monti altoatesini dal parco trentino Adamello-Brenta, il plantigrade si è spostato più in là. È arrivato nei pressi della località di Prissiano dove ha sbranato una pecora e ne ha gravemente ferite altre due che sono state abbattute. Inoltre sono spariti anche tre agnellini.
La vicenda va avanti da alcuni giorni, anzi da alcune notti, dopo che a Foiana, un piccolo paesino arrampicato sui monti, l'orso - ma c'è chi pensa che gli animali possano anche essere due - aveva fatto razzia in alcuni ovili, tra cui quello dei genitori di Armin Zoeggeler, il supercampione mondiale e olimpico di slittino. Tecnici dell'Ufficio Caccia di Bolzano - con contadini e allevatori che hanno riscoperto ancestrali paure - hanno organizzato per alcune notti operazioni che prevedevano l'uso di fotoelettriche e proiettili di gomma per spaventare il plantigrado e farlo tornare nell'area del Parco Adamello Brenta.
Contro l'orso sarebbe anche stato sparato uno di questi proiettili, ma senza risultati. L'animale si è spostato solo un pò più in là restando però sempre ancora in Alto Adige.
Contatti sono in corso anche con gli esperti del Trentino dove da alcuni anni è stato avviato il progetto Life Ursus, con una decina di plantigradi importati dalla Slovenia. Gli animali si sono bene adattati alle nuove condizioni ambientali del Parco Adamello-Brenta, tanto da proliferare e mettendo al mondo 11 nuovi cuccioli. Gli orsi in Trentino non hanno mai creato problemi particolari, tantomeno alle persone. Ci sono solo a volte pecore sbranate con la Provincia pronta a rimborsare gli allevatori danneggiati.
Turisticamente ma anche culturalmente la presenza degli animali ha però un valore enorme: testimonia la presenza di una natura ancora incontaminata a selvaggia, un patrimonio preziosissimo.
Per ora, anche con il consiglio dei più esperti trentini, gli altoatesini stanno intanto cercando, notte dopo notte, di spaventare l'orso e farlo tornare nel parco. Ad abbatterlo nessuno ci pensa. O, se lo fa, non lo dice per la grande sensibilità per gli animali che ormai è diffusissima e per le ripercussioni certamente negative che la cosa avrebbe nell'opinione pubblica. Nella vicina Svizzera, anche in tempi recenti, qualche abbattimento c'è però stato con la motivazione che l'orso si era reso ormai troppo pericoloso.
In Alto Adige, del resto, nessuna ha dimenticato la storia dell'orsetta Vida che pochi anni fa sconfinò dal parco Adamello-Brenta arrivando sino in provincia di Bolzano. Vida venne addirittura investita da un'auto nel fondovalle, ma continuò il suo viaggio. L'ultima volta fu avvistata in Austria, nella regione della Carinzia. Poi, però, il radiocollare che aveva addosso non trasmise più alcun segnale e da quel giorno di Vida non si seppe più nulla.
Insomma - anche se qualche pecora viene sbranata, qualche contadino ha un po' di paura e qualche cacciatore freme - gli altoatesini tifano per l'orso arrivato dal Trentino. (Il Gazzettino)

Tutti in silenzio: «Quel parco fa perdere voti»

Il Gennargentu è tabù

Non usate il termine Parco, per favore. Vietato parlare della questione in campagna elettorale. Anche i fautori del progetto sono costretti a tacere per non correre nemmeno il rischio di perdere voti. Roma e Cagliari si sono adeguate a un silenzio voluto e generalizzato. Eppure Regione e Ministero tre mesi fa avevano parlato di poche settimane per individuare quel percorso istituzionale da seguire per arrivare in tempi brevi all'annullamento del decreto istitutivo. Perché ormai nessuno dice di volere nel Gennargentu quel «parco nazionale calato dall'alto», nessuno difende il decreto istitutivo avallato dall'allora presidente della Regione Palomba e firmato dal ministro Edo Ronchi, rimasto nel limbo tra una proroga e l'altra fino allo scorso 31 dicembre, quando la Forestale decise di applicare i vincoli a iniziare dal divieto di caccia. Vincoli, nonostante la sollevazione popolare e la volontà di eliminarli definitivamente, ancora in vigore e, paradossalmente, in assenza dell'Ente parco, che proprio la Provincia dovrebbe far rispettare. «Purtroppo abbiamo mancato l'ennesima occasione perché non si è mai cercato il dialogo vero e un serio confronto progettuale con la gente», dice Annico Pau, ex sindaco di Nuoro, che per la sua professione di agronomo mantiene un costante rapporto con il mondo delle campagne. «È la politica ad essere in ritardo e la stessa proposta del pastoralismo, pur importante, mi sembra una scorciatoia per evitare il vero problema. Diciamolo chiaramente: senza l'uomo non ci può essere parco, sono stati i pastori a consegnarci questo bene in eredità, il degrado avanza proprio con la fuga degli allevatori dalle montagne. Vorrei capire - continua Annico Pau - perché in Lombardia si finanziano gli allevatori per portare le mucche al pascolo in alta montagna (l'alpeggio) e noi invece nel Gennargentu abbiamo sottobosco e macchia mediterranea che avanzano pericolosamente. Ecco, le nuove province possono far ripartire il discorso, ribaltando il problema: parliamo di piano di sviluppo, di tutela reale con l'imprenditore agricolo che diventa tutore dell'ambiente, di turismo, di produzioni locali. I vincoli vanno studiati in un secondo momento, individuandoli proprio come garanzia del nuovo sviluppo». Ridiscutere di parco non sarà comunque facile, anche se Renato Soru ha chiaramente fatto intendere di puntare a un'oasi di interesse regionale. Ma saranno i nuovi amministratori a giocare la vera sfida. Il ministro Matteoli e lo stesso presidente della Regione quando oltre ai presidenti di Nuoro e Ogliastra dovranno convocare, dopo il passaggio di paesi come Seulo, anche quello di Cagliari. Insomma in troppi dovranno cercare un accordo prima di affrontare la trattativa con la Regione. «Certo, per quanto riguarda il parco, le nuove province rischiano di sommare problema a problema», conclude Annico Pau ricordando un precedente poco incoraggiante: l'avvento dei nuovi enti ha costretto l'agronomo a rivedere il piano faunistico che aveva elaborato per la vecchia provincia di Nuoro. (L'Unione Sarda)

Il Parco diventa realtà, ma ora è guerra contro i rifiuti selvaggi

Molentargius. Emergenza

Il Parco c'è, le discariche anche. All'indomani del patto di ferro tra la Provincia e i Comuni di Cagliari, Quartu, Quartucciu e Selargius per la costituzione del Consorzio di gestione, sono ancora troppi i problemi del Molentargius. Materassi, lavatrici, scaldabagni e residui di muratura continuano a spuntar fuori accanto ai laghetti artificiali e alle piantine sistemate dal consorzio Ramsar. A fermare gli incivili non è bastata nemmeno la task force di vigili urbani, forestali e barracelli predisposta dal commissario straordinario del Parco Antonio Conti: l'area umida continua ad essere terra di nessuno, ferita al cuore da chi non ci pensa due volte a scaricare i rifiuti a due passi dai fenicotteri. Fra trenta giorni ci sarà un presidente e un consiglio direttivo: ma se gli accessi non verranno chiusi la situazione continuerà ad essere difficile da gestire. « Siamo moderatamente soddisfatti dell'attività di controllo svolta in questi mesi all'interno del Parco - spiega il commissario Antonio Conti - se poi ci sono ancora le discariche questo è unicamente imputabile alla maleducazione della gente. Non posso certo mettere la Brigata Sassari o i carabinieri a presidiare la zona». Una zona dove discarica selvaggia regna sovrana. Non solo rifiuti ma anche carcasse d'auto arrugginite che fanno capolino soprattutto nella parte quartese insieme a poltrone e mobiletti. «Facciamo il possibile, i nostri controlli sono assidui - sostiene il dirigente della polizia municipale di Quartu Marco Cantori - ma non possiamo fare tutto da soli. Il territorio da controllare è vastissimo». Nel Parco appena nato il tarlo delle strade gruviera. Un percorso a ostacoli tra buche e avvallamenti che da mesi rende la vita difficile ai residenti. Ma una buona notizia c'è. «Le vie del Parco saranno interamente rifatte con il manto ecologico - promette Conti - però è inconcepibile che ogni paio di mesi le strade franino per colpa degli automobilisti che vi transitano a tutta velocità. Speriamo che questa sia la volta buona». Dal primo accordo tra Provincia e Comuni sono passati tre mesi. Ieri la firma definitiva che segna la nascita ufficiale del Molentargius. Nel consorzio di gestione Cagliari vanta una quota del 45 per cento, così come Quartu. Il quattro per cento Quartucciu e il tre per cento Selargius. Al di là delle discariche il bilancio di questi primi mesi di controlli predisposti dalla Regione è comunque positivo. «Abbiamo colto in flagrante chi scaricava oli e chi ampliava locali abusivamente a Medau su Cramu - conferma Conti e abbiamo dotato di microchip i cani e stiamo vigilando continuamente sui fenicotteri. Adesso si procederà con criteri diversi per preservare ancora di più questo patrimonio». (L'Unione Sarda)


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