Il Parco naturale del Gran Bosco di Salbertrand si estende per 3775 ha, dai 1000 m del fondovalle ai 2600 dello spartiacque con la Val Chisone, sui comuni di Chiomonte, Exilles, Oulx, Salbertrand, Sauze d'Oulx, Pragelato, Usseaux. Moderne località turistiche si alternano a tradizionali borghi montani, dove la natura è ancora autentica ed è tangibile la secolare presenza dell'uomo. I trinceramenti dell'Assietta e il Forte di Exilles sono solo alcuni esempi di quella storia del territorio che è scritta sui libri, ma in ogni dove sono evidenti le tracce lasciate dal lavoro dell'uomo, testimonianza di secoli di sfruttamento delle risorse e dei sacrifici di povera gente. Un esempio tra tutti, il Trou de Touilles, un'opera idraulica unica nel suo genere, una galleria a 2000 m di quota realizzata in otto lunghi anni, a partire dal 1526, da Colombano Romean, scalpellino di Ramats, divenuto per l'Alta Valle di Susa il personaggio simbolo del duro lavoro in montagna.
Dal 1980 l'Ente Parco si occupa di tutela ambientale ma anche di valorizzazione del ricco patrimonio locale di cultura materiale ed immateriale e dal 1996 gestisce l'Ecomuseo Colombano Romean - lavoro e tradizione in Alta Valle di Susa, non un semplice museo ma un percorso-scoperta che si sviluppa tra borgo di Salbertrand ed area protetta e si propone come strumento di ricerca, di testimonianza della memoria storica e delle tradizioni, di sviluppo territoriale.
Lungo un itinerario ad anello di circa 7 km (tempo di percorrenza 3 ore circa), antichi edifici, manufatti ed attrezzi in uso nella vita quotidiana si presentano al visitatore come esempi di un passato oggi tutto da scoprire. I numerosi siti ecomuseali, dalla ghiacciaia ottocentesca al mulino idraulico, dalla Parrocchiale con i suoi tesori al sito dedicato al Glorioso rimpatrio dei Valdesi, raccontano secoli di storia e di sfruttamento delle risorse del territorio e costituiscono punti dimostrativi di attività produttive effettuate con tecniche tradizionali.
Annibale, Giulio Cesare, Carlo Magno, il generale Catinat sono solo alcuni dei grandi condottieri che hanno percorso con i loro eserciti la Valle di Susa. A causa della posizione geografica strategica rispetto ai numerosi valichi di collegamento con i territori d'oltralpe, nei secoli si sono moltiplicate le opere fortificate. Soprattutto a partire dal XVIII secolo, quando l'Alta Valle di Susa e la Val Chisone passarono sotto il dominio dei Savoia, in seguito a sanguinose battaglie come quella che si svolse presso la Testa dell'Assietta il 19 luglio 1747, episodio decisivo della Guerra di Successione d'Austria, emerse la necessità di costruire opere che potessero sbarrare ai Francesi l'accesso a Torino. In seguito all'Unità d'Italia e al deteriorarsi dei rapporti con la Francia sul finire del XIX secolo l'intervento fortificatorio riprese vigore. La Prima guerra mondiale vide, al contrario, un progressivo smantellamento delle opere con lo spostamento sul fronte austriaco delle principali linee difensive. La fortificazione del confine però ricominciò con l'ascesa del fascismo e la costruzione del cosiddetto "Vallo Alpino".