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Mountain Bike e Piste Abusive

La loro creazione può provocare importanti danni ambientali e costare molto cara ai trasgressori

(Venaria Reale, Vauda, 31 Ott 23) Tutti amiamo praticare attività motoria e sportiva in aree naturali, lontani dal traffico veicolare, soprattutto quando  si è in sella ad una bicicletta! Negli ultimi anni, complice l'esigenza del distanziamento sociale dovuta al Covid, in molti si sono avvicinati alle mountain bike per poter percorrere sentieri poco frequentati e vivere momenti adrenalinici.

Se da un lato il semplice passaggio su percorsi già tracciati non causa generalmente problematiche ambientali, si possono invece verificare danni importanti durante la realizzazione di nuovi tracciati abusivi in aree boschive: il taglio non autorizzato di alberi, l'installazione di salti, paraboliche, ostacoli e buche non segnalate, alterano il paesaggio e rappresentano un pericolo per uomini ed animali.

I danni maggiori sono causati dalla compattazione del suolo che determina difficoltà di germinazione per le giovani piantine: suoli nudi, privi di vegetazione, sono più soggetti a fenomeni di lisciviazione ed erosione e rappresentano zone in cui gli animali non possono trovare nutrimento o riparo.  Inoltre è da segnalare come la  presenza di persone che utilizzano le piste sia capace di alterare i cicli di riposo-alimentazione-riproduzione degli animali.

Per questi motivi, ogni pista deve essere autorizzata, così che non attraversi habitat particolarmente delicati o in cui si concentrino aree di riproduzione di animali selvatici.  Le  "piste abusive" che modificano l'habitat forestale, spesso causano un deterioramento anche dell'aspetto paesaggistico, oltre che interferenze con l'attività escursionistica maggiormente rispettosa dei luoghi.

Negli ultimi tempi, i Guardiaparco dell'Ente Parchi Reali sono stati impegnati nel contrastare questo tipo di violazioni ambientali attraverso l'impiego di pattuglie a piedi ed il collocamento di foto-trappole appositamente utilizzate per controlli di polizia giudiziaria nei boschi del Parco regionale La Mandria e nella Riserva naturale della Vauda, aree ultimamente soggette a questo tipo di illecito.

La normativa in questione è molto precisa: la realizzazione all'interno di aree naturali protette (come parchi e riserve naturali) di percorsi per mezzi non motorizzati (mountain bike, ciclocross) senza una valutazione di non incidenza ambientale (VIncA) positiva, comporta sanzioni elevate (8.000,00 euro) a cui si aggiunge, a carico dei trasgressori, l'obbligo, spesso anche più costoso, del ripristino ambientale.

L'Ente Parco ritiene che sia un bene praticare attività fisica all'aperto in bici o mountain bike. Infatti, per avvicinare anche i più giovani a questi sport, oltre ad ospitare annualmente eventi rivoli alle due ruote, all'interno del Parco regionale Naturale La Mandria, è ospitata l'ASD scuola di mountain bike Venaria Reale. Grazie ad attività di prevenzione e sensibilizzazione, siamo sicuri che questo sport potrà affermarsi nella nostra regione ed essere praticato in sicurezza, interferendo il meno possibile con la Natura che ci circonda.

Pista abusiva
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