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“La Officina”: una nuova cooperativa di comunità a Costabona

Le cooperative rappresentano un fenomeno nazionale al quale l'Appennino ha dato un grande contributo

(Costabona, 04 Gen 21) Era il 17 luglio 2020 quando nacque ufficialmente la cooperativa di comunità "La Officina" di Costabona (Villa Minozzo - Reggio Emilia) ad opera dei nove soci fondatori che, autotassandosi, hanno costituito il capitale sociale col quale hanno dato il via alla loro attività. "L'individuo che non onora la propria terra non onora sé stesso" è la frase di Paulo Coelho che delinea le caratteristiche basilari de "La Officina".

Costabona si innalza sul Monte Surano a 828 mt slm seguendo il limitare di un grande castagneto, nel 1240, col nome di "Solianova", giura fedeltà al Comune di Reggio Emilia e iniziano ad aversi notizie documentate della sua esistenza. Durante il corso dei secoli, a seconda delle dominazioni, passa diverse volte al comune di Toano, per poi collocarsi in via definitiva dal 1815, dopo la restaurazione, nel vasto comune di Villa Minozzo in provincia di Reggio Emilia. Il borgo, che vanta poche decine di residenti che triplicano nei week e durante le feste, ha una vocazione prevalentemente agricola. Caratteristica questa che è stata determinante per la conservazione delle tradizioni rurali proprie di queste terre. Usi e costumi che si ritrovano anche in diverse espressioni culturali fra le quali le rappresentazioni del "maggio drammatico" messo tutt'ora in scena dalla ormai sessantenne locale compagnia maggistica.

Nel manifesto che rende pubblico il concept di fondo della nuova iniziativa si legge ciò che segue: "Questa idea viene dalla terra, dalla nostra terra. Lo spopolamento progressivo dei territori della nostra montagna ha determinato una riduzione dei contadini e con essi di coloro che erano dediti alla coltivazione dei campi, alla cura dei boschi, alla pulizia dei fossi e delle strade interpoderali con un conseguente preoccupante degrado della manutenzione e cura delle nostre aree. Tutto questo ci riguarda, ci preoccupa e ci interroga. La nostra montagna è ancora il luogo che più ci innamora.  Le relazioni umane qui sono ancora importanti".

Il presidente Auro Bonicelli spiega infatti che il nucleo dei soci fondatori è legato da anni da una forte amicizia. Pur vivendo altrove per motivi di lavoro, studio o famigliari, si ritrovano il sabato e la domenica per stare in compagnia e condividere obiettivi e sogni comuni richiamati dalle profonde radici che li tengono ancorati al loro territorio d'origine. Queste le sue parole: "Erano alcuni anni che stavamo cercando una formula per poter far qualcosa per il nostro territorio. Riteniamo che con la costituzione della cooperativa, favorita dal supporto consulenziale di Giovanni Teneggi di Confcooperative, possiamo puntare alla promozione delle nostre terre. Il rispetto reciproco e la passione che ci lega per questa montagna e per le sue potenzialità e ricchezze si fondono ora in un soggetto giuridico che non ha ambizioni di guadagno o di potere ma, prima di tutto, di solidarietà tra le persone e tra queste e i luoghi da cui veniamo e che ci ospitano".

"La Officina", che non ha scopo di lucro, ha come fine la valorizzazione delle risorse territoriali, le competenze, le vocazioni e le tradizioni culturali della comunità di Costabona con l'obiettivo di soddisfarne i bisogni migliorando la qualità sociale ed economica della vita di chi la abita e vi opera. La cooperativa intende sviluppare attività culturali, sociali ed economiche ispirate a criteri di sostenibilità attraverso la salvaguardia e il recupero di beni ambientali e di conoscenza, la creazione di offerta di lavoro inclusiva, la partecipazione dei cittadini alla gestione di beni e servizi collettivi.

Ora i soci totali sono 30 e sostengono i fondatori con entusiasmo anche da Genova o a Milano ma che ha mantenuto un legame con Costabona.

Al momento la cooperativa è concentrata sull'agricoltura biologica coltivando qualità di grano e farro antichi da 700 mt di altitudine in su, senza l'utilizzo di pesticidi e prodotti chimici in aree dove l'inquinamento è pressoché assente non essendo attraversate da rete viaria. La produzione per ettaro è dunque relativamente limitata: questo, tuttavia, non è giudicato come un limite ma espressione della filosofia che anima il gruppo che punta non tanto alla quantità ma alla qualità.

Sono partiti dal grano e dalla festa della trebbiatura: un antico lavoro agricolo al termine del quale   il paese faceva festa e ringraziava la terra per il copioso raccolto.

