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Atti del Convegno
  Convegno “Sport & Turismo…a spasso con l’Educazione Ambientale”

Sport e Ambiente

Il mondo dello sport non ignora l'importanza sempre crescente delle tematiche ambientali nel momento in cui il delicato equilibrio ecologico rischia di essere veramente compromesso da modelli di sviluppo spesso inadeguati; già di per se lo sport è sempre stato salvaguardia per l'ambiente dovendo esso convivere gomito a gomito con l'ambiente stesso.

Ma in questo quadro indubbiamente preoccupante lo sport ha il merito insito di avere tutelato i beni vitali dell'ambiente soprattutto come mezzo di formazione, educativo, culturale, pratico. Ne è testimonianza questo convegno "Sport & Turismo…a spasso con l'Educazione Ambientale" organizzato anche in collaborazione con il Comitato Provinciale C.O.N.I. del V.C.O.

La crescita economica basata solo sull'aspetto quantitativo ha trascurato tutti gli aspetti qualitativi degradando pertanto tutto ciò che sul qualitativo era basato, nella fattispecie mi riferisco alla violenza cagionata sul territorio in aggiunta all'inquinamento atmosferico, delle acque, acustico ed al soffocamento delle culture subalterne che ha portato ad un diffuso disagio di vita.

In questo complesso malessere l'azione dello sport pone in evidenza il suo valore di agente e di promotore di una cultura nuova proveniente da un confronto che ha suscitato due percezioni ormai consolidate: che l'ambiente è una realtà viva, fragile, complessa, della quale ogni uomo fa parte a tutti i livelli e che l'azione dell'uomo, proprio perché consapevole e dunque responsabile, è essenziale per la conservazione ed il recupero oltre che del patrimonio culturale anche di quello naturale che attraverso l'uomo è entrato nella storia dell'umanità.

Pensate a quante realizzazioni, per l'impossibilità di superare interessi, indisponibilità, incomprensioni, vengono lasciate nel cassetto mantenendo così per anni situazioni di pericoloso inquinamento e di brutto aspetto, nettamente in contrasto con le motivazioni che lo sport, non più visto con il limite del semplice agonismo, si sfaccetti in una serie di nuove aspettative che il C.O.N.I. ha definito "sport per tutti".

Oggi si pratica sport non solo perché fa bene alla salute, al tono fisico, ma anche per evadere dal quotidiano, dal banale, dalla solitudine; si assiste così al formularsi di una triangolazione sport-salute-avventura che eventualmente condiziona il gusto per una rinnovata coscienza ambientale, creando il clima favorevole alla diffusione sempre crescente di sport e natura.

Questa nuova sensibilità ha dato impulso a molte pratiche che hanno come teatro l'ambiente naturale: alcune di queste appartengono alla tradizione dello sport (corsa, canottaggio, canoa, ciclismo, alpinismo, vela), altre accentuando un desiderio di immersione totale hanno aperto la via a scenari prima sconosciuti, a volte estremi (windsurf, sci alpinismo, rafting, deltaplano).

Il contatto giornaliero con l'ambiente naturale favorisce la consapevolezza e dunque la responsabilità dei limiti consentiti per cui è certo che i nostri ragazzi, spontaneamente, proporranno a se stessi e agli altri un comportamento corretto favorendo il mantenimento, il recupero attraverso il rispetto, l'equilibrio, l'ordine, la pulizia di quell'ambiente naturale che li circonda.

Tutte queste attività sportive, ma anche molte altre, oltre a gettare le premesse ad un approccio dell'ambiente naturale a basso contenuto energetico, mettono in luce l'intima novità dello sport dei nostri giorni, un imponente incremento del numero dei praticanti riferito essenzialmente a nuove valutazioni del concetto di sport; per cui è sicuramente necessaria una valutazione di impatto delle diversità sportive, quelle almeno a maggior contenuto energetico, individuando i rischi potenziali di alterazione di ecosistemi per natura estremamente fragili.

Riprendendo i concetti iniziali è necessario dire che lo sport e l'ambiente sono molto uniti da sempre cioè da quando esiste lo sport; e insieme hanno generato fin da subito un altro matrimonio, quello con il turismo che all'ambiente è intimamente collegato. Lo sport moderno ha grosso modo un centinaio di anni ed era nato soprattutto come un veicolo per esplorare l'ambiente quindi per fare turismo; ci si impegnava nell'alpinismo, nel canottaggio, nel podismo sempre per curiosità prima che per mettere in mostra le capacità atletiche.

Il fenomeno turistico-ambientale era superiore a quello salutistico. In quanto all'agonismo non se ne parlava ancora; lo stesso primo ciclismo agonistico è stato, più che sport, curiosità di vedere dei pedalatori, si magnificava la loro possibilità di esplorare panorami, di conquistare spazi più che conquistare vittorie.

Adesso la situazione si è quasi capovolta o comunque parecchio modificata rispetto all'origine: non è più lo sport il veicolo per scoprire l'ambiente ma la ricerca dell'ambiente, il turismo, è diventato veicolo per fare o veder fare sport. Poca gente pratica lo sport d'élite ma tantissima lo segue, lo segue fisicamente; dopo un sorteggio calcistico di coppa europea la gente prima si domanda com'è la città dove pensa di andare poi quanto è forte la squadra di quella città.

Lo stesso sport di massa è ormai legato all'ambiente che lo circonda. Ricerche sulla maratona di Venezia, probabilmente valide anche per altre prove simili, fanno sapere che per molti partecipanti quella è la prima maratona: i concorrenti sono lì innanzitutto per vedere e gli anni successivi sceglieranno altri posti da visitare con il pretesto di un'altra maratona; sempre più spesso si sente dire "andiamo a vedere New York" e intanto facciamo la maratona che non "andiamo a fare la maratona di New York". E normalmente a questo punto sul binomio sport e ambiente diventato trinomio sport-ambiente-turismo, piomba un quarto elemento: il business dell'organizzazione sportiva che si basa su questi presupposti per diventare anche organizzazione turistica.
Sport e ambiente, sport e turismo vivono benissimo insieme, si sostengono a vicenda; la candidatura olimpica di una città è basata al 70% almeno sulle attrattive turistiche, non necessariamente panorami, spiagge e montagne ma, ad esempio, cucina, vita intensa e musei.

In conclusione l'ambiente ha stimolato lo sport a nascere e a crescere, lo sport a sua volta sta aiutando l'ambiente: pensate all'immagine di una valle rilanciata, ad esempio, dai successi di una Stefania Belmondo. Ma lo sport può fare e in parte sta facendo anche qualche cosa in più: sta cominciando a difendere l'ambiente, lo aiuta a conservarsi e a migliorarsi. Pensate a certe aree che rischiavano il degrado e vengono ora difese per consentire le gare di canoa o di sci di fondo oppure, nel lago, il canottaggio e la vela; in altre aree nascono i campi da golf, per ora aperti a pochi, ma garanzia di verde abbondante e lunghi sentieri nei boschi vengono difesi per allettare gli amanti della corsa.

Potremmo fare altri esempi ma possiamo dire che aiutare lo sport a difendere e migliorare gli spazi naturali in cui si deve muovere è anche un ottimo modo di aiutare l'ambiente. Facciamoci quindi gli auguri per questo

Matildio Paccotti - Presidente C.O.N.I. Piemonte