Riserve marine

Come pesare di più?


C'è movimento sul fronte delle Aree marine protette, da tempo alla ricerca della strada migliore per fare "massa critica", per cercare cioè di svolgere un ruolo attivo e soprattutto autonomo nel quadro delle scelte nazionali che le riguardano. Superata l'esperienza di "C.a.m.p.i.", un coordinamento del quale facevano parte anche soggetti diversi dai titolari della gestione - ad esempio le associazioni dei pescatori - destinato quindi ad avere scarso peso istituzionale e ancor minore operatività, la discussione si concentra ora sui nuovi possibili approdi di una azione unitaria.

In alcuni incontri - tenutisi a Santa Margherita e a Roma, un altro è previsto ad Ustica - si è partiti, come si dice, "dai contenuti", per verificare quale sia la base di intesa per la rivendicazione degli strumenti più adeguati al ruolo strategico che le aree marine protette sono chiamate a svolgere e che deve permettere di conciliare gli interessi della conservazione con quelli dello sviluppo dell'economica locale. Nonostante alcuni segnali positivi, come l'attribuzione dell'incarico della Direzione Generale Difesa Mare al titolare della Direzione Generale del Servizio Conservazione Natura, la preoccupazione per la situazione istituzionale ed organizzativa è molto forte, sopratutto di fronte ad alcuni provvedimenti che mettono a rischio il funzionamento ordinario delle strutture di gestione e cancella l'autonomia degli Enti Locali, ai quali però viene imposto di finanziare gli oneri per il personale.

L'obiettivo è invece quello di una profonda riforma che elimini procedure e controlli farraginosi (per di più svolti da soggetti che non hanno reali responsabilità), che attribuisca poteri reali agli Enti gestori, che introduca programmi per la formazione e l'aggiornamento professionale, che esalti le peculiarità ambientali, socio-economiche e culturali locali.

A ben guardare si tratta di elementi che rimandano alla più generale questione della gestione di ambiti di tutela e della costruzione del sistema nazionale delle aree protette, suggerendo per questo un legame sempre più stretto tra l'esperienza delle Aree marine e quella dei Parchi terrestri.

Proprio per questa ragione la Federazione Italiana dei Parchi, attraverso il suo presidente, Matteo Fusilli, ha proposto ai rappresentanti delle Aree marine di svolgere una riflessione comune, che abbia come traguardo il rafforzamento complessivo della rappresentanza di tutti gli Enti di gestione.

    l.b.




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