Le foreste ricoprivano in tempi remoti gran parte della Terra. Oggi non resta di esse che una piccolissima parte perché l'uomo, già dall'antichità, le distrugge sia per fabbisogno di legname sia per lasciare spazio alle coltivazioni agricole.
Eppure i boschi sono fondamentali per l'ambiente: essi creano ossigeno, offrono protezione a tante specie animali e impreziosiscono il paesaggio. La loro presenza è poi quanto mai importante sulle montagne, dove l'acqua piovana, non frenata dalla vegetazione boschiva, può assumere proporzioni tali da dare il via a dilavamenti e frane, con danni anche per le valli sottostanti.
Gli elementi che possono dare vita a un bosco sono quattro: anzitutto il terreno e il clima, quindi la vegetazione e la fauna.
Dal terreno le piante traggono il nutrimento. Anche quello più fertile ha origine dalla superficie rocciosa, dopo che per secoli e secoli hanno esercitato un'azione su di essa agenti atmosferici e chimici, nonché i vegetali e gli animali che man mano hanno cominciato ad animarla. Se il bosco ha bisogno del terreno per nascere e crescere, è anche vero che il terreno e l'intero ecosistema hanno bisogno del bosco per preservarsi.
Le specie vegetali risultano diverse sia a seconda del tipo di suolo sia in base al clima. Così come poi le piante di un bosco modificano a loro volta il suolo, esse influiscono anche sul clima: basti riflettere sulle temperature più basse e sulla maggiore umidità che si riscontrano in un'area boschiva. Dunque i fattori che determinano un bosco, oltre a essere mutevoli, s'influenzano a vicenda; danno così vita a un equilibrio che è sempre instabile.
Sull'Aspromonte la presenza dei boschi è notevole: essi si estendono per circa 40.000 ettari e ricoprono il Parco fino alle quote più alte.
Situato fra il Mar lonio e il Tirreno, dai quali dista pochissimo, il Massiccio dell'Aspromonte ha diverse vette che sfiorano i 2000 metri (la più alta è quella del Montalto: 1955 m). Da esse son ben visibili l'Etna e le Isole Eolie. Le ripide pareti racciose delimitano strette e suggestive vallate, animate da torrenti dal corso impetuoso che, durante il tragitto, raccolgono l'acqua di affascinanti cascate.
Fra il mare e il massiccio, non resta quasi sempre che uno stretto lembo di terra, troncato in certi punti da incantevoli promontori a picco sul mare (il più spettacolare è il Monte S. Elia). Questa striscia di terra si allarga solo qualche volta, dando vita ad esempio alla Piana di Gioia Tauro, che con i suoi 400 km2 è la più ampia pianura della Calabria.
Il lago Rumia e il lago Costantino, quest'ultimo formatosi dopo che una frana ha ostruito il corso di una fiumara, regalano suggestivi panorami rispettivamente nei pressi di Gambarie e nella valle del Bonamico.
A monte del centro abitato di S.Luca, offrono invece una curiosa veduta vari monoliti che emergono da fitti lecceti; è la Vallata delle Grandi Pietre: Pietra Cappa, Pietra Castello, Pietra Lunga, eccetera.
Vicino Natile, per via di insediamenti rupestri, il paesaggio ricorda la Cappadocia. Nella zona nord-ovest dell'Aspromonte meritano una visita i piani di Zervò e quelli dello Zomaro.
Boschi di ingenti dimensioni costituiscono uno dei grandi patrimoni naturalistici dell'Aspromonte; la vegetazione include tutte le piante tipiche del Bacino del Mediterraneo. Altrettanto valore naturalistico riveste la fauna. Essa è presente con molte specie più diffuse alle rare, nonostante alcune siano scomparse anni fa.
Il Parco Nazionale d'Aspromonte gode di una ricchezza faunistica straordinaria grazie alla varietà ambientale del suo territorio. La fitta vegetazione e la presenza di un clima prevalentemente mediterraneo favoriscono la presenza di molte specie animali che trovano nell'Aspromonte il loro habitat ideale.
Il territorio naturale del parco dell'Aspromonte presenta una morfologia assai frastagliata che, spostandosi dal litorale tirrenico a quello ionico della Calabria, dà luogo ad una grande varietà di specie vegetali e genera una vasta biodiversità, grazie anche alle condizioni climatiche particolarmente favorevoli.
Non solo la natura, ma anche le attività dell'uomo contribuiscono a
rendere unico l'Aspromonte. In particolare, l'artigianato è fiorente in
molte sue espressioni e tramanda ai nostri giorni tecniche e sapienze
antiche.
Con il legno vengono realizzati oggetti d'uso agricolo e
pastorale (stampi per formaggi, collari, cucchiai, ecc.), inoltre
strumenti musicali come tamburelli e zampogne. Discorso a parte
meritano le pipe, che sono ricavate dalla radice dell'erica arborea
calabrese, considerata per lo scopo il legno più pregiato in assoluto.
Alcuni fornelli vengono venduti a fabbriche italiane ed estere, per lo
più inglesi, che ne ricavano pipe da esportare in tutto il mondo con
vari marchi.
Nei
paesi dell'area grecanica e specialmente a Samo, nei quali è parlato un
caratteristico dialetto simile al greco antico, l'attività della
tessitura dà vita a variopinte stoffe di stile bizantino, le pezzare, e
a resistentissime coperte di ginestra. A Gerace è invece diffusa la
produzione di pizzi e merletti, realizzati all'uncinetto e al tombolo.
Sempre Gerace è un importante centro per la ceramica. Molto ricercati
dai turisti sono gli oggetti che qui si realizzano: anfore romane e
greche, annaffiatoi, fischietti, pigne per giardini, eccetera.
Anche la religiosità e il folclore fanno parte dei richiami che varcano
nettamente i confini della Calabria. L'Aspromonte è sede di molti
monasteri e santuari fra cui quello di Polsi, che è in assoluto il più
frequentato: migliaia e migliaia di pellegrini vi si recano annualmente
per pregare la Madonna della Montagna. E, dopo la visita, spesso non
manca la festa a base di pranzi abbondanti e danze popolari.