La certificazione ambientale nelle aree protette


La certificazione ambientale (ISO 14001) e la registrazione EMAS cominciano ad essere diffuse e conosciute anche nel mondo dei Parchi, tanto che già più di un ente gestore si è certificato o ha avviato lo sviluppo del sistema di gestione ambientale.
Sono quindi sempre di più le società di consulenza che si propongono per aiutare gli Enti Parco a certificarsi. Per essere sicuri di avere risultati concreti e duraturi dallo sforzo di innovazione messo in atto sviluppando un sistema di gestione ambientale è utile che anche i “clienti”, cioè gli enti gestori dei Parchi, sappiano, almeno nelle linee generali, in che cosa consiste ciò che viene loro proposto. Quello dell’applicazione della norma ISO 14001 e del regolamento EMAS ai Parchi, e in generale dell’applicazione degli strumenti volontari agli enti territoriali, è infatti un mondo nuovo, per il quale non esiste una esperienza consolidata. Sia la norma ISO 14001, che dice come sviluppare un sistema di gestione ambientale, sia il regolamento EMAS, che suggerisce l’integrazione del sistema con una dichiarazione ambientale e permette la registrazione europea dell’organizzazione, sono nati, infatti, per il mondo aziendale.
Ciò che dà valore aggiunto all’applicazione di un sistema di gestione ad un ente territoriale, e in particolare ad un ente Parco, è la possibilità di utilizzare la “logica di processo” e gli elementi di sistema per
-mettere in stretta relazione la qualità delle risorse naturali di cui il Parco è responsabile con le attività antropiche che possono essere causa delle criticità ambientali,
-essere in grado di valutare quali tipologie di attività, svolte direttamente dal parco o da soggetti terzi presenti sul territorio, vanno prese in considerazione con priorità al fine di diminuirne l’impatto e
- poter definire dei programmi di miglioramento ambientale, con il coinvolgimento delle parti interessate, coerenti con la politica ambientale del parco e secondo procedure certe, internazionalmente riconosciute.
La “logica di processo” prevede che, oltre a progettare e pianificare, ogni organizzazione si attrezzi per valutare i risultati e l’efficacia delle sue azioni attraverso piani di monitoraggio, così da poter riprogettare e ripianificare, sulla base dell’esperienza conseguita, e ottenere un miglioramento ambientale continuo e progressivo. Altro elemento di forza è che il coinvolgimento delle parti interessate può basarsi sul fatto che chiunque fa qualcosa di positivo per la qualità del Parco è come se fosse un “fornitore di qualità ambientale” e, come tale possa essere qualificato. Le prescrizioni di qualifica, che possono essere la base per la concessione del “marchio del Parco” possono essere stabilite insieme, parco e soggetti interessati, in un processo di reale collaborazione e partecipazione.
Per informazioni sull’applicazione del sistema di gestione ambientale ad aree protette si può visitare il sito http://qualitypark.casaccia.enea.it

Lucia Naviglio, ENEA. (articolo completo)

