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“Area tutelata dei monti Bosso e Sporno”: un territorio da proteggere

Il Centro Studi Monte Sporno si batte per la sua tutela e valorizzazione

(Monte Sporno, 11 Gen 21) In provincia di Parma, scendendo dall'Appennino verso la pianura, a cavallo tra la Val Parma e la Val Baganza, si attraversa un territorio caratterizzato da colline che incorniciano alcuni rilievi di maggior altitudine tra cui, il più alto, è il Monte Sporno. 

Poche persone sono a conoscenza del fatto che si tratta di un territorio tutelato a livello paesaggistico da più di 30 anni, grazie alla legge Galasso (1985) che ha istituito l'"Area tutelata dei monti Bosso e Sporno".

Quest'area si sviluppa tra i comuni di Langhirano, Calestano e Terenzo, ed è compresa quasi interamente nella Riserva di Biosfera dell'Appennino tosco-emiliano. 

In essa si ritrovano specie botaniche e animali di notevole interesse, quali nuclei spontanei di pino silvestre (unici relitti in territorio parmense) e il gambero di fiume autoctono (specie protetta, considerata in pericolo di estinzione e attualmente oggetto di un progetto LIFE nell'area della riserva di biosfera). 

Agli aspetti ambientali si aggiungono quelli storici: queste terre sono state abitate fin dal 2° millennio a.C, come confermato dai ritrovamenti di reperti appartenenti ai popoli dei Liguri e Terramaricoli; successivamente i Romani si insediarono in diversi punti dell'area e vi rimasero per molto tempo. 

L'area tutelata dei monti Bosso e Sporno ricade, inoltre, lungo la Via Longobarda parmense, ufficializzata nel 2020. 


Per questi motivi, persone legate profondamente a quest'area e con un forte interesse alla sua tutela e valorizzazione hanno deciso di unirsi: nel 2012 nasce formalmente il "Centro Studi Monte Sporno", con il fine di sensibilizzare innanzitutto i residenti della zona alla tutela e valorizzazione del proprio territorio, sotto un punto di vista sia ambientale che storico. 

In quest'ottica sono già state organizzate diverse iniziative, tra cui escursioni guidate alla scoperta dell'area e due mostre fotografiche dal titolo "Monte Sporno: Parco naturale?"; inoltre, è in preparazione, con il patrocinio del CAI, un libro guida dell'area tutelata, con interventi di diversi professionisti esperti del territorio. 

Ma la strada per la tutela e valorizzazione di questo prezioso territorio è ancora lunga; il Centro Studi riferisce infatti che l'area, a causa della mancanza di una regolamentazione specifica, presenta ad oggi diverse criticità, alcune delle quali facilmente individuabili semplicemente percorrendo uno dei tanti sentieri dell'area, che appaiono in diversi tratti quasi inagibili a causa del passaggio incontrollato di motociclette, quad e altri mezzi motorizzati.

Per questo, uno dei loro principali obiettivi è l'annessione dell'Area Tutelata del Monte Bosso e Sporno alla Macroarea Emilia Occidentale, in modo da poter strutturare e applicare azioni più forti di tutela e regolamentazione, oltre ad aumentare i benefici sia per gli abitanti che per le amministrazioni.  

Il Centro Studi Monte Sporno è formato da biologi, naturalisti, architetti, guide ambientali escursionistiche… oltre a diverse altre persone che hanno deciso di unirsi semplicemente perché in profonda sintonia con questi luoghi, e la porta è sempre aperta per coloro che sentono come necessità primaria la tutela ambientale e storica di questo territorio. 

Per seguire il Centro Studi Monte Sporno: 

https://www.facebook.com/CentroStudiMonteSporno

Per informazioni: 

montesporno@gmail.com

(Maria Chiara Contini. Comunità redazionale diffusa)

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