A proposito di parchi “sulla carta”

Il Sole-24 Ore del 31 marzo ha dedicato una pagina ai parchi, un fatto che non può passare inosservato di questi tempi e di cui non possiamo che compiacerci.
Difficile però è condividerne l’impostazione.
Già il titolo “I parchi ci sono, ma soltanto sulla carta”, grida vendetta.
Boschi Ci si chiede come si possa riesumare oggi una polemica di molti anni fa, finita giustamente come si meritava, cioè dimenticata e definitivamente accantonata a fronte dei risultati niente affatto cartacei dei parchi. Ma anche l’intervista del ministro Matteoli pone seri dubbi sulla conoscenza della realtà dei parchi italiani. Già il fatto che a cinque mesi ormai dalla conferenza di Torino il ministro nemmeno la ricordi e glissi completamente sui pochissimi e ambigui impegni assunti in quella sede la dice lunga sulle sue reali intenzioni. Dopo Torino non abbiamo ancora un documento conclusivo e soprattutto assolutamente niente è stato fatto per dar vita ad un tavolo di lavoro stato-regioni-enti locali parchi, come era stato proposto dalla Federparchi e dalla regione Piemonte. In questo modo si evita di mettere a confronto idee e programmi con quelli degli altri soggetti istituzionalmente e parimenti responsabili, mentre si continua a commissariare parchi e al tempo stesso a rimandare l’insediamento dei legittimi organi in molti parchi ; vedi quelli dell’Arcipelago Toscano e dell’Appennino tosco-emiliano. Con il risultato che entrambi i comportamenti danneggiano, screditano e in molti caso paralizzano i parchi che intanto vengono strapazzati.
Dopo gli omissis le affermazioni: “Il parco deve creare ricchezze. Non si può continuare a pensare che il Governo distribuisca a fine anno i soldi e invece gli enti di gestione delle aree protette non facciano nulla per autofinanziarsi”. Una affermazione che ricorda un detto inglese per cui “la conservazione senza soldi è solo conversazione”. Gli ambienti protetti, le specie animali, salvaguardati o recuperati dai parchi non sono ricchezze? Ricchezze in tutti i sensi, non soltanto dello spirito e della qualità della vita, ma anche risorsa economico-sociale. E chi ha detto al ministro che i parchi non fanno nulla per autofinanziarsi? Certo ci riescono solo parzialmente, perché nessun parco del mondo può farlo interamente. Nella Toscana i parchi regionali dell’Uccellina e di Migliarino, S.Rossore hanno bilanci che registrano non irrilevanti entrate (oltre il 25%) dovute ad una efficace gestione di quegli ambienti pregiati a suo tempo ‘salvati’, grazie al parco, dalla speculazione?
Anche l’affermazione per cui il ministro ai parchi ci crede “ma come li intendo io, non come sono stati gestiti finora”, non valorizza tutto ciò che di positivo i parchi nazionali e regionali hanno prodotto fino ad oggi, dando ulteriori argomenti in ogni singola area o territorio a quelli che sono contro i parchi.
E l’affermazione di avere trovato un “disastro” per quanto riguarda i residui passivi in tanti parchi nazionali risulta essere altra benzina sul fuoco per altri commissariamenti, e non manifesta l’impegno a discutere finalmente con le regioni e gli enti locali interessati su quei progetti mancanti. Per farlo efficacemente e in maniera trasparente è necessario istituire quel tavolo di lavoro finora inspiegabilmente dimenticato. Ci auguriamo che questo sia possibile al fine di aprire una nuova fase dei parchi italiani fondata sulla leale collaborazione tra i diversi livelli istituzionali.

Stefano Maestrelli, presidente del parco Migliarino, S.Rossore, Massaciuccoli
Renzo Moschini –Pisa



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