Aree protette e certificazione ambientale

Lucia Naviglio, ENEA - Articolo completo


La certificazione ambientale (ISO 14001) e la registrazione EMAS cominciano ad essere diffuse e conosciute anche nel mondo dei Parchi, tanto che già più di un parco si è certificato o ha avviato lo sviluppo del sistema di gestione ambientale.
Sono quindi sempre di più le società di consulenza che si propongono per aiutare gli Enti Parco a certificarsi. Per essere sicuri di avere risultati concreti e duraturi dallo sforzo di innovazione messo in atto sviluppando un sistema di gestione ambientale è utile che anche i “clienti”, cioè gli enti gestori dei Parchi, sappiano, almeno nelle linee generali, in che cosa consiste ciò che viene loro proposto.
Quello dell’applicazione della norma ISO 14001 e del regolamento EMAS ai Parchi, e in generale dell’applicazione degli strumenti volontari agli enti territoriali, è infatti un mondo nuovo, per il quale non esiste una esperienza consolidata. Sia la norma ISO 14001, che dice come sviluppare un sistema di gestione ambientale, sia il regolamento EMAS, che suggerisce l’integrazione del sistema con una dichiarazione ambientale e permette la registrazione europea dell’organizzazione, sono nati, infatti, per il mondo aziendale.
Norma e regolamento hanno avuto l’obiettivo di indicare come, nella gestione aziendale, fosse possibile inserire come valore aggiunto il miglioramento delle prestazioni ambientali e, quindi, come fosse possibile contribuire al miglioramento della qualità ambientale.
Gli enti territoriali, però, hanno fini istitutivi più ampi di quelli aziendali, tra cui la corretta gestione e tutela del territorio. Non è possibile quindi trattare gli enti Parco o gli altri enti territoriali come delle aziende, magari come “erogatori di servizi”.
Il trasferimento dei principi ispiratori di questi strumenti volontari a vantaggio della qualità delle aree protette richiede necessariamente l’approfondimento di alcuni aspetti dell’applicazione del sistema di gestione ambientale.
Sarà utile che i responsabili dei Parchi che intendono seguire questo percorso, sicuramente e comunque utile ad una migliore gestione del Parco, conoscano meglio ciò che viene loro offerto e sappiano a cosa devono stare attenti per far sì che i fondi spesi portino a risultati veramente efficaci e concreti. Vie non sperimentate e poco solide, se apparentemente più brevi e semplici, rischiano di portare risultati utili solo all’economia dei consulenti.
A chi si propone di aiutare il Parco ad avviarsi sul cammino della certificazione ambientale o della registrazione EMAS bisognerebbe chiedere, innanzi tutto, se conoscono a fondo la linea guida UNI per l’applicazione della norma ISO 14001 nelle aree protette e le motivazioni che la sottendono, il rapporto tecnico RT14 emesso da SINCERT che detta le regole per riconoscere le certificazioni dei sistemi di gestione ambientale applicati agli Enti Parco e se hanno competenze specifiche nel campo della tutela ambientale e della conservazione della natura.

Il sistema di gestione ambientale è uno strumento che permette di impostare le proprie attività con una logica di processo, in modo tale da poterne tenere sotto controllo l’impatto ambientale, ma anche di incidere sul miglioramento delle prestazioni ambientali di tutti coloro con i quali l’organizzazione ha rapporti.
La norma, infatti, richiede che chi ha capito l’importanza di agire in maniera rispettosa dell’ambiente diffonda la propria consapevolezza a chi è in contatto con lui.
Scegliendo, ad esempio, i propri fornitori tra coloro che rispettano determinati requisiti ambientali, l’organizzazione in qualche modo “condiziona” anche il loro comportamento e mette in moto dei meccanismi di competizione che sollecitano la diffusione di metodi e attività compatibili con l’ambiente.
Sia la politica ambientale che tutte le altre azioni previste dal sistema di gestione ambientale partono dalla identificazione di quali sono le attività, proprie e degli altri, che causano un impatto ambientale e dalla valutazione di quali sono quelle più critiche (significative) per poter così elaborare un programma ambientale che, in base alle proprie capacità e possibilità, permetta di ridurre in maniera progressiva tali impatti e, quindi, ottenere il miglioramento continuo della qualità ambientale.
In un’area protetta l’Ente Parco svolge attività, quali la gestione degli uffici, dei centri di visita, dei percorsi guidati, ma anche la progettazione e la pianificazione, che possono avere direttamente impatti sull’ambiente. E’ necessario quindi che vengano gestite e tenute sotto controllo. Ma la qualità ambientale del territorio protetto dipende soprattutto dalle interazioni con tutti quelli che vi operano e vi vivono, cioè da coloro su cui, come risulta anche dalla lettura della 394/91, il Parco ha una “influenza” di gestione e controllo.
In un Parco, quindi, come in qualsiasi ambito territoriale, la qualità ambientale è determinata in maggior misura dagli impatti causati da tutte le attività svolte dai privati e dalle pubbliche amministrazioni che operano nel territorio ed è su questi che il Parco deve trovare il modo di influire intraprendendo azioni che portino al miglioramento ambientale.
Nella terminologia della norma ISO 14001 e del regolamento EMAS, le attività che possono causare un impatto ambientale e sono svolte direttamente dall’organizzazione che sta sviluppando il sistema di gestione ambientale sono chiamati “aspetti ambientali diretti”, quelle svolte dagli altri “aspetti ambientali indiretti”.
L’Ente Parco non può essere considerato come un “erogatore di servizi ambientali”, ma è un ente pubblico con il preciso compito di salvaguardare l’esistenza dei valori naturali per il quale è stato istituito, di migliorarne la qualità e di promuovere le attività economiche locali compatibili con la conservazione di tali beni. La conoscenza e la gestione degli aspetti ambientali indiretti sono sicuramente un elemento rilevante e qualificante del sistema di gestione ambientale.

