Nel futuro dell'unione ci sono anche i parchi?


Su un punto tutti sembrano concordare e cioè che il dibattito in corso sui nuovi assetti istituzionali della Unione europea dovrebbe coinvolgere non soltanto le istituzioni ma anche i cittadini. Il futuro dell’Europa insomma dipende in larga misura dalla partecipazione e dalla fiducia dei suoi cittadini. Le aree protette possono anch’esse dare un contributo? Possono e soprattutto devono. Sì, perché le politiche comunitarie riguardano in maniera rilevante i problemi e i temi ambientali e non marginalmente anche le aree protette. Ecco perché noi siamo interessati al dibattito in corso. D’altronde molte delle cose che in questi ultimi anni le aree protette hanno realizzato o stanno facendo è dovuto a progetti e finanziamento comunitari. Moltissimi, anzi la gran parte dei SIC e degli ZPS si trovano peraltro all’interno dei parchi nazionali e regionali. Ecco perché il dibattito comunitario ci interessa e ci riguarda. Ma se i nuovi assetti dell’Unione dovranno contribuire ad armonizzare sempre di più le varie politiche nazionali e regionali senza ‘accentrare’ quello che deve sempre di più essere svolto e gestito più che dagli stati ma dalle regioni e gli enti locali per quanto attiene alle aree protette c’è qualcosa da cambiare e migliorare. In particolare le politiche, le direttive, i progetti comunitari non possono riguardare soltanto i SIC e le ZPS. Sono tutte le aree protette europee regolate fra l'altro in tutti i paesi da leggi nazionali e regionali che debbono essere oggetto oggi delle misure dell’Unione. Armonizzare in questo campo significa raccordare, sintonizzare queste diverse normative prendendo atto che in questi anni sono profondamente cambiate con le finalità i ruoli delle aree protette e specialmente dei parchi nazionali e regionali rispetto anche alle vecchie classificazioni dell’UICN.
Sono questi i problemi che la Federparchi intende discutere con i propri associati ma anche con le federazioni degli altri paesi europei per poter giungere a predisporre delle precise proposte alle autorità comunitarie nel sue variegate espressioni. Di questo, sulla base di una bozza di documento che invitiamo a consultare, vorremmo discutere nelle prossime settimane per giungere il prima possibile ad un appuntamento europeo che permetta anche alle arre protette di far sentire la propria voce. Ogni contributo che giungerà dai nostri lettori sarà benvenuto.

Renzo Moschini




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