In Gazzetta il nuovo Elenco ufficiale |
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Giusto a un anno dal quarto, è arrivato in Gazzetta il quinto aggiornamento dellElenco ufficiale delle aree naturali protette (supplemento ordinario alla G.U. n.205 del 4/9/2003). Poche le novità, le più importanti delle quali relative al mare. A cominciare dalla superficie marina protetta totale, che si scopre essere adesso pari a 2,8 milioni di ettari: appena inferiore di quella a terra che è di 2,9 milioni di ettari. Se fosse vero sarebbe una rivoluzione, per un Paese che dal mare è semplicemente circondato, ma naturalmente non è così. Iniziamo dai parchi nazionali. Sono 22, uno di più, ma è solo frutto del ripescaggio del Gennargentu. Lo sfortunato parco sardo sparì infatti dal precedente Elenco solo per un mero errore materiale del ministero dellAmbiente, cui pose rimedio la Conferenza Stato-Regioni già nel novembre 2002 con la relativa determina di rettifica. Grazie al nuovo aggiornamento, i 74.000 ettari del parco forse più bello del Mediterraneo tornano a meritare il giusto riconoscimento di parco solo sulla carta. Altra piccola differenza tra lultimo aggiornamento e il precedente va ravvisata nella superficie a terra del parco dellArcipelago toscano, che perde dufficio 140 ettari (una riduzione che davvero non sappiamo spiegarci, dicono allente). La vera novità sta quindi altrove e precisamente nel nuovo parco della Sila, sulle montagne calabresi: la sua estensione, praticamente uguale a quella del Gennargentu, non solo è finalmente continua ma è pure il sestuplo di quella del vecchio parco della Calabria, mandato in pensione senza troppi rimpianti. Parchi regionali: qui le novità sono ancora minori, consistendo sostanzialmente in un altro ripescaggio stavolta a beneficio dei parchi lombardi. Sei delle undici importanti aree protette regionali sono infatti tornate nellElenco a seguito dellistituzione da parte della Regione Lombardia dei relativi parchi naturali (che secondo la recente legge del Pirellone sono solo le core areas dei parchi regionali: sembra il classico pasticcio allitaliana e difatti lo è). Dalla Val dAosta alla Sicilia, il nuovo totale sale quindi da 99 a 105. Quanto alle riserve, per quelle statali lunica segnalazione è per lisolotto di Vivara, nel golfo di Napoli. Appena più consistenti le novità dalle Regioni, con il taglio del nastro alle riserve di Ripa Bianca (Marche), Torrente Callora (Molise) e Capo Gallo (Sicilia). Il totale sale perciò a 335. Lazio e Toscana, invece, accrescono quel patrimonio meno conosciuto e sempre in movimento che è rappresentato dalle altre aree protette, con listituzione rispettivamente di due monumenti naturali e due ANPIL (il totale di categoria è ora a quota 141). Infine il mare. Riserve e aree protette marine non sono più 16 ma 20, grazie ai DM distituzione di Asinara, Capo Caccia-Isola Piana, Pelagie e Capo Gallo-Isola delle Femmine. Le ultime tre riemergono così da un decennale o addirittura ventennale parcheggio nelle liste di reperimento (ex lege 979/82 e 394/91) e portano in dote circa 8.000 ettari complessivi allo straordinario patrimonio nostrano di mare e coste la cui valorizzazione è ancora tutta in salita. Riguardo allAsinara, va precisato che la nuova area marina protetta ha preso il posto della perimetrazione a mare del parco nazionale terrestre. E pure il caso di annotare che nelloperazione, suggellata anche dallatteso DPR dellottobre 2002 sul parco nazionale, sono rimasti fuori 11.000 ettari (21.790 del vecchio parco a mare meno i 10.732 della nuova riserva). Sempre riguardo al mare, infine, il nuovo aggiornamento include tre belle novità vale a dire i due parchi sommersi di Baia e di Gaiola pure nel golfo di Napoli e attualmente in gestione provvisoria alla soprintendenza di Napoli e Caserta e il Santuario dei Cetacei. E qui sta il trucco. Grazie appunto ai 2,5 milioni di ettari di questultimo, litalico mare protetto riscatta da un anno allaltro un cronico ritardo e si attesta su una superficie complessiva quasi pari a quella dello Stivale allasciutto. Grazie a un triangolo di Mediterraneo affollato di balene ma pure di petroliere, navi passeggeri e militari, pescherecci, motoscafi off shore (che però, unica concreta limitazione vigente nel santuario, non possono sfrecciarvi in gara). Ricapitolando: a terra migliaia di ettari a parco restano fuori dallelenco - e, di conseguenza, dai finanziamenti statali - perché vi si caccia, a mare ve ne entrano a milioni nonostante non solo vi si peschi ma si continui sostanzialmente nelle medesime attività preesistenti al provvedimento di istituzione dellarea protetta. Ma protetta da che ? Giulio Ielardi |
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