La Riserva Naturale delle Torbiere del Sebino è situata sulla sponda meridionale del Lago di Iseo ed è la zona umida più significativa per estensione ed importanza ecologica della provincia di Brescia.
Si tratta comunque di un'area piuttosto ristretta: solo 360 ettari, composti prevalentemente da canneti e specchi d'acqua circondati da campi coltivati oppure da manufatti dell'uomo (strade, abitazioni). Una parte si trova a diretto contatto con il Lago d'Iseo ed è denominata lametta, c'è poi una parte interna, formata da grandi vasche intervallate da sottili argini di terra, denominata lama e un'altra area con vasche ottenute dall'escavazione dell'argilla.
Il quadro vegetazionale della Riserva attualmente è molto diversificato rispetto a quello che si presentava un secolo fa, quando Lame e Lamette rappresentavano un ambiente uniforme formato da una prateria umida, le Lame, e da un folto canneto con specchi residui occupati dal lamineto e magnocariceto, le Lamette.
Avifauna
L'area è particolarmente importante per gli uccelli acquatici nidificanti, svernanti e migratori.
Mammalofauna
La presenza dei mammiferi nella Riserva è fortemente condizionata dalla ristrettezza dell'area protetta, dalla massiccia presenza di strade e centri abitati e, non meno importante, dalla mancanza di un vero e proprio bosco.
Ittiofauna
La popolazione ittica presente nella Riserva comprende sia specie autoctone di interesse comunitario (Direttiva "Habitat") o protette dalle leggi regionali, come la tinca (Tinca tinca), il vairone (Telestes muticellus), il luccio (Esox cisalpinus), l'anguilla (Anguilla anguilla), il persico reale (Perca fluviatilis), il persico sole (Lepomis gibbosus), la scardola (Scardinius hesperidicus) e l'alborella (Alburnus arborella), sia specie introdotte in tempi più o meno recenti come la carpa (Cyprinus carpio), introdotta molti secoli fa dagli antichi Romani, il persico trota (Micropterus salmoides), introdotto più di 35 anni fa, il pesce gatto (Ictalurus melas), introdotto più di 15 anni fa, e il carassio (Carassius carassius).
La formazione di torba è progredita senza ostacoli fino all'intervento dell'uomo. Così risulta la descrizione del sito sulla base di attendibili ricostruzioni storiche: la parte centrale è costituita da una distesa pianeggiante ricoperta da erbe dure e taglienti, prevalentemente carici, che hanno uno scarsissimo valore nutritivo e quindi non possono essere utilizzate per il pascolo. Gli alberi ad alto fusto sono scarsi; alcune zone sono ancora allagate mentre in altre, dove il terreno è cedevole ed intriso di acqua, la palude tende a riprendere il sopravvento specie nei periodi piovosi.