L'obiettivo è di estendere l'ambito di azione anche ad altre attività, vecchie e nuove, come le castagne, il miele, la segale e altri cereali. I progetti lasciano aperta la possibilità di impiantare anche allevamenti o quant'altro possa tenere vivo l'area in cui sono inseriti.

Il fatturato 2020 è quello prodotto dal raccolto e dalla trasformazione di 13 quintali di grano. Per il 2021 si prevedono numeri notevolmente maggiori infatti sono stati lavorati seminativi per ottenere 150 quintali di farina.

Auro Bonicelli precisa che: "Non a caso si chiama "La Officina". È infatti un'officina di idee, di progetti e, perché no, di sogni. Aderire è facile e lo si può fare sia come socio effettivo (quota di 250 euro) che come socio sovventore (quota di 50 euro).

In entrambe i casi si acquisisce il diritto di conferire o acquistare i prodotti che la cooperativa sarà in grado via via di produrre, sempre nel massimo rispetto dell'ambiente e dei nostri principi fondamentali".

Il presidente della cooperativa vuole sottolineare gli aspetti mutualistici del gruppo: "la solidarietà, la democraticità, l'impegno, l'equilibrio delle responsabilità, il rispetto ai ruoli, lo spirito comunitario, il legame con il territorio, un equilibrato rapporto con lo Stato e le istituzioni pubbliche sono i fondamenti sui quali ha preso vita l'idea dei soci fondatori e pertanto sono riportati chiaramente nello statuto".

Nonostante la sua giovane età, la cooperativa si è già inserita a pieno titolo nel panorama locale intrattenendo già relazioni con altri sodalizi del territorio. Fra queste vale la pena di ricordare la realtà faunistico-venatoria "La Strambiana", la Società del Maggio Costabonese, la neocostituita associazione "Tra la Secchia e il Dolo" di Toano e il "Gruppo Storico Folkloristico Il Melograno" di Carpineti.

Il Sindaco di Villa Minozzo Elio Ivo Sassi, felice per la nascita della nuova cooperativa, così si esprime: "L'obiettivo de "La Officina" di conservare e preservare il territorio va verso l'ottica di uno sviluppo sostenibile e conservazione della natura. Questi temi ora molto trattati a livello di media, qui si mettono in pratica in concreto. I campi lavorati permettono di limitare i danni delle intemperie preservando la tenuta dei versanti. Vedere gli appezzamenti coltivati mi riempie d'orgoglio. Unitamente a ciò merita di essere sottolineato il valore sociale dell'iniziativa. Da un lato, mantenendo vive le tradizioni e gli usi e costumi di queste terre, "La Officina" contribuisce a stringere ancor di più i già forti legami esistenti tra i residenti in senso stretto e chi qui ritorna nei momenti di riposto. Dall'altro promuovendo la partecipazione dei cittadini alla gestione di beni e servizi collettivi rafforza l'identità comunitaria del paese".

Quanto segue è infine il pensiero di Giovanni Teneggi, direttore generale di Confcooperative Reggio Emilia: "Le cooperative di comunità rappresentano un fenomeno nazionale al quale il nostro Appennino ha dato un grande contributo con le esperienze pioniere di Valle dei Cavalieri a Succiso e Briganti del Cerreto. Ad oggi sono almeno 200 le imprese di questo tipo e diffuse in tutto il territorio nazionale. Nascono in paesi nei quali né lo Stato con i suoi servizi, né le imprese tradizionali con le loro aspettative riescono a tenere in vita le attività necessarie alla gente per rimanervi. "Chiude il paese se chiude il bar e chiude il bar se chiude il paese" più che un luogo comune è un fatto documentato ovunque e in particolare fra le montagne. Le cooperative di comunità nascono dove alcuni abitanti, nuovi o vecchi che siano, "non ci stanno" e si costituiscono come impresa comune per riaprire un luogo chiuso o mettere insieme le risorse valorizzabili, con un'attività economica, collegata alla storia del territorio e interessante per qualcuno di loro. Nel corso del 2020, proprio durante il lockdown pandemico, è successo a Costabona, con la nascita dell'Officina, ma anche a Rigoso sull'Appennino parmense, a Lampedusa, a Serrà Riccò nell'entroterra di Genova, a Ostana sotto al Moviso e nel quartiere San Berillo in centro a Catania. Storie straordinarie dove attività economiche tornano a prendere vita per la forza, la creatività e l'intelligenza della gente che tiene a quei luoghi. Nulla avviene per caso e dove queste esperienze hanno successo è perché oltre a un impegno comunitario autentico, gli abitanti seguono con tenacia un metodo rigoroso che oggi conosciamo. Tutti i paesi dell'Appennino dovrebbero vedere nascere una cooperativa comunitaria alla quale volere bene e come segno di una continuità possibile e più bella".

(Maria Grazia Vasirani. Comunità redazionale diffusa)

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