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Segnalazioni

Container per profughi a San Rossore: alcune precisazioni dell’Ente Parco

(09 Lug 15)

La Presidenza dell'Ente Parco, con riferimento al comunicato di Africa Insieme / Progetto Rebeldìa, ritiene opportuno fare alcune precisazioni.

Vale innanzitutto la pena di ricordare che l'Ente Parco è sempre stato sensibile al tema dell'ospitalità degli stranieri richiedenti asilo nel nostro Paese ed ha sempre inteso offrire la massima collaborazione alle istituzioni competenti, in primo luogo alla Prefettura, che con grande sforzo si sono adoperate per l'individuazione di soluzioni a quella che, negli ultimi tempi, è divenuta una vera e propria emergenza.
A marzo del 2014, grazie alla collaborazione offerta dalla Società della Salute e dalla cooperativa Paim, è stato possibile dare ospitalità nelle strutture di Piaggerta, in una zona di assoluto pregio ambientale all'interno della Tenuta di San Rossore, ad una quarantina di profughi, mentre di recente è stata nuovamente ospitata una dozzina di donne e bambini; in località Cascine Nuove, invece, sempre nel corso del 2014 è stata fornita dall'Ente Parco la disponibilità di un appartamento per ospitare un'altra dozzina di ragazzi, che sono riusciti ad integrarsi perfettamente nella piccola comunità di San Rossore.

È chiaro che la situazione verificatasi in questi giorni, col temporaneo posizionamento dei container in località Cascine Nuove, non ha niente a che vedere con l'ospitalità o con l'accoglienza, ma intende fronteggiare condizioni di emergenza alle quali l'Ente Parco, su richiesta della Presidenza della Regione e della Prefettura, ha ritenuto opportuno di non volersi sottrarre, dando anche in questo caso il proprio assenso alla eventuale accoglienza, nei limiti delle proprie possibilità, dei richiedenti asilo, anche in considerazione del fatto che a fianco dei container sono presenti i servizi igienici.
Ad oggi, d'altronde, i container non sono stati utilizzati: tali strutture dovrebbero infatti essere in grado di funzionare qualora dovessero verificarsi urgenze, come arrivi di massa nelle ore notturne, etc., per le quali non esiste altra soluzione, e solo per il tempo necessario a consentire il successivo smistamento delle persone in strutture adatte alla loro accoglienza. L'installazione avrebbe peraltro dovuto avere una durata limitata a pochi giorni – 3 o 4 – in attesa dell'allestimento di una sede definitiva.

Accostare a tutto ciò la firma delle leggi razziali di San Rossore del 1938, che portarono negli anni a venire a ben più serie e drammatiche conseguenze, sino alla deportazione nei campi di concentramento nazisti, sembra un paragone fuori luogo, e San Rossore non merita in alcun modo l'appellativo di "luogo della vergogna".

Area Protetta: Diverse  |  Fonte: PR San Rossore
 
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