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Zona di Protezione Speciale Po di Primaro e Bacini di Traghetto

 

L'Area Protetta

Carta d'identità

  • Codice Rete Natura 2000: IT4060017
  • Superficie a terra: 1'436.00 ha
  • Regioni: Emilia-Romagna
  • Province: Bologna, Ferrara
  • Comuni: Argenta, Ferrara, Molinella

 

 

Zona di Protezione Speciale Po di Primaro e Bacini di Traghetto

Dalla grande ansa corrispondente alla confluenza del Panaro nel Po, presso Ficarolo, originavano i rami Volano e Primaro, quelli che in seguito alle rovinose "rotte" del XII secolo, cedettero il posto al nuovo corso (Po di Goro) che approfondì il reticolo deltizio. Ma è solo oltre Ferrara che il Po morto di Primaro è ancora riconoscibile, giù per oltre venti chilometri fino alla confluenza col Fiume Reno, incanalato già da diversi secoli nell'alveo del Po di Primaro e indirizzato autonomamente verso il mare, per contribuire al prosciugamento di una delle zone umide più vaste d'Europa, di quella grande bonifica ferrarese, bolognese e ravennate protrattasi quasi fino ai giorni nostri. Il Reno (o Po di Primaro) a sua volta ricade nel sito, da Santa Maria Codifiume fino ad Argenta, in continuità con i siti bolognesi (Bentivoglio, San Pietro in Casale, Malalbergo e Baricella) posti a monte, verso Sud (Medicina e Molinella) e con quelli ferraresi (Argenta) e ravennati (Alfonsine) verso valle. E', in particolare, in questo tratto lungo il Reno che il sito, da un lungo e sottile budello meandriforme, si allarga a ricomprendere le golene, i pioppeti e le zone umide riallagate, circondate da aree agricole, di Traghetto, Consandolo e Boccaleone. Ricadono nel sito i "Boschi" (poderi a piantata padana e pioppeto) Vallazza, Priazzo, Isolato, Volpe, Bonora e altri, in parte oggetto di interventi di bonifica e riqualificazione ambientale, ampi maceri ed ex-cave allagate, inclusi gli ex-bacini dello zuccherificio di Molinella, oggetto di interventi di rinaturalizzazione nel 1998. La presenza di attività antropiche e di centri abitati principalmente in alcune aree a stretto contatto con le aste fluviali costituisce fattore di minaccia, in particolare alle popolazioni ittiche, erpetologiche e ornitologiche di passo e nidificanti. L'importanza per l'avifauna di questa Zona di Protezione Speciale è indubbiamente superiore a quantità e qualità degli habitat riscontrati, modesti nel complesso, ma non meno significativi nel contesto di un territorio asservito all'uomo.

Canale della Botte e Chiavica di Gandazzolo
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