Per comprendere la differenza tra diverse modalità applicative del sistema attualmente proposte a dei Parchi è bene sapere, almeno in maniera sintetica, alcune caratteristiche del “mondo” della certificazione ambientale e della registrazione EMAS, che alcuni assommano, anche se impropriamente, nella comune denominazione di “certificazione territoriale”.
La certificazione ambientale è il riconoscimento, da parte di un soggetto accreditato a farlo, che un sistema di gestione ambientale è stato sviluppato conformemente a quanto prescritto dalla norma internazionale UNI EN ISO 14001.
Per far questo è necessario che coloro che valutano tale conformità siano bene esperti non solo dei vari punti della norma, ma anche delle problematiche tipiche delle attività che il sistema deve gestire. Per lo sviluppo del sistema di gestione ambientale o per la sua valutazione, quindi, non basta essere dei sistemisti, bisogna essere competenti (o essere accompagnati da persone competenti) della normativa ambientale specifica, nel nostro caso quella che interessa le problematiche di gestione delle aree protette, e dei processi connessi alle attività svolte dai parchi o con cui i Parchi si vengono ad interfacciare nella gestione del territorio sotto la propria giurisdizione.
EMAS è un regolamento comunitario che ha fatto propria la norma ISO 14001 per la parte di sviluppo del sistema di gestione ambientale, di cui è prevista l’integrazione con una Dichiarazione ambientale. La dichiarazione ambientale è un documento rivolto al pubblico esterno in cui l’organizzazione dichiara quale è il suo livello di prestazione ambientale e indica i suoi obiettivi di miglioramento. Se la dichiarazione viene convalidata, l’organizzazione viene iscritta in un registro europeo che contiene le registrazioni EMAS.
I soggetti che certificano i sistemi di gestione ambientale o che verificano le dichiarazioni EMAS sono diversi. Nel primo caso sono gli organismi di certificazione accreditati da un organismo di accreditamento, in Italia il Sincert, nel secondo sono i verificatori accreditati e il Comitato Ecoaudit ed Ecolabel, che li accredita. Tutti, però, fanno riferimento agli stessi codici NACE.
Si tratta di codici che identificano le varie tipologie di attività.
Sia gli organismi di certificazione e i relativi verificatori, sia i valutatori EMAS sono abilitati a certificare o convalidare sistemi o dichiarazioni ambientali riferite a determinate tipologie di attività, proprio perché sono necessarie competenze specifiche e, quindi, sono “abilitati” ad operare per determinati codici NACE.
Nel rapporto tecnico RT14 il Sincert, l’organismo nazionale di accreditamento, ha specificato che le certificazioni dei sistemi di gestione ambientale degli enti parco possono essere accreditate se si riferiscono al codice 36, relativo alle Pubbliche amministrazioni. Le certificazione fatte sulla base del codice 39, riferito all’erogazione dei servizi, non sono quindi riconosciute a livello nazionale.

Il mondo della certificazione funziona con un meccanismo un po’ curioso. Un organismo di certificazione può essere accreditato, cioè riconosciuto abile a concedere certificazioni quando ha dimostrato di aver già certificato alcuni sistemi. Ne consegue che i primi soggetti che vengono certificati hanno un attestato rilasciato da un organismo non ancora riconosciuto abile ad operare nel settore specifico. E’ come se un medico potesse avere la “patente” di pneumologo solo dopo aver dimostrato di aver curato bene almeno tre casi di polmonite. I primi pazienti, quindi, si affidano alle cure di un medico di cui non è ancora comprovata l’abilità. Ma così sono le regole.
Per rendere il meccanismo più semplice, comunque, Sincert emette delle linee guida e, nel caso specifico delle aree protette (RT14), oltre ad aver definito come 39 il codice di accreditamento di riferimento, ha messo in evidenza la necessità che il sistema di gestione ambientale dimostri di essere in grado di gestire adeguatamente gli aspetti ambientali indiretti. Il sistema, quindi, si deve basare su una analisi ambientale che deve aver messo in evidenza con particolare cura l’identificazione di tali aspetti ambientali e la loro relazione con lo stato dell’ambiente, cioè con la qualità degli ecosistemi. Il sistema di gestione ambientale e il relativo “programma ambientale” devono dimostrare di essere in grado di “gestire” il miglioramento della qualità del territorio avendo messo in moto azioni intese a diminuire quegli impatti che sono risultati più significativi.
Poiché il fine istitutivo di un ente Parco è quello di tutelare le risorse naturali e migliorare la qualità ambientale, applicare la ISO 14001 alla “organizzazione Parco”, come si trattasse di una azienda, prendendo in considerazione solo gli aspetti ambientali diretti e senza mettere in atto azioni utili al coinvolgimento di tutte le parti interessate (i soggetti presenti nel territorio) verso obiettivi comuni di miglioramento, seppure meritevole e sicuramente utile, avrebbe poco valore aggiunto rispetto alla semplice applicazione della ISO 9000. L’applicazione della l’ISO 9000, infatti, per il Parco comporterebbe il raggiungere con efficienza ed efficacia la corretta gestione delle risorse ambientali, cioè i propri fini istitutivi.
L’ISO 14.001 è nata per mettere in risalto l’esigenza di una attenzione particolare, da parte dell’organizzazione, alla complessità dei problemi ambientali. Per una azienda qualsiasi, il cui fine istitutivo è la produzione di beni e sevizi, infatti, il preoccuparsi delle problematiche ambientali è un valore aggiunto che gli rende merito. Per un Ente Parco, o un qualsiasi altro ente territoriale, l’ISO 14001 deve quindi aiutare ad ampliare il proprio raggio d’azione e ad affrontare la complessità dei problemi da gestire con coloro che sono causa degli impatti sul territorio per un reale, progressivo e duraturo miglioramento della qualità ambientale.
Il valore aggiunto dello sviluppo di un sistema di gestione ambientale per un Ente Parco, quindi, consiste nell’avere a disposizione uno strumento che faciliti il coinvolgimento delle parti interessate nel miglioramento della qualità ambientale del Parco.
Un sistema ben fatto, inoltre, fornisce molta più forza e trasparenza alla gestione del “Marchio del Parco” di cui la 394/91 stabilisce alcuni obiettivi, ma non le modalità di applicazione.
Ovviamente, poiché l’Ente Parco è un ente pubblico, l’obiettivo finale del percorso verso il miglioramento ambientale è sicuramente quello di completare il sistema di gestione ambientale con la Dichiarazione ambientale, così come previsto dal regolamento comunitario EMAS.
ISO 14001 e EMAS, quindi, sono strumenti volontari che aiutano a fare, un poco per volta, secondo la politica dei piccoli passi, azioni volte al miglioramento continuo della qualità ambientale tutti insieme, Parco e coloro che di questa qualità sono responsabili.




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