(Pescasseroli, 11 Nov 24) Nell'ambito di un accordo di collaborazione scientifica tra l'Università del Molise, l'Istituto di Ricerca sugli Ecosistemi Terrestri del CNR e il Parco, a partire dal 2022 è stato condotto uno "Studio di genetica, non invasiva, sulla popolazione di lontra (Lutra lutra) residente nel Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise e censimento della specie nelle aree limitrofe di potenziale espansione".
La lontra eurasiatica (Lutra lutra Linnaeus 1758) è un mustelide semi-acquatico appartenente alla sottofamiglia Lutrinae e presenta una delle più ampie distribuzioni tra tutti i mammiferi Paleartici: dall'Europa al Nord Africa e l'Asia. Si tratta di un predatore al vertice della catena alimentare, la cui nicchia trofica è tra le più ristrette all'interno della famiglia dei Mustelidi e vive in aree con bassi livelli di inquinamento, limitata pressione antropica, ma soprattutto dove la presenza di fauna ittica è più abbondante, come i corsi d'acqua di ordine superiore, i tratti intermedi e terminali dei fiumi, ed i bacini ad elevata produttività.
Fino all'inizio del secolo scorso, in Italia la lontra era diffusa lungo l'intera penisola ed è durante gli anni '70 e '80 che l'areale di distribuzione di questa specie si è ridotto drasticamente. Da quel periodo in poi, la quasi totalità della popolazione di lontra in Italia era presente in due nuclei, distanti tra loro più di 100 Km:
un nucleo meridionale, localizzato tra le Regioni di Campania, Puglia, Basilicata e Calabria;
un nucleo molisano, presente per la maggior parte in Molise e in forma residuale in Abruzzo (sul Sangro) e in Campania (nel Matese).
Negli ultimi 30 anni invece, se alcuni nuclei residuali presenti in Nord Italia si sono definitivamente estinti, a partire dal 2001, la popolazione di lontra italiana del centro sud ha visto una forte espansione. Grazie agli studi condotti negli ultimi anni, è stato accertato, nel 2018, il ricongiungimento tra i due nuclei nel Sud Italia e quindi un range continuo dall'Abruzzo fino alla Calabria e alla Puglia.
Lo stato di conservazione della lontra è stato classificato a livello globale come "Prossimo alla Minaccia", mentre in Italia, a livello locale, è considerata una specie "Vulnerabile".
La presenza della lontra nel PNALM è un dato estremamente recente: seppur il bacino del Sangro fu il primo, nel 2007, a vedere i primi segnali del ritorno della popolazione, fino al 2014 nel Parco non è stata segnalato alcun segno di presenza dell'animale; solo nel 2018 è stato possibile riscontrare e confermare, il primo segno di presenza della lontra eurasiatica all'interno dei confini dell'area protetta.
Un aspetto, quest'ultimo, che sottolinea l'urgenza e l'importanza di approfondire da un punto di vista scientifico le conoscenze in nostro possesso in merito alla presenza di questa importante quanto affascinante specie semi-acquatica all'interno del PNALM. Una necessità a cui è stato possibile dare risposta finanziando, con i fondi del 5x1000 destinati al Parco, l'accordo di collaborazione scientifica con l'Università del Molise e il CNR.
Lo scopo della ricerca è stato quello di studiare la struttura genetica della popolazione di lontre nel Parco e la relazione fra la popolazione residente nel Parco e le aree limitrofe (nei bacini del Volturno e Sangro e nel bacino dell'Aterno-Pescara). Per farlo è stato adottato un metodo di campionamento non invasivo, basato sulla raccolta di escrementi lungo il reticolo idrografico dell'Alto Sangro da Passo del Diavolo al Lago di Barrea (all'interno del PNALM), e in alcuni siti appositamente scelti a sud lungo l'alto corso del fiume Sangro, lungo il Torrente Zittola e l'alto corso del fiume Volturno e a nord lungo l'Aterno-Pescara, Foro, Gizio, Tirino, Osento e Sinello (all'esterno del PNALM).
I risultati delle analisi hanno permesso di stimare a 12, il numero di lontre all'interno del Parco, con un numero minimo di individui pari a 10. Un risultato che è andato oltre quanto atteso se messo in relazione all'area di indagine, testimoniando che la popolazione del PNALM, sia sì numericamente piccola, ma caratterizzata da un'alta densità.
L'analisi della struttura genetica ha poi confermato, come atteso, che gli individui del PNALM presentano un'omogeneità genetica che li rende distinguibili da quella delle popolazioni limitrofe. In ogni caso i profili genetici sono sovrapponibili a quello delle popolazioni limitrofe a testimoniare che la recente colonizzazione è avvenuta naturalmente grazie in particolare ad un'espansione graduale delle lontre presenti a sud: le lontre del basso Sangro e quelle del Volturno. Molto interessante è stato poi il dato riscontrato in un individuo campionato nell'Aterno-Pescara (in una località non distante dal PNALM), dal genotipo assolutamente sovrapponibile a quelli trovati nel PNALM.
Infine, è emerso che il livello di consanguineità (inbreeding) delle lontre del PNALM non è particolarmente alto a testimonianza che il numero dei "fondatori" non sia stato basso e/o che ci siano tuttora fenomeni di immigrazione delle lontre dalle aree limitrofe. Questi primi risultati ci fanno ben sperare per il futuro di questo affascinante animale semi-acquatico del Parco.