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Gli Uccelli delle Campagne

Focus sullo stato dell'avifauna nelle aree agricole nel seminario curato dal Parco del Delta del Po nell'ambito del progetto LIFE Perdix. Comacchio 4 aprile 2024

(Comacchio, 08 Apr 24) Gli uccelli delle campagne: straordinari indicatori ambientali per misurare la qualità degli ecosistemi agricoli. Aspetto ben sottolineato, nei saluti di apertura, dalla presidente del Parco del Delta del Po Aida Morelli, la quale, presentando i lavori della giornata di studi, si è soffermata sulle progettualità in atto e in divenire e delle azioni, silenziose ed efficaci, scaturite dalle attività di conservazione e di salvaguardia della biodiversità perseguite dall'Ente Parco.

I dati presentati nel corso dell'incontro svoltosi giovedì 4 aprile a Comacchio, alla Sala degli Aceti della Manifattura dei Marinati, hanno dato il segno di una progressiva diminuzione dell'avifauna, certificata dagli esperti attraverso il monitoraggio delle specie. Il progetto condotto da LIPU - Farmland Bird Index riguarda un progetto nazionale di raccolta dati delle specie di uccelli comuni tipici delle zone agricole nidificanti in Italia è promosso dal Ministero delle Politiche Agricole, della Sovranità Alimentare e Foreste SAF (2009 - 2024). I dati dell'Emilia-Romagna segnalano un declino drastico per tutte le specie presenti nelle campagne, con punte tragiche per alcune specie, come nei casi di allodola e saltimpalo, le quali, infatti, hanno fatto registrare i passivi demografici più importanti (rispettivamente -86,8% e -94,1%). Passivi superiori all'80% sono tuttavia stati registrati per tanti altri uccelli nidificanti, tra cui torcicollo, cannareccione, averla piccola e passera d'Italia (su quest'ultima specie, esclusiva della nostra Penisola, abbiamo una responsabilità in più, perché se si estingue in Italia, scompare dal pianeta). A dar conto del Rapporto ha provveduto Federica Luoni di LIPU nazionale (Birdlife Italia), la quale ha spiegato che "I trend in declino interessano specie dei prati, dei mosaici agrari, legate alla vegetazione igrofila della rete irrigua, agli insediamenti rurali. Il fatto che specie così diverse dal punto di vista dell'autoecologia stiano vivendo lo stesso calo demografico pone l'attenzione sul deterioramento generalizzato della qualità ambientale degli ambienti agricoli. Lo stesso fenomeno, tuttavia, è particolarmente grave in tutte le regioni che condividono porzioni di Pianura Padana, in particolare Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto".

Note di speranza per la tutela del grillaio, piccolo falco a priorità di conservazione a livello europeo, sono invece state illustrate da Jacopo Cecere di ISPRA. ISPRA ha condotto, infatti, con successo il progetto LIFE Falkon, per la salvaguardia di questo piccolo falco tipico degli ambienti aperti e delle campagne, che sta espandendo il proprio areale verso nord, avendo colonizzato la Pianura Padana a partire dai primi anni 2000. Le popolazioni di questa specie sono concentrate nell'area mediterranea, quindi sono state realizzate azioni di conservazione mirate al rafforzamento delle popolazioni localizzate al margine settentrionale dei siti abituali, coinvolgendo anche Grecia e Spagna. Per l'Italia, gli interventi sono stati effettuati nelle aree presenti nelle Province di Mantova, Modena e Ferrara, mediante installazione di nidi artificiali e costruzione di torri per la nidificazione, essendo localmente il principale fattore limitante proprio la disponibilità di luoghi idonei alla nidificazione.

Il presidente dell'Associazione Ornitologi dell'Emilia-Romagna, Roberto Tinarelli, con una mappatura specie per specie, si è soffermato sulle presenze ornitiche nell'area del Mezzano (area agricola di 18 mila ettari bonificata negli anni '60 del secolo scorso, ricadente in un sito Natura 2000 gestito dall'Ente Parco). Un'area che viene utilizzata da molte specie di rapaci per nidificare e svernare, in cui nidificano specie rare come la ghiandaia marina e il falco cuculo (oltre al già citato grillaio) e in cui svernano in gran numero le oche selvatiche e le gru, nonostante il disturbo arrecato dai proprietari dei terreni agricoli che le ritengono, erroneamente, specie nocive.

Nello stesso sito è tuttora in corso il Progetto LIFE Perdix, coordinato da ISPRA con molti partner tra cui l'Ente Parco, volto al recupero e alla conservazione della starna italica, dichiarata estinta in natura. Le principali azioni del progetto si sono concentrate sull'analisi genetica per la ricostruzione della sottospecie, sull'allevamento in cattività e la successiva reintroduzione di popolazioni vitali all'interno del sito Natura 2000 Valle del Mezzano, nel Delta del Po. Ad illustrare le attività e i risultati del progetto ha provveduto Massimiliano Costa, direttore del Parco del Delta del Po, il quale ha sottolineato come il progetto ha permesso di mettere in sicurezza la sottospecie nel corso delle azioni e la reintroduzione in natura di quasi 25.000 esemplari di starna italica in soli tre anni. Il direttore si è soffermato, inoltre, sull'uso improprio e dannoso dei diserbanti, fornendo dati inquietanti sull'impatto che queste sostanze nocive hanno sull'ambiente, citando i numerosi articoli scientifici che ne documentano l'impatto sull'ecosistema, la flora e la fauna; affrontare questo tema, già introdotto nella discussione dall'esponente di LIPU, potrebbe essere una delle azioni dell'Ente Parco nell'ambito del post-LIFE, mediante la modifica delle Misure di Conservazione vigenti nella rete Natura 2000, per ammettere l'utilizzo degli erbicidi solamente laddove sono davvero indispensabili per le pratiche agricole o introducendo limitazioni indennizzate al loro impiego